Il caso è divampato ieri, con le dimissioni da presidente dell’Agenzia del farmaco di Giorgio Palù per «mancata sintonia» col ministro Orazio Schillaci e «l'assenza di risposte dal governo». «Offensivo e umiliante», per il virologo, l’incarico di un solo anno, in difformità – ha fatto notare – con i decreti di nomina per altri professionisti pensionati chiamati a dirigere l’Istituto superiore di sanità o a partecipare come consulenti nella Commissione unica scientifico-economica di Aifa.
Le dimissioni di Palù sono arrivate alla fine del completamento della riforma dell’ente e a due settimane dalla sua riconferma alla presidenza.
Il 28 febbraio è previsto l’insediamento del Cda, di cui fa parte anche il varesino Emanuele Monti, consigliere regionale e presidente della commissione Welfare (leggi qui).
«Siamo rimasti tutti sopresi – commenta quest’ultimo –. C’è stata questa convocazione urgente informale da parte del presidente per comunicarci quanto poi è apparso sulla stampa.
La comunicazione che è emersa sui giornali è quella che lui ha letto nel Consiglio. Ha sorpreso chiaramente tutti, perché era stato un processo di nomina lungo. Attendiamo che arrivi la scelta del governo e che lo si faccia in tempi molto celeri».
Monti non teme uno stop “pesante”: «Mi sembra che Schillaci abbia abbastanza tranquillizzato su questo, parlando di tempi brevi». In ogni caso, precisa, «il Consiglio, da un punto di vista tecnico-giuridico, è attivo. Quindi il 28 febbraio ci riuniremo: il regolamento dell’Aifa prevede che il Consiglio si possa svolgere con formula piena con almeno quattro membri presenti. E il Codice civile dice che in caso di dimissioni del presidente sia il consigliere più anziano, in questo caso Angelo Gratarola, assessore alla Sanità di Regione Liguria, a presiedere pro tempore le sedute.
Considerando che ci vorrà qualche settimana, l’ente può non rimanere fermo e garantire comunque la propria operatività. Il governo ha comunque tranquillizzato, quindi credo che tutto si risolverà nel giusto tempo».
Il consigliere regionale leghista esclude l’ipotesi di un commissariamento: «Leggo le dichiarazioni del ministro che ha chiaramente detto che ci sarà una persona incaricata con formula piena e di alta levatura per cinque anni».
Non c’è tempo da perdere, «ma se c’era una questione di conflittualità e complessità, che veniva dalla passata gestione, meglio che non sia rimasta latente ma si sia chiarita subito, per l’ente e per il Paese», chiosa Monti.