Sono i giovani a fare le domande al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, all'assemblea generale dell'associazione varesina all'Acinque Ice Arena. Quelli che non vogliono fuggire e chiedono ai grandi, alle aziende, di spiegare perché devono restare, quelli che vogliono osare e non hanno paura. Lo fanno attraverso l'analisi, la voce, gli occhi di Rachele Grassini di Politics Hubs.
È lei che incalza, partendo subito da un argomento caldo: il salario minimo. Carlo Bonomi non si tira indietro. Non prima di aver rivolto uno sguardo e un pensiero al Palaghiaccio, dove veniva da ragazzo. Clima da derby subito superato nella conversazione, perché le generazioni si sono confrontate e trovate.
Anche sul salario minimo: «Non è un problema dell'industria. Il salario minimo vuole spingere l'adozione della contrattazione...parliamo di nove euro lordi... non è un tema che riguardi noi. Continua a essere raccontata una storia dell'industria che non è la realtà». Il tema della narrazione sbagliata, e quindi poco accattivante, ritornerà.
Intanto l'intervistatrice incalza su Malpensa: «L'Italia ha estremamente bisogno di infrastrutture... come sono compatibili i tempi biblici di realizzazione con quelli così stringenti del Pnrr?». La risposta è tristemente semplice: «Non sono compatibili - dice Bonomi - Bisogna fare un bagno di realtà, su quali sono le opere che possiamo fare, funzionali alla crescita del Paese. Una rotonda in più non genera Pil».
Affiora il tema cruciale dell'Europa, necessaria per affrontare «due colossi come Cina e Usa». Ma non può essere che l'Sos generazioni in fuga a tenere banco. «C'è un problema di narrazione importante - dice Bonomi - Siamo secondi in Europa, quindi al mondo, non siamo quelli che raccontano. Il nostro welfare è invidiato in tutto il mondo. Sì, ci raccontiamo male ma chiediamo alle giovani generazioni di affrontare il tema in modo meno ideologico». E pone un esempio concreto sull'accordo con i sindacati per defiscalizzare il welfare aziendale: invece del buono palestra, ci vorrebbero assistenza e previdenza, rispettivamente per gli anziani che crescono e i giovani che dovranno avere la pensione. «Accettate la sfida?»
Rachele Grassini conferma: ci stanno, le nuove generazioni a lavorare insieme. Bonomi poi tornerà sulla questione formazione professionale, come aveva fatto Grassi che aveva ringraziato Giovanni Brugnoli - vicepresidente di Confindustria con questa delega - per l'impegno in questo senso.
E sarà Grassi a chiudere questa conversazione interessante, che parte da una provincia, la sua forza, le sue esitazioni e riparte dall'alleanza con i giovani.
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