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Trasporti | 12 dicembre 2023, 13:16

«Guasti, sovraffollamenti, cancellazioni, ritardi. Noi pendolari siamo stanchi e chiediamo di essere ascoltati»

Il Comitato di Busto Arsizio scrive dopo settimane difficili, culminate nella vicenda del biglietto di seconda classe tolto in diverse corse del Malpensa Express e poi ripristinato dalla società parlando di disguido: «Il servizio non è tornato nemmeno ai livelli pre-Covid, riaprite i tavoli territoriali»

«Guasti, sovraffollamenti, cancellazioni, ritardi. Noi pendolari siamo stanchi e chiediamo di essere ascoltati»

«Disagi costanti, nessun potenziamento, comunicazioni assenti o errate: dopo la pandemia, il servizio offerto da Trenord viene erogato al di sotto dei già insufficienti livelli pre-Covid».

Così il Comitato pendolari Trenord di Busto Arsizio scrive, dopo settimane - e più - delicate culminate nella vicenda del biglietto di seconda classe tolto in diverse corse del Malpensa Express da e per Centrale e poi apparentemente ripristinato dalla società affermando che si trattava di un «problema di configurazione». LEGGI QUI E QUI

Gli effetti sulla vita

Oggi i viaggiatori del territorio  hanno deciso di fare ufficialmente sentire la loro voce, oltre che monitorare la situazione sui social: «Trenord continua a ribadire la sua attenzione alle esigenze dell’utenza e all’"alta domanda di mobilità ferroviaria espressa dai territori lombardi": è la stessa utenza per cui è servito costruire un treno a due piani (salvo poi rendersi conto che non passa dalla galleria per la Svizzera). Quell’utenza però da anni denuncia guasti, sovraffollamenti, cancellazioni, ritardi che rendono difficile gestire una baby-sitter, arrivare in orario a un esame o a una visita medica, prendere una coincidenza, un altro treno, un aereo. O le esigenze dell’utenza valgono solo quando fa comodo? Quell’utenza siamo noi, studenti, lavoratori, cittadini, elettori. E siamo stanchi».

Sono tanti problemi denunciati, che gravano sull'esistenza di ciascuno: «Siamo stanchi anche di subire i disagi di scioperi selvaggi che non rispettano nemmeno le fasce di garanzia: non siamo merce di contrattazione».  Tra l'altro, un nuovo sciopero è già stato annunciato per il 14. LEGGI QUI

Promesse e contraddizioni

Ancora, si guarda a ciò che doveva avvenire dopo la pandemia: «Trenord aveva promesso un potenziamento nel post-Covid, dopo i tagli dovuti alla pandemia, invece è peggio di prima. Il servizio non è mai stato ripristinato integralmente, a fronte di un’"alta domanda", per riprendere le parole di Trenord. I treni viaggiano in ritardo o addirittura vengono soppressi anche in orari di punta, o addirittura in fascia notturna, quando le alternative scarseggiano. Se poi è vero, come annuncia Regione Lombardia sul suo sito, che al 15 novembre ci sono 133 treni nuovi, come si spiegano i guasti quotidiani?».

In questo contesto difficile, le informazioni sono decisive per potersi orientare. Ma non è così, si sottolinea: «I pendolari si trovano inoltre a subire comunicazioni contraddittorie e inadeguate: un esempio sopra tutti è il recente annuncio dell’aumento di tariffa su alcune corse del Malpensa Express da/per Centrale, con passaggio da seconda a prima classe, prima circolato in sordina, poi ritrattato e spiegato come «temporanea indisponibilità alla vendita dei titoli di viaggio di seconda classe» sul sito di Trenord. Peccato che le tabelle orarie, che non si generano in automatico, riportassero la variazione di classe. Nel frattempo qualcuno ha pagato inutilmente. Trenord dovrebbe trovare nuovi modi per migliorare il servizio, non per vessare i pendolari».

Ecco che il comitato si rivolge alle istituzioni:  «Abbiamo sempre cercato il dialogo e lo chiediamo anche ora – dice la portavoce Paola Gallazzi –. Facciamo appello all’assessore ai Trasporti Franco Lucente, ad Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, la nostra regione che è azionista di maggioranza di Trenord, a Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio, la nostra città, e a tutti coloro che possano aiutare a riaprire i tavoli territoriali che in passato hanno consentito un confronto fruttuoso. Ascoltateci, abbiamo un obiettivo comune. Ci auguriamo che il 2024 porti con sé una svolta e chiediamo di porre in essere le azioni necessarie perché ciò accada. O dobbiamo sempre subire?».

Ma. Lu.

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