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Economia | 15 settembre 2023, 07:00

Nuove regole in Cina sulla produzione di sigarette elettroniche: si va sempre su dispositivi più sicuri

Le aziende cinesi che producono sigarette elettroniche devono attenersi a regole nuove e più stringenti in relazione alla qualità degli articoli destinati ad essere esportati

Nuove regole in Cina sulla produzione di sigarette elettroniche: si va sempre su dispositivi più sicuri

Le aziende cinesi che producono sigarette elettroniche devono attenersi a regole nuove e più stringenti in relazione alla qualità degli articoli destinati ad essere esportati. A promulgare queste regole è stata pochi giorni fa l’Amministrazione del monopolio di Stato sul tabacco cinese, attraverso un documento che contiene le linee guida finalizzate alla creazione di sistemi di garanzia qualitativa per le e-cig che vengono esportate all’estero. Lo scopo per cui è stata introdotta la nuova normativa è quello di assicurare non solo una maggiore omogeneità, ma soprattutto standard di qualità più elevati. Un aspetto che coinvolge potenzialmente tutto il mondo, alla luce del gran numero di sigarette elettroniche che partono dalla Cina per raggiungere i mercati più diversi, come ad esempio la nuova Kiwi 2, progettata in Italia ma realizzata fisicamente presso stabilimenti cinesi.

Le nuove linee guida

Le linee guida si basano su un totale di diciotto articoli, che tra l’altro definiscono dei paletti ben precisi. Senza addentrarsi in maniera eccessiva nei dettagli, viene definito che le aziende produttrici rappresentano le responsabili principali della costruzione di sistemi per assicurare la qualità degli articoli per l’esportazione. In più, gli articoli indicano come devono essere fatti tali sistemi, inclusi gli standard di sicurezza e qualità. Si fa riferimento, poi, all’allocazione delle risorse di produzione e alla razionalizzazione dei processi di produzione, come pure alla tracciabilità del trasporto e della logistica, senza dimenticare la standardizzazione degli imballaggi dei prodotti, i requisiti di registrazione e la dichiarazione di esportazione.

Che cosa prevedono le norme appena entrate in vigore?

Secondo ciò che si può leggere nell’articolo 2, la creazione di tali sistemi deve essere guidata in primis dal pensiero di Xi Jinping in relazione al socialismo con caratteristiche cinesi: come dire, le implicazioni politiche sono evidenti. Non mancano comunque indicazioni più concrete, come quelle che vengono fornite attraverso l’articolo 3, che attribuisce alle aziende produttrici la piena responsabilità a proposito della sicurezza e della qualità dei loro articoli, i quali devono risultare conformi ai regolamenti e alle leggi in vigore in Cina, così come agli standard e ai requisiti normativi che di applicano nei Paesi in cui devono essere esportati.

Gli oneri a carico delle imprese produttrici

Tocca alle aziende produttrici, fra l’altro, dar vita a un sistema di gestione che sia in grado di assicurare da un lato la conformità alle leggi e dall’altro lato il rispetto dei requisiti di sicurezza e di qualità, per esempio attraverso l’adesione alle certificazioni. Fra gli altri oneri per le imprese c’è lo sviluppo di test non solo per i prodotti finali, ma anche per i semilavorati e le materie prime. Le aziende sono tenute, inoltre, ad assicurare la formazione del personale, a garantire laboratori e attrezzature adeguate e a progettare sistemi che favoriscano la tracciabilità dei prodotti.

Scatole e imballaggi: che cosa cambiano

Proprio per rendere possibile la tracciabilità delle merci sono state introdotte delle norme nuove a proposito degli imballaggi e delle scatole, su cui dovrà essere indicato il numero di licenza dell’azienda del monopolio del tabacco, insieme con la data di produzione, il numero del lotto di produzione e il nome del prodotto. Dal canto suo, l’amministrazione del monopolio del tabacco si impegna a creare un sistema di tracciabilità della qualità per le e-cig destinate a essere esportate, ma anche a garantire una supervisione migliore della sicurezza e della qualità delle aziende, avvalendosi tra l’altro della collaborazione di vari dipartimenti e delle dogane. Pubblicate il 20 luglio scorso, le norme sono entrare in vigore quello stesso giorno.

Che cosa succederà adesso

Le nuove norme sono state commentate da Gerry Stimson, sostenitore delle sigarette elettroniche come strumento di riduzione del danno da fumo e docente emerito all’Imperial College London. Secondo Stimson, visto che il 95% delle e-cig che circolano nel mondo viene prodotto in Cina, le nuove normative sono destinate ad avere un impatto molto significativo in termini di sicurezza e di qualità. Insomma, grazie a queste linee guida, d’ora in poi si avrà a che fare con uno standard globale. Non meno rilevante sarà la tracciabilità degli articoli, nel senso che adesso i prodotti non conformi agli standard locali saranno riconducibili a chi li ha realizzati in Cina, eventualmente con un intervento ad hoc delle autorità cinesi. Se è vero, dunque, che la Cina costituisce il più importante esportatore al mondo di articoli per il vaping e quindi il principale innovatore, la salute pubblica potrebbe risentire in positivo dei cambiamenti che scaturiranno da queste linee guida relative ai sistemi di garanzia. La reputazione dell’industria cinese potrebbe migliorare, ma solo a patto che gli standard vengano realmente applicati a tutela dei consumatori, in considerazione dei rischi meccanici, termici, elettrici e chimici che sono correlati ai prodotti da svapare. Già oggi, per fortuna, le sigarette elettronica e le box mod vantano standard avanzati e sistemi di sicurezza (cut-off, alta tensione, surriscaldamento, e così via): la situazione potrebbe addirittura migliorare.

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