Tra Sacro e Sacro Monte saluta e ringrazia tutte le spettatrici e gli spettatori dell’edizione 2026. Si è appena conclusa la rassegna, che ogni estate anima il suggestivo scenario del Sacro Monte, ha portato in scena sette spettacoli di altissima qualità, capaci di coniugare spiritualità, arte e intrattenimento in una combinazione unica nel suo genere.
Tra gli spettacoli portati in scena quest’anno, spiccano titoli di grande richiamo e innovazione, capaci di coinvolgere un pubblico variegato e appassionato.
«I ringraziamenti più sentiti – commenta il direttore artistico Andrea Chiodi - vanno agli artisti, autentici protagonisti di questa manifestazione, che ancora una volta hanno scelto di far parte di questa rassegna, contribuendo a consolidare la sua identità e la sua popolarità. Vanno anche al pubblico che davvero ha saputo mostrare apprezzamento agli artisti stessi che lo hanno largamente riconosciuto, ed ha saputo anche cogliere proposte non scontate, forse difficili, fidandosi del festival e di quanto desideriamo portare in scena e comunicare».
Un pubblico che, dalla nicchia al sold out, è sempre una conferma e una sorpresa ad un tempo: «sono volti che ci accompagnano da quando è iniziata questa avventura, 16 anni fa, insieme agli abitanti della zona e a chi arriva per la prima volta, da lontano alla ricerca di un proprio beniamino o, più spesso da turista, attratto dalla bellezza del paesaggio e dalla possibilità di trascorrere una serata diversa, immerso in un contesto unico al mondo».
Il successo di questa edizione conferma come il festival si sia radicato profondamente nel territorio e nei Varesini e continui a rappresentare un’esperienza culturale autentica, in uno dei luoghi più belli di Varese e riconosciuto dall'Unesco.
«Nel nostro piccolo proseguiamo sempre avendo come bussola l’idea che la cultura possa essere motore di sviluppo e coesione sociale, un investimento che guarda al futuro senza perdere di vista le radici profonde di un territorio».
La rassegna 2025 è stata una “cavalcata” lunga un mese che ha fatto scoprire alla platea del festival l’elvetico Coro Voci Bianche Clairière insieme la sempre potente Arianna Scommegna. Neri Marcorè, non si è fatto scalfire dall’inaspettata frescura del Sacro Monte, e ci ha scaldato con la sua eccezionale interpretazione “gaberiana” tra monologhi, dialogo e canzoni. L’intensità dell’interpretazione di Galatea Ranzi ha appagato non solo il pubblico presente, ma anche l’attrice che desiderava da tempo partecipare alla rassegna. Generoso, profondo e divertente: Giovanni Scifoni si è regalato, tra monologhi e riflessioni, al pubblico del festival nel dialogo col direttore artistico. Mentre Dario De Luca, con Matilde Piana e Davide Fasano, ha colpito per la capacità mimetica nei panni di un uomo, un sacerdote colpito intensamente dalla malattia. La giovanissima Maria Chiara Arrighini ha incantato gli spettatori con la sua acuta interpretazione “testoriana”, mentre a concludere i grandi spettacoli è tornato Alessandro Preziosi che ha “addomesticato” il pubblico con la sua voce magnetica conducendolo attraverso le grandi tematiche del “Piccolo Principe”: il viaggio, l’infanzia, l’amicizia, l’amore, la perdita.
La straordinaria collaborazione con Karakorum, poi, ci ha permesso di proporre due spettacoli itineranti nei fine settimana. Da una parte il consolidato percorso de “La caduta dei cementi”, ispirato dai testi di Giovanni Testori e, dall’altra, “Ti ho scritto una lettera”, frutto del progetto biennale Capolinea Sacro Monte. Un lavoro corale che coinvolge alcuni ragazzi dei licei Classico e Artistico di Varese, in una coproduzione Associazione Tra Sacro e Sacro Monte e Karakorum con il contributo di Fondazione Cariplo che Mirano a trasformare il lavoro culturale del Festival sul borgo in un laboratorio creativo aperto al territorio e soprattutto ai pubblici più giovani.
«Ed è proprio da qui, dai giovani, che partiremo per costruire il festival del prossimo anno. Vi aspettiamo a Tra Sacro e Sacro Monte 2026».
Eventi | 29 luglio 2025, 12:20
Tra Sacro e Sacro Monte, un successo. Chiodi: «La cultura è un motore di sviluppo»
Bilancio dell'edizione 2025 del festival che ha animato il sacro borgo. Il direttore artistico: «L'anno prossimo partiremo dai giovani»
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