«Grazie a don Claudio di essere stato semplicemente un prete»: queste parole del vicario episcopale Luca Raimondi al termine del funerale riassume, con la sottolineatura di un lungo e accorato applauso dei presenti, il saluto della città di Saronno al prevosto che si è spento sabato 2 marzo.
Oggi per il funerale, con il lutto cittadino ricordato dalle bandiere a mezz'asta e dal minuto di silenzio negli uffici comunali alle 15, nessuno ha voluto mancare: c’erano le autorità dal sindaco Augusto Airoldi agli assessori Franco Casali e Ilaria Pagani, i delegati di diverse associazioni (da Aido a Casa di Marta da scout e Cantastorie) ma anche tanti fedeli. Erano presenti i vescovi Erminio De Scalzi, Luca Raimondi, Vincenzo Di Mauro, Luigi Testore e Francesco Brugnaro e i predecessori alla guida della comunità pastorale monsignor Angelo Centimeri, Armando Cattaneo, e Maurizio Rolla. Sull’altare anche gli ex parroci don Fabio Verga, don Marco Crippa, don Giustino Lanza e don Sebastiano Del Tredici.
Nutrite le delegazioni arrivate alla altre parrocchie in cui don Claudio aveva operato da Cassano Magnago a Garbagnate Milanese senza dimenticare Meda: da tutte le comunità è arrivato il gonfalone con un delegato dell’Amministrazione.
Nell’omelia l’arcivescovo Mario Delpini che ha presieduto la cerimonia ha tratteggiato con affetto la figura di don Claudio Galimberti il cui feretro è stato posto per terra su un tappeto al centro della chiesa circondato dai religiosi: «Nel dolore di questo momento per la morte di don Claudio, un bravo prete esemplare per dedizione, amabile nelle relazioni proviamo il rammarico di una vita di mistero che si è conclusa troppo presto e troppo in fretta. Nella preghiera per il suffragio del nostro fratello Claudio sentiamo il dolore del distacco insieme al dovere della riconoscenza. Don Claudio ha incontrato fin dai primi anni della sua vita il Signore risorto e ha ricevuto lo Spirito santo: noi possiamo testimoniare che è stato tra noi un uomini con il vento amico».
Al termine delle esequie il nipote di don Claudio ringraziando tutti i presenti ha ricordato i tre insegnamenti dello zio: «L’impegno quotidiano in quel che si fa, la curiosità di fare domande e la ricerca del bello». Dopo una citazione di Madre Teresa di Calcutta sulla bellezza della vita vissuta pienamente ha preso la parola il sindaco Augusto Airoldi che tra le diverse sfaccettature del prevosto ha voluto porre l’accento sulla saggezza «che sapeva ascoltare e valorizzare le ricchezze della città”. E ancora ha rimarcato «come amministratori ci spronava a lavorare, come diceva De Gasperi, per le generazioni future».
A racchiudere tutti i ricordi e tutti i saluti sono state però le parole del vicario episcopale monsignor Luca Raimondi «grazie a don Claudio che è stato semplicemente prete». Toccante la benedizione finale di tutti i sacerdoti presenti davanti ai fedeli.