Le strade martorizzate di Varese? «Colpa del Decreto Scavi».
Si è accidentalmente parlato anche di buche e dintorni nelle arterie varesine (argomento spesso sulla bocca dei cittadini e dell’opposizione politica in consiglio comunale) durante la Commissione Lavori pubblici del Comune di Varese, tenutasi nel pomeriggio di lunedì (leggi QUI le trattazioni principali).
A sollevare l’argomento il consigliere di Fratelli d’Italia Eugenio De Amici, che ha fatto presente la mancanza di un ufficio di coordinamento presso Palazzo Estense che possa servire a dare un ordine agli interventi che insistono sulla rete stradale: «Prima la posa della fibra, poi gli interventi fognari, quelli idrici e l’installazione di semafori… Ecco perché le strade di Varese sono rovinate: forse non sempre è colpa dell’amministrazione».
La risposte del sindaco Davide Galimberti e dell’assessore Andrea Civati hanno permesso di scoprire un risvolto della questione che forse non tutti i cittadini conoscono: «Il famigerato Decreto Scavi (si tratta di un decreto del 2013 che ha disciplinato gli scavi e la posa delle infrastrutture digitali nelle città ndr) consente agli operatori delle telecomunicazioni di derogare a tutti i regolamenti stradali, compreso quello varesino che prevederebbe l’obbligo di riasfaltatura dopo ogni lavoro effettuato» ha dichiarato l'assessore.
In poche parole, a posa della fibra ottica effettuata, vie e piazze restano così come sono, ovvero con buche, “ferite”, sbalzi e tutte quelle storture che chi le percorre giornalmente conosce bene. Ci deve pensare poi l’amministrazione ad asfaltare, a spese proprie: «E il Comune ha praticamente le mani legate - continua Civati - Anche perché se ritarda le autorizzazioni rischia di essere citato per danni. Noi possiamo solo sanzionare i cantieri non in regola e vi assicuro che lo facciamo quando necessario».
«Sono i piani nazionali che stabiliscono gli interventi, dove vanno effettuati e quando - ha aggiunto Galimberti - Gli enti locali non hanno alcun potere. E capita che strade appena asfaltate siano subito rovinate dall’esigenza di compiere queste opere senza che poi vengano risistemate».