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Politica | 05 dicembre 2023, 20:03

Regione, 126 milioni per la cultura. L’assessore Caruso: «Un programma triennale accessibile e trasversale»

VIDEO. L’esponente gallaratese della giunta Fontana: «La cultura deve essere di tutti». Solo sei i voti contrari al piano in Consiglio regionale. Il Pd si astiene ma chiede più fondi: «A questo comparto non si possono destinare le briciole»

Regione, 126 milioni per la cultura. L’assessore Caruso: «Un programma triennale accessibile e trasversale»

Approvato oggi in Consiglio regionale il Programma triennale per la cultura 2023-2025. Via libera al documento di sostegno alle istituzioni e agli operatori culturali lombardi, con 43 voti favorevoli, sei contrari e 18 astenuti.
«Un piano accessibile, perché la cultura deve essere di tutti», sottolinea l’assessore Francesca Caruso. Che, alle rimostranze dell’opposizione sulle risorse previste giudicate insufficienti, replica che «stiamo lavorando per rendere la delega alla cultura sempre più centrale nelle politiche della Regione».

Le cifre

«Per sostenere il comparto della cultura, Regione Lombardia investe oltre 126milioni di euro nei prossimi tre anni», ha spiegato Anna Dotti (Fratelli d’Italia), presidente della commissione Cultura e relatrice del provvedimento, evidenziando che il documento «nasce da un lavoro bipartisan che ha consentito di arricchire significativamente il testo base tenendo conto delle diverse sensibilità dei consiglieri, di maggioranza e minoranza».

Il programma sarà finanziato dalla Regione attingendo a risorse proprie per 25,5 milioni, cui si aggiungeranno i fondi del Pnrr per 34 milioni, quelli dei programmi di coesione europei Por-Fer 2021-2027 per 17,6 milioni, i fondi Interreg per 286.375 euro e quelli del Piano Lombardia per 49 milioni.

Gli obiettivi

È stato spiegato che le azioni previste nel piano sono finalizzate alla tutela del patrimonio culturale lombardo, alla valorizzazione delle tradizioni e dei “saperi impliciti” delle comunità, all’approfondimento di temi come la rigenerazione, la sostenibilità e l’innovazione con il coinvolgimento diretto dei territori. Per questo sarà sviluppato un metodo partecipativo di confronto attraverso la costituzione di “Tavoli della cultura” con soggetti pubblici e privati.

Vi è anche l’impegno ad accrescere la fruizione culturale da parte di fasce sempre più ampie della popolazione e delle persone con particolari fragilità, rendendo i siti più accessibili, oltre a quello di puntare sulla digitalizzazione del patrimonio. Attenzione sarà dedicata anche al rilancio di “Lombardia Film Commission” attraverso una revisione della governance e della struttura organizzativa.

Caruso: «Il piano guarda a giovani e luoghi non canonici»

Per la gallaratese Francesca Caruso «il primo e più importante passo è quello di far comprendere alla comunità lombarda di trovarsi in una grande regione culturale». Secondo l’assessore quello illustrato oggi in aula è «un piano accessibile, perché la cultura deve essere di tutti e per tutti, e trasversale: la cultura dialoga con tutti gli altri assessorati. Un piano che guarda alle periferie e ai piccoli borghi, non sole alle città. Che investe sui giovani ed è innovativo. Vogliamo uscire da quelli che sono gli spazi tradizionali di quest’ambito e portare la cultura “fuori”, nei luoghi non canonici. Abbiamo dei progetti importanti, con l’housing sociale, con le attività produttive e così via».

Le voci del Consiglio

Positivo il giudizio del capogruppo di Fratelli d’Italia Christian Garavaglia per il piano presentato dal “suo” assessore: «Investire in cultura significa mantenere viva l'identità di territori e comunità – ha detto –. E questo documento, costruito a 360 gradi, è inclusivo e partecipativo nei confronti degli altri assessorati e degli operatori del settore. Una programmazione di qualità e di valore».

Diverso il parere delle opposizioni, sebbene il Pd, riconoscendo un cambio di rotta rispetto alle politiche regionale degli anni passati, abbia concesso «un’apertura», scegliendo di astenersi. «Ma non intendiamo fare sconti – ha precisato Paola Bocci– perché a tutta la giunta è mancato il coraggio di sostenere questo comparto. Vogliamo che questo coraggio venga dimostrato già col bilancio». Di cui l’aula si occuperà a partire dal 19 dicembre. In quell’occasione i dem si attendono «impegni, non solo promesse»: «Alla cultura non si possono destinare poco più che briciole», ha insistito Bocci.

Netta Paola Pizzighini del Movimento 5 Stelle: «126 milioni di euro sono insufficienti – ha detto –. Il piano riflette la scarsa attenzione di questa maggioranza verso il settore culturale, che rappresenta un volano per l'intera economia».
Di fatto concorde Luca Paladini (Patto Civico): «Dagli interventi la cultura viene considerata come un tema di assoluta preminenza, ma quello che viene investito è troppo poco». Da ciò, dunque, il voto contrario.

«Un bel segnale», per Caruso, il fatto che soltanto sei consigliere abbiano “bocciato” il programma. Anche se, come detto, non sono mancate critiche sulle risorse stanziate, ritenute insufficienti dalle minoranze: «Su questo – anticipa la gallaratese – stiamo lavorando insieme al vicepresidente e assessore al Bilancio Marco Alparone per cercare di portare più risorse e rendere la delega alla cultura sempre più centrale nelle politiche di Regione Lombardia».

Riccardo Canetta


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