Un match che arriva troppo presto per essere definito decisivo, ma di sicuro dal peso specifico notevole. La Openjobmetis si prepara alla trasferta al PalaRadi di Cremona, dove affronterà una delle due sole compagini che, allo stato attuale della classifica, guardano i biancorossi dal basso, con una sola vittoria raccolta in nove giornate.
«Penso che 2-7 non è un record che volevamo avere a questo punto, ma che sapevamo potevamo avere quando abbiamo visto il calendario - le prime parole di coach Mandole nell’incontro con la stampa del venerdì - Pensavamo di essere messi meglio, ma potevamo stare anche peggio. Non è vero che l’ultima partita non potevamo vincere, ci siamo andati vicinissimo, ma è anche vero che con Bologna potevamo perdere: 2-7 è un record giusto per noi, e dobbiamo giocare ora per vincerne dieci delle prossime ventuno, e poi vedere dove saremo. Se noi pensiamo di aver fatto tutto bene sbagliamo, ma anche se pensiamo di aver fatto tutto male sbagliamo».
Settimana di lavoro per la squadra di Mandole che ha visto il gruppo perdere definitivamente due pezzi: Jordan Harris prima (destinazione Rieti, in A2) e Gabe Brown poi (diretto invece a Trapani). Gli esuberi dettati dai nuovi arrivi hanno sancito ufficialmente la partenza dei due giocatori, di fatto fuori dai piani dopo l’approdo di Johnson, Tyus e Sykes in maglia Openjobmetis.
Porte girevoli attive anche in casa Cremona, che dopo aver salutato Phil Booth vede partire anche Paul Eboua (direzione Trapani, anche lui). Rinforzi, invece, identificati nella talentuosa guardia Peyton Willis e dello strech-four Dario Dreznjak (di loro e del match di domenica ne ha parlato Andrea Conti, general manager della Vanoli Cremona, lunedì a L’Ultima Contesa, leggi QUI).
In termini assoluti, le cifre di Cremona la piazzano penultima per punti segnati, quattordicesima per rimbalzi e ultima per assist. Numeri che spiegano, oltre che le difficoltà di questa prima parte di campionato, anche il ritmo lento che la squadra allenata da Cavina vuole imporre, a maggior ragione contro Varese.
«Cremona gioca una pallacanestro opposta alla nostra, ma che rispetto tantissimo, così come il suo allenatore, che non cambia mai modo di giocare sia che vinca sia che perda - continua il coach argentino - Ovviamente si può mettere mano ad alcune cose, ma Cremona ha uno stile suo, sa quello che fa. E per noi lo stesso: vogliamo giocare veloce, e abbiamo è dimostrato che, quando fermiamo la palla, siamo una squadra scarsa, e non perché non abbiamo giocatori bravi, ma perché non sappiamo giocare in quel modo. Noi vogliamo vincere giocando e veloce e giocando in difesa, dove nelle ultime due partite mi sembra si sia visto un miglioramento, che non possiamo raccontare bene perché abbiamo perso. Questa sarà la chiave: giocare al nostro ritmo, al nostro pace e continuare nel miglioramento difensivo».
Altri osservati speciali per la difesa varesina saranno Corey Davis e Tajion Jones: il primo viaggia a quasi quindici punti di media e, soprattutto, oltre i sei assist; il secondo è tiratore mortifero giocatore capace di accendersi in fretta, e che ha già calcato il parquet di Masnago con la maglia di Leiden, nell’ultima partecipazione dei biancorossi in FIBA Europe Cup. Sottocanestro vecchia conoscenza della Openjobmetis: quel Tariq Owens che faceva saltare dal seggiolino i tifosi due stagioni fa nella squadra degli "immarcabili".
«Con Venezia siamo stati una squadra all’inizio della partita e una diversa dopo - aggiunge Mandole - Questo può succede quando inserisci dei giocatori nuovi. Non cambieremo ritmo per i nuovi arrivati, penso che non sia la cosa migliore per la squadra. Quando domenica abbiamo fermato la palla, si è vista una squadra senza anima».
Varese e Cremona che si sono già incontrate in precampionato, a Sondrio, quando a trionfare fu la Vanoli dopo un avvio tutto corsa e canestri dei biancorossi: «Loro sono una squadra che è come uno squalo - conclude Mandole - Dobbiamo andare là domenica a non lasciare che ciò accada. A Sondrio abbiamo iniziato correndo tantissimo, perciò mi aspetto quaranta minuti allo stesso ritmo per non dover raccontarci dopo la partita cosa non abbiamo fatto bene».