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Territorio | 28 novembre 2024, 07:21

Quel negozio di fotografie a Induno che è una macchina del tempo. «Le nuove generazioni riscoprono il fascino della pellicola, la riflessione prima dello scatto»

Passare da Foto La Corte in via Jamoretti 124 a Induno Olona è come aprire un ponte tra passato e presente: Gianluca Legnani ha dato alla sua attività una precisa identità, alimentando il mercato dell’usato e donando nuova vita a macchine e obiettivi analogici, che vanno a ruba tra i millennials. «Le usano per la street photography e il reportage in bianco e nero. Ogni tanto mi arrivano richieste bizzarre, come montare le lenti in senso inverso per ottenere effetti speciali o cercare ottiche con lenti ammuffite. Pare che forniscano immagini particolarmente curiose»

Quel negozio di fotografie a Induno che è una macchina del tempo. «Le nuove generazioni riscoprono il fascino della pellicola, la riflessione prima dello scatto»

Che non sia un negozio normale lo si capisce già dalla vetrina, dove fanno bella mostra reflex e obiettivi di quando la fotografia era quasi una pratica zen, con ogni scatto meditato, l’inquadratura scelta con accuratezza, il rullino magari sviluppato in casa. Passare da Foto La Corte in via Jamoretti 124 a Induno Olona, è come compiere un viaggio nel tempo, perché Gianluca Legnani, 51 anni, gallaratese di nascita, ha dato alla sua attività una precisa identità, alimentando il mercato dell’usato e donando nuova vita a macchine e obiettivi analogici, che vanno a ruba tra i millennials, incuriositi da ciò che i loro padri e nonni combinavano con la fotografia, magari con la camera oscura nel bagno di casa, come era uso negli anni ’70. 

Gianluca, ma Luca per amici e clienti, già da bambino amava smontare e rimontare oggetti, e univa la passione a quella per la fotografia, così nel 1988 incominciò il suo apprendistato alla Fotografica Necchi di Gallarate, per rimanerci fino al 1996. Poi la decisione di mettersi in proprio, assieme alla collega Sabrina Bignardi, e aprire un negozio a Castelletto Ticino.

«Curavamo sviluppo e stampa, grazie all’acquisto di un costoso impianto che poi, per la trasformazione legata all’avvento del digitale, fummo costretti a vendere. In un primo tempo avevamo due punti vendita, perché nel frattempo rilevammo il negozio di Induno, dove siamo ora. Chiudemmo Castelletto e dal 1999 siamo qui, io mi occupo di riparazioni e delle vendite, Sabrina della post produzione», spiega Legnani, nel retro del negozio stracolmo di vecchie reflex smontate per i pezzi di ricambio, dove ripara ottiche e macchine di ogni tipo.

«Dopo l’apprendistato a Gallarate, qui a Induno ebbi l’incontro che mi cambiò la vita professionale. Un giorno, infatti, entrò in negozio Lory Albertini, figlio del celebre pittore Oreste, una persona eclettica, inventore, appassionato di fotografia e in grado di riparare qualsiasi cosa. È stato il mio maestro, per 10 anni sono andato da lui a Besano dove in cantina aveva il laboratorio, e lavoravamo fino alle tre del mattino. Andavamo nelle discariche a prendere videoregistratori, macchine per tagliare i salumi, e naturalmente reflex, e poi li riparavamo. Avevamo alla fine tanti videoregistratori da non sapere più a chi regalarli. Gli devo moltissimo».

A Foto La Corte c’è anche tutto ciò che serve per stampare le fotografie digitali fino al formato 20x30, sia dalla scheda della macchina fotografica sia dal cellulare, si vendono cornici e accessori, c’è il servizio immediato di fototessere, ma il “core business” è il mercato dell’usato di qualità a un prezzo conveniente.

«Il digitale ci costringe a continui cambiamenti di rotta, oggi le reflex mirrorless sono difficili da riparare, hanno una tecnologia complessa e dobbiamo mandarle alla casa costruttrice, così ci siamo specializzati nell’usato, una nicchia che ci ripara dalla concorrenza della maggior parte dei negozi. Le case ci mandano prodotti revisionati, il resto, per circa il 30 per cento, lo ritiriamo dai privati con l’eventuale riparazione fatta da me».

L’analogico, insomma, sta avendo una seconda vita, e i fruitori sono piuttosto insospettabili. «Le nuove generazioni riscoprono il fascino della pellicola, la riflessione prima dello scatto. Fotografare come un tempo è anche un fatto mentale, ogni scatto deve essere pensato, va curata l’inquadratura. E poi i file digitali oggi sono troppo perfetti, quasi inverosimili, e la pellicola porta quel quid di imperfezione che fa la differenza e rende tutto più reale».

C’è un però, i costi, che non sono certo quelli di un tempo. «Sono soprattutto le pellicole per diapositive ad avere un prezzo proibitivo, 25-30 euro a rullino, mentre quelle per stampe a colori vengono 15 e per il bianco e nero da 10 a 13. Poi va calcolato lo sviluppo e la stampa, che però non sono aumentati di molto rispetto a 30 anni fa. Una stampa da negativo parte da 60 centesimi. Per gli sviluppi e le stampe mi servo del laboratorio di un amico, a Milano, un negozio che tratta soltanto materiale analogico».

Luca ha un grande assortimento di macchine e obiettivi usati, analogici e digitali, delle marche più importanti, Nikon, Canon, Pentax, Yashica, e i millennials chiedono soprattutto reflex meccaniche. «Le usano per la street photography e il reportage, naturalmente in bianco e nero. Ogni tanto mi arrivano richieste bizzarre, come montare le lenti in senso inverso per ottenere effetti speciali o addirittura cercare ottiche con lenti ammuffite. Pare che forniscano immagini particolarmente curiose». 

Mario Chiodetti

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