Questa mattina è mancata la dottoressa Stefania Longoni Bortoluzzi, per tanti anni anestesiologa all’Ospedale di Circolo di Varese e moglie del professor Emilio Bortoluzzi, fondatore del reparto di Rianimazione. Il funerale si terrà sabato 12 agosto alle ore 15,30 alla Chiesa Parrocchiale di Velate. Ai figli Alberto, Chiara ed Elisa vanno le condoglianze del nostro giornale.
Stefania Longoni era una donna volitiva e curiosa, di grande cultura, che nel corso della sua lunga vita ha saputo coniugare perfettamente l’amore per la scienza con quello per l’umanesimo, una passione condivisa con il marito Emilio, poeta e scrittore, oltre che medico illustre.
Nata a Milano, il padre ingegnere e la madre, tedesca, soprano di talento che aveva abbandonato la carriera per la famiglia, la dottoressa Stefania non aveva mai dimenticato la musica, anche perché in gioventù era stata una valida pianista. I coniugi Bortoluzzi hanno dato tanto alla nostra città, sempre in prima fila quando si trattava di aiutare qualcuno, un paziente o un musicista, sono stati presenti fino all’ultimo a tutti i concerti, da quelli di Gioventù Musicale a quelli della Stagione musicale comunale, veri appassionati e mecenati.
Dopo gli studi a Milano, Stefania Longoni Bortoluzzi lavorò in qualità di anestesista rianimatore e poi come aiuto anestesista, collaborando in sala operatoria con celebri chirurghi come Fumagalli, Caluzzi e Lazzati e con il marito Emilio, fino alla pensione.
Chi scrive ha avuto modo di apprezzarne le grandi doti umane e di condividere la passione per la musica, perché la dottoressa coltivava da anni una splendida discoteca, con le incisioni dei più grandi interpreti di ieri e di oggi. La signora, tra l’altro, aveva accolto in casa l’allora giovanissima pianista canadese Angela Hewitt, contribuendo alla sua crescita umana e professionale e seguendola poi ogni anno sul lago Trasimeno, dove l’artista organizza un festival musicale estivo. Un’amicizia che non è mai venuta meno.
I suoi erano racconti di leggendari concerti seguiti in varie parti del mondo - i Bortoluzzi amavano molto i viaggi - di aneddoti sui musicisti a lei cari, da Victor De Sabata a Herbert von Karajan, il suo idolo, e spesso capitava di ascoltare insieme un cd o vedere un dvd con Carlos Kleiber, Leonard Bernstein o qualche altro grande direttore e poi commentarlo alla fine. I suoi giudizi erano netti e precisi, da musicista, conosceva perfettamente il tedesco e si godeva i lieder – ne sapeva a memoria decine- e le opere di Wagner in lingua originale, non perdendo alcuna sfumatura del libretto.
Nella grande casa di Velate immersa nel verde e nel silenzio, la dottoressa amava organizzare piccoli concerti privati, nel segno di quella hausmusik vissuta da ragazza a Milano, quando accompagnava sua madre al pianoforte in qualche lied di Schubert e Schumann. Adesso era il nipote Pietro, violinista di vaglia, ad allietare Casa Bortoluzzi, l’ultimo concerto domestico si è tenuto il 21 maggio scorso, e la signora Stefania era raggiante, perché Pietro e il pianista Ricci le avevano “regalato” l’amatissima Sonata op. 18 di Richard Strauss, che ascoltava in gioventù.
Di medicina non amava parlare molto, aveva incominciato a lavorare in tempi ancora pionieristici, ma a volte citava aneddoti su pazienti difficili da “addormentare” o su colleghi dal carattere originale, ma si capiva come la sua grande passione fosse la musica, non sbagliava mai una citazione, un interprete o una esecuzione, e conosceva a memoria tutta la sua discoteca. La dottoressa Stefania ci mancherà molto, e mancherà a tutti i varesini che credono ancora nel Bello.