Ci sono figure che punteggiano la toponomastica in decine, forse centinaia di comuni italiani. Giovanni Minzoni, don Minzoni, è fra queste. Animatore culturale, cappellano ad Argenta (provincia di Ferrara) e poi militare, visse una durissima esperienza fra i soldati al fronte, durante la prima Guerra mondiale. Tornato alla vita di parrocchia, fu osservatore sensibile dei fermenti politici e culturali del suo tempo, con una spiccata intraprendenza. Fu preso a bastonate da due squadristi, come scrisse monsignor Ersilio Tonini, «…perché prete, perché pastore d’anime, in virtù della sua fede». Morì non ancora quarantenne, per le conseguenze del pestaggio, il 23 agosto 1923. Un anniversario, quello del martirio, passato quasi sottotraccia.
Non a Cassano Magnago, però, dove una delegazione Anpi si è raccolta, con il sindaco, Pietro Ottaviani, e l’assessore Rocco Dabraio, nella via intitolata al sacerdote (foto in fondo all'articolo). Rievocato il grande valore dimostrato in guerra, il primo cittadino ha ricordato come don Minzoni «…diede vita a nuovi progetti per i giovani, i poveri, gli anziani. Alle numerose iniziative in campo sociale, aggiunse un’adesione entusiasta al cooperativismo, mettendosi contro al regime fascista. Rifiutò l’istituzione dell’Opera nazionale balilla ad Argenta, preferendo educare in prima persona […] Si convinse della validità dello scoutismo, per cui decise di fondare un gruppo nella sua parrocchia». Di fronte ai raid fascisti, numerosi in zone spesso governate da amministrazioni socialiste, il sacerdote lanciò un appello per evitare che le lotte si trasformassero «…con mostruoso cinismo, viltà e settarismo, in una guerra civile». Un ricordo, quello di don Minzoni, che per Ottaviani è utile a «...anche per prendere nuovamente le distanze da rigurgiti nostalgici e letture revisionistiche del fascismo».
Ester De Tomasi, presidente provinciale di Anpi, promotrice della commemorazione con le referenti per le scuole e l’educazione dell’Associazione, Marina Noce e Nadia Belliato, ha inquadrato l’iniziativa in un contesto più ampio: «Continuiamo nell’opera al servizio della memoria, per non dimenticare storie e persone. Presto, con la nostra festa provinciale, che si svolgerà dall’1 al 3 settembre, alla Schiranna di Varese, potremo dare ulteriore visibilità a questa azione. L’evento avrà un occhio di riguardo per la solidarietà, anche alla luce di esperienze portate avanti con l’associazione “Il viandante”, “Il grotto del sorriso” e l’ospedale di circolo. Ulteriori collaborazioni ci saranno con gli Alpini. Naturalmente, nei nostri progetti non manca il coinvolgimento della cittadinanza e delle scuole, per noi è fondamentale che i giovani sappiano e approfondiscano».