La data del 4 febbraio 1968 è passata alla storia e rimarrà per sempre nella memoria dei tifosi biancorossi di tante generazioni per il 5-0 alla Juventus, la vittoria delle vittorie del Grande Varese allenato da Bruno Arcari. Riviviamo questo eterno momento di leggenda con Ambrogio Borghi durante una cena di vecchie glorie biancorosse presso "L’Osteria in Besozzo", davanti ad un piatto di risotto fumante.
Ambrogio Borghi è una colonna di sempre del Varese, dove arrivò nel 1966 dall’Inter, in cui ha giocato sia nel settore giovanile che nella Primavera. In biancorosso è rimasto fino al 1975, conquistando tre promozioni in serie A e raggiungendo l'ottavo posto, a pari merito con il Torino settimo, nel campionato 1967-1968, obiettivo storico mai più centrato. Terminata la carriera da calciatore, intraprese proprio a Varese quella di allenatore nei settori giovanili e, successivamente, in diverse scuole calcio del medio Verbano.
Ambrogio Borghi, raccontaci quel miracolo a Masnago.
Eravamo una grande squadra: nel girone di andata terminammo secondi a due punti dal Milan dopo aver battuto, oltre alla Juventus, il Milan, l'Inter, la Roma e il Napoli. Era un gruppo con calciatori come il capitano Armando Picchi, Ricky Sogliano, Mereghetti, Cresci, Tamborini, Vastola, Leonardi e un grande Pietruzzo Anastasi.
Ricordi la formazione che scese in campo e le reti segnate?
Ancora oggi dopo quasi 60 anni ricordo tutto benissimo e vi snocciolo gli undici di partenza come una filastrocca di quelle che si raccontano ai bambini: Da Pozzo, Sogliano, Picchi, Borghi, Cresci, Dellagiovanna, Leonardi, Tamborini, Anastasi, Burlando, Vastola. Allenatore Bruno Arcari. Le reti sono state segnate da Anastasi, autore di una tripletta, Vastola e Leonardi.
Raccontaci i momenti prima di entrare in campo.
Negli spogliatoi eravamo tutti molti nervosi, fuori c'erano 24 mila persone e l’allenatore ci caricò per portare a casa un pareggio. Io e Pietruzzo eravamo i ragazzini ma, anche se ci tremavano le gambe, ostentavamo sicurezza nei confronti dei veci biancorossi. Ad un certo punto dissi a Picchi, con cui avevo un po' più di confidenza rispetto agli altri visto che lo avevo già conosciuto in ritiro all’Inter: "Signor Armando, ho paura. Mi tremano le gambe". La sua risposta fu la seguente: "Ambrogio, fa no il figheta e giuga. Giuga e marca stretto Erminio Favalli". Avevo 22 anni e quelle parole mi diedero un'immensa carica, anche perché volevo ben figurare nei confronti del mio capitano: nei suoi confronti provavo soggezione, mi rivolgevo a lui sempre con il "lei". Erano anni così: tra i giovani e i senatori c'erano rispetto, ammirazione e devozione assoluta.
Poi cosa accadde?
Entrammo in campo con il Franco Ossola colorato di bandiere bianconere, salvo la curva nord, dove batteva il cuore del Varese e dei varesini grazie ai Giovani Biancorossi Gazzada. Inspiegabilmente la Juve ci lasciò giocare, e dopo venti minuti Anastasi segnò il primo gol. Ci aspettavamo una reazione furiosa, ed invece eravamo noi a far correre la palla, tanto che Leonardi raddoppiò. Da lì in poi lo stadio parve all'improvvisò tutto biancorosso: ebbi la sensazione che pure i tifosi bianconeri stessero dalla parte del Varese, e forse era davvero così. Nel secondo tempo, carichi a palla, scrivemmo il resto della storia.
Il dopo partita come andò?
Ricordo solo baci e abbracci, sopratutto a Pietro Anastasi. Arrivò qualche pacca sulla spalla dai senatori, i complimenti del mister... Quando arrivò il Cumenda Giovanni Borghi, che ci promise un bel premio partita, fu festa grande. All’uscita i tifosi ci osannavano. Forse, però, ero troppo giovane per capire davvero la portata di cosa accadde davvero quel giorno.
Un tuo ricordo personale nell'immediato dopo-partita?
Chiamai mio papà Sergio a Milano, che di solito attendeva di sapere dalla televisione i risultati, e per prima cosa mi chiese: "Ambrogio, come è andata?". La mia risposta fu: "Bene, è finita con 5 gol di scarto". E lui: "Dai, perdere 5-0 con la Juve non è un dramma. Coraggio". Dovetti insistere parecchio per convincerlo del contrario. "Papà, dillo anche alla mamma: abbiamo vinto 5-0. Quando lo vedrai più tardi in televisione ti accorgerai che è tutto vero".
4 febbraio 1968 - Stadio Franco Ossola - Varese-Juventus 5-0
Reti: 20′ Anastasi, 30′ Leonardi, 64′ Vastola, 65′ Anastasi, 87′ Anastasi.
Varese: Da Pozzo, R. Sogliano, Picchi, Borghi, Cresci, Dellagiovanna, Leonardi, Tamborini, Anastasi, Burlando, Vastola. Allenatore: Arcari.
Juventus: Anzolin, Coramini, Leoncini, Sarti, Castano, Salvadore, Favalli, Del Sol, Zigoni, Sacco, Menichelli. Allenatore: Herrera.
Arbitro: Sbardella di Roma
Note - Spettatori 24.000: paganti 19.700, abbonati oltre 4.000. Incasso di 31.461.800 lire
La rosa del Varese dei miracoli
Portieri: Pietro Carmignani, Mario Da Pozzo, Corrado Leardi
Difensori: Ambrogio Borghi, Giorgio Morini, Pietro Maroso, Franco Cresci, Armando Picchi (C), Giorgio Dellagiovanna, Riccardo Sogliano, Vincenzo Gasperi
Centrocampisti: Enrico Burlando, Giuseppe Tamborini, Lorenzo Righi, Lamberto Leonardi
Attaccanti: Mario Mereghetti, Antonio Renna, Giovanni Vastola, Maurizio Gori, Pietro Anastasi, Sergio Conte