Asst Sette Laghi, in collaborazione con l’Associazione Caos, il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto, e il patrocinio dell’Università degli Studi dell’Insubria e del Comune di Angera, organizza il corso di formazione "Marcatori Genetici: dalla terapia alla prevenzione personalizzata", rivolto ai Medici di Medicina Generale. L'iniziativa mira a fornire le competenze per identificare i soggetti a rischio di predisposizione ereditaria ai tumori, utilizzando sia la storia oncologica familiare che i test genetici attuali.
Il corso tratterà casi clinici legati a carcinoma mammario, carcinoma ovarico e carcinomi colon rettali, con particolare attenzione alla Sindrome di Lynch. Le due edizioni si terranno il 10 maggio presso la sala Consiliare del Comune di Angera e il 17 maggio presso la sala Granero Porati dell'Università dell'Insubria di Varese.
«L'integrazione che ASST Sette Laghi è impegnata a realizzare con le Cure Primarie e, in particolare, con i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta, passa anche e soprattutto attraverso iniziative come questa – tiene a sottolineare il Direttore SocioSanitario di ASST Sette Laghi, Giuseppe Calicchio - che è stato possibile organizzare grazie all'ampia rete di collaborazioni su cui sempre la nostra Azienda può contare: dall'Università dell'Insubria, nostra partner, alla Fondazione Comunitaria del Varesotto, molto attenta e sensibile alle esigenze del territorio, al Terzo Settore, nell'ambito del quale si rende sempre più ricca la dialettica che ci lega all'associazione CAOS, autentico mentore e alleato della nostra Azienda. Mi auguro che il corso abbia successo e che sia seguito da altre proposte analoghe. È vero che la prevenzione è il migliore investimento possibile che si possa fare per la salute propria e per la sostenibilità del sistema sanitario, ma la prevenzione diventa buona pratica solo se può contare sull'allineamento tra Ospedale e Cure Primarie».
«L’identificazione di una sindrome di predisposizione oncologica ereditaria è molto rilevante sul piano assistenziale perché modifica in modo sostanziale il follow-up dei pazienti affetti da tumore ma anche dei loro famigliari ad alto rischio identificati attraverso un percorso di Consulenza Genetica Oncologica (CGO) mediante l’uso di specifici test genetici. Inoltre, oggi sono disponibili e utilizzati nella pratica clinica numerosi marcatori genetici che possono funzionare da campanello d’allarme per identificare una sindrome di predisposizione ereditaria. Quindi dalla diagnosi di tumore può arrivare un ALERT per approfondire e personalizzare la storia del paziente. Tutto ciò costituisce un’importante patrimonio per organizzare una rete che colleghi l’operato dei medici di medicina generale (MMG) e l’ambulatorio di Consulenza genetica oncologica dell’Ospedale, che identifica questi pazienti e i loro parenti ad alto rischio e ne organizza la presa in carico per una corretta prevenzione. E’ noto, infatti, dalla letteratura che l’identificazione dei soggetti ad alto rischio oncologico (portatori di mutazioni genetiche) e la loro corretta presa in carico ha un importante impatto sulla morbilità e sulla mortalità di questi individui» afferma la Dottoressa Giovanna Scienza, Responsabile Scientifico del corso.
«L’associazione CAOS , grazie alla Fondazione Comunitaria del Varesotto, ha fortemente sostenuto la realizzazione di questa iniziativa - sottolinea Adele Patrini -, al fine di sviluppare sul territorio la cultura della “corretta” prevenzione; favorire il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale sulla predisposizione ereditaria ai tumori, per la realizzazione di una rete territoriale che si coordini con le ATS, le ASST, integrata con il Volontariato; favorire una presa in carico personalizzata della persona realizzando un gruppo di studio multidisciplinare (MMG, infermieri di famiglia, genetisti, specialisti , associazioni di volontariato)».
Il Presidente di Fondazione Comunitaria del Varesotto, Federico Visconti, richiamando l'importanza del progetto nel contesto delle attività istituzionali, sottolinea due aspetti: «Il fatto di rispondere efficacemente ai bisogni del territorio e il modello di realizzazione "a più attori". Pubblico e terzo settore per uno scopo comune, su un bisogno forte».