Traffico intenso, ore incolonnati al rientro a casa in auto, rabbia e indignazione. Questo è quello che stanno vivendo centinaia e centinaia di frontalieri da alcuni giorni, al rientro a casa dal lavoro in Canton Ticino, lungo la strada statale 394 tra Maccagno con Pino e Veddasca e Luino, nei pressi della galleria di via Palazzi a Colmegna.
Le cause sono da attribuire ad un cantiere presente dal km 38+750 al km 39+010 per la realizzazione di un elettrodotto sotterraneo, su richiesta della società E-Distribuzione SpA: i lavori, iniziati lo scorso 17 aprile, dureranno fino all’11 maggio, alle ore 18, salvo imprevisti. Per questa ragione è stato disposto il senso unico alternato, mediante impianto semaforico o movieri, che sta comportando disagi e lunghe code.
Così, da qualche giorno, sono decine i frontalieri che stanno segnalando alla nostra redazione questi disagi con persone arrivate a fare in coda anche oltre un’ora per percorrere meno di 5 chilometri, nel tratto tra Maccagno con Pino e Veddasca e il centro di Luino.
«Ancora una volta ci imbattiamo con il traffico e le code infinite sulla strada statale 494 che porta da Luino a Quartino – commenta un frontaliere -. Nemmeno il tempo di dimenticare le lunghe attese fatte su quella strada per il risanamento dei viadotti che ci troviamo di fronte ad un nuovo cantiere ed alle solite criticità».
«Sicuramente non sarà il primo né sarà l’ultimo cantiere che interesserà questa tratta sempre più trafficata ma sorprende sempre come la gestione della mobilità sia lasciata al caso o per meglio dire al caos – prosegue -. Chi percorre quotidianamente quella strada vede svolgersi ogni giorno nuovi cantieri nella tratta ticinese, ma sebbene con un leggero fastidio ne esce sempre abbastanza indenne grazie a semafori intelligenti ed agenti di gestione del traffico nelle ore di punta (che poi sono 3 ore al giorno!)».
«In Italia basta l’inizio di un cantiere a generare panico e aggiungere un’ora di strada alle migliaia di persone frontalieri che quotidianamente passano quella strada. La ragione è facilmente spiegata dall’assoluta noncuranza nella pianificazione del cantiere in termini di viabilità. Nessun sensore o dispositivo elettronico a regolare il tempo aumentando il tempo di percorrenza nel senso di marcia più trafficato né, tanto meno, presenza di addetti alla gestione del traffico nelle ore di punta. Insomma una gestione datata qualche decennio per un’esigenza contemporanea».
«Riassumendo non riusciamo proprio a capire come i lavoratori frontalieri siano rispettati laddove prestano la loro attività lavorativa e invece non tutelati nella propria madrepatria dove, a fronte dei contributi versati dagli stessi, non ottengono nemmeno la possibilità di percorrere senza troppi intoppi la strada verso i lavori. Il costo di una buona programmazione e di una gestione intelligente del traffico è davvero esiguo se confrontato ai disagi che crea», va avanti ancora.
«Speriamo che le varie amministrazioni esigano un correttivo per il cantiere in essere e tengano maggiormente in considerazione la mobilità per i futuri cantieri che interesseranno questa come altre strade ad alta densità di traffico», conclude il frontaliere.