/ Economia

Economia | 01 novembre 2024, 15:30

Addio superbonus, ma il rinnovamento energetico è più importante che mai: «Non abbandonate una filiera decisiva per il Paese»

Manuel Castoldi, presidente di Rete Irene, traccia la via verso il futuro dopo gli Stati generali sul tema: «Oggi c'è una cultura anche grazie alle nostre imprese. Bisogna mantenere i bonus esistenti e non perdere competitività». I rischi e il manifesto con le proposte

Addio superbonus, ma il rinnovamento energetico è più importante che mai: «Non abbandonate una filiera decisiva per il Paese»

Bye bye superbonus, ma il cammino del rinnovamento energetico non solo prosegue: è in una fase più cruciale che mai e passa dalla riqualificazione edilizia. In una parola, dalle imprese, quelle che hanno fatto e fanno la differenza nel Pil del nostro Paese. Di recente si sono svolti gli Stati Generali del Rinnovamento Energetico, un grande evento organizzato da Rete Irene a Milano: allo stesso tavolo si sono riuniti istituzioni e operatori di settore per indicare proprio il futuro della riqualificazione edilizia. Due tavoli tecnici e uno istituzionale hanno coinvolto i rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali quali Regione Lombardia, Emilia Romagna, Consiglio nazionale degli Ingegneri, Architetti, Geometri e Periti Industriali, Anit, Cortexa, Isi e Abi. C’erano anche Enrico Zanetti, consigliere del Ministro dell’Economia e delle Finanze, e il parlamentare europeo Pierfrancesco Maran.

Non è il tempo delle polemiche, ma delle scelte costruttive. Manuel Castoldi lo sottolinea con forza: «La cultura della transizione energetica si è diffusa, è ora una realtà consolidata di cui le famiglie riconoscono la necessità e, per questo motivo, va stimolata con adeguati strumenti di incentivazione: l’efficienza energetica sia la guida per la decarbonizzazione del Paese».

Alzi la mano chi, fino a qualche anno fa, dedicava immediata attenzione alla classificazione energetica durante l'acquisto di una casa. Oggi è tra gli aspetti dove cade subito l'occhio.. Ecco che quella cultura si conferma cambiata. Grazie anche all’impegno delle imprese.

Dopo la sbornia Superbonus

Rete Irene è scesa in campo, forte del suo lungo cammino in questo campo, anche divulgativo. Dal 2020 si è trasformata in Irene srl società benefit:  è la prima in Italia specializzata negli interventi di riqualificazione energetica integrata degli edifici esistenti.

Conta 19 aziende (più partner industriali) in Lombardia e Piemonte. «Abbiamo lavorato nelle periferie dove c’è povertà energetica – rileva il presidente Castoldi - Quanto potrebbe essere importante il lavoro di rinnovamento energetico se ben eseguito».

Ora si apre una fase decisiva per la filiera: «Si arriva da un triennio di sbornia con il Superbonus e di colpo tendenzialmente viene tolto tutto quello che hai a disposizione. Viene peggiorato e ti senti bistrattato come se tu fossi la causa di tutti i mali dello Stato e avessi creato tu un buco. Ma gli ultimi dati Istat non ci dicono così». Raccontano, piuttosto, l’incidenza delle piccole aziende di questo settore nel Prodotto interno lordo.

Lungi però dal voler creare un contrasto: gli Stati Generali sono stati organizzati per costruire, insieme, con tutti gli attori generali. Lo conferma la stessa presenza del dottor Zanetti.

I rischi

Ciò non toglie la preoccupazione per il futuro e si è giunti a predisporre un manifesto con una ventina di associazioni ed enti nazionali: «Si rischia di porre in serio pericolo lo sviluppo di tutta una filiera che per anni ha investito e si trova in un momento transitorio. Se si perde tempo, si allontana drasticamente l’obiettivo di riduzione del fabbisogno energetico con ricadute sociali. È un pericolo conclamato».

Che cosa ha lasciato il Superbonus di buono? «Qualcosa sì, è emerso che adesso c’è una cultura – rimarca il presidente Castoldi – C’è il desiderio di rendersi più autonomi dal punto di vista energetico, perché l’immobile mantenga, e non perda, il valore. Quando siamo partiti noi, non era così. Adesso c’è una grande consapevolezza».

Che cosa si chiede nel manifesto? Prima di tutto, di mantenere i bonus esistenti: «Non si parla di cessione o sconto in fattura, parole difficili per l’attuale legislatore. Ma almeno di non perdere competitività e non far calare così drasticamente il Pil del nostro Paese. Perché non ci sono rosee previsioni». Inoltre si domanderà «la costituzione di un tavolo interministeriale con gli stakeholder della filiera per portare dati, esperienze e conoscenza – rileva Castoldi – Questo per aprire un confronto e confrontarsi seriamente, creando una visione di lungo periodo con una costruzione strutturale di strumenti dedicati agli interventi di efficientamento energetico e adeguamento sismico». Aspetto, quest’ultimo, altrettanto rilevante, con aspetti che vanno dalla sicurezza alle ricadute sociali.

Passo dopo passo

Gli Stati generali hanno messo in chiaro una cosa: «Dobbiamo imparare muoverci come filiera e collettività. Centimetro dopo centimetro dobbiamo fare un passo avanti, quando li sommeremo tutti il totale farà la differenza tra vittoria e sconfitta». Citazione da “Ogni maledetta domenica” che rende l’idea.

È indispensabile muoversi nel modo giusto anche sui tavoli europei. Mandare il messaggio, direttive alla mano: «Vogliamo fare quello che chiedete ma abbiamo bisogno di queste risorse».

Rete Irene non è mai stata per interventi a pioggia, non rimpiange né cancella dalla memoria quel Superbonus che era una misura emergenziale: «Ma da choc è diventata sciocca. Noi cerchiamo di mettere a disposizione informazioni e dati per ragionare. La nostra filiera non può essere abbandonata, ma deve muoversi compatta».

Tra le proposte, una presentata assieme ad Assocond Co.Na.Fi., che ruota attorno a un incentivo a intensità variabile, a partire da un’aliquota del 70%, proporzionale al numero di ambiti coinvolti e alla qualità dei risultati ottenuti. Si punta a favore un approccio pluriobiettivo e integrato per incentivare contemporaneamente interventi di categorie diverse. La cessione del credito viene subordinata alla presenza di criteri selettivi rigorosi. In questa maniera si contribuisce a stimolare l’intervento di reale interesse pubblico.

Chi è Rete Irene

Il network di imprese Rete Irene (acronimo di Il Rinnovamento Energetico Negli Edifici) è nato nel 2013 e, a partire dal 2020, si è costituito come società benefit. Ad oggi Rete Irene composta da 19 imprese e 8 partner industriali, per un volume d’affari nel triennio 2021-2023 pari a 265 milioni di euro. Rete Irene conta 200 interventi negli ultimi 3 anni; intorno a questi cantieri sono stati occupati 400 addetti diretti e oltre 1000 persone considerato l’indotto. Con la realizzazione degli interventi del triennio 2021-2023, Rete Irene consentirà un risparmio di 28 milioni di kwh/anno di fabbisogno energetico da fonti non rinnovabili, equivalente a emissioni di CO2 per circa 4,8 milioni di tonnellate.

Marilena Lualdi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A DICEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore