Ha viaggiato in lungo e in largo il cordoglio per la scomparsa di Giulio Borri e ha portato a Sant’Edoardo, al suo funerale, una moltitudine di persone (vedi anche QUI). Gremita la chiesa, con gli amici stretti ai parenti. Affollato viale Alfieri, grazie ai biker e alle loro due ruote: sono arrivati a decine, da tutto il nord Italia e dall’estero, dall’Austria e dalla Svizzera, per dire addio a un punto di riferimento per Hurricanes Novara Mc e per tanti club, da Verbania a Varese e in tutt'Italia. Il feretro con il giubbotto e i fiori bianchi e azzurri è stato accolto, scortato, infine salutato dal rombo delle moto (foto anche in fondo).
Segnato dal pianto e dall’emozione il dolore dei familiari. Trattenuto e poi liberato, con l’accensione dei motori, quello dei centauri. Il fratello di Giulio, al termine della cerimonia, ha avuto un pensiero per tutti ed elencato quelle che ha definito “fortune” nella vita, avventurosa, dello scomparso. Fortune con nomi precisi, come quelli dei figli e della moglie, Marco, Silvia e Milena («…grazie per averlo supportato con devozione») o riconducibili a grandi passioni: gli animali (amici pelosi, li ha chiamati), i paracadutisti («…con lui siete andati a spasso per i cieli»), i biker («…oggi davvero capisco perché vi chiamava fratelli»). Un discorso chiuso da un messaggio commosso, aperto alla speranza: «Negli ultimi tempi Giulio aveva ritrovato il sorriso».
Sul registro all’ingresso, prima delle firme lasciate da tanti, la preghiera attribuita a Henry Scott Holland: «Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene».