Afpd si appresta a un trittico di appuntamenti. Il sodalizio, Associazione familiari persone disabili, è capitanato da Marcello Crespan. Che cosa ha nel mirino? Vela e teatro. Vento, acqua, palcoscenico, riflettori.
Sabato 22 aprile, i ragazzi di Afpd metteranno in scena “Il mago di Oz”. Con la regia di Elisa Carnelli e Sara Terlizzi, 17 ragazzi e sette volontari saliranno sul palco di Sant’Anna, a Busto Arsizio. Metteranno in scena una fiaba immortale e i suoi fantastici protagonisti: Dorothy, l’uomo di latta, il leone e lo spaventapasseri.
«Sembra incredibile – raccontano gli organizzatori – ma ci sono anche maschi che vogliono interpretare Dorothy. Forse perché Dorothy attraversa mondi, è l’eroina che va oltre… Come i nostri ragazzi e le nostre ragazze: se vedono una barriera la vogliono oltrepassare, vogliono sfondare. Comunicare …».
Fatto sta: declinazione multipla per il personaggio, ad arricchire un racconto di fantasia, immediato e complesso e insieme. Saranno quattro le perone su carrozzina “on stage”: sfideranno le barriere, si proporranno in modo potente al pubblico.
Nel mirino ci sono anche vento e acqua. Cioè barca a vela, grazie alla collaborazione con Velaclub Tradate e Vela Granda Varese. Ad annunciare le iniziative imminenti ci sono Marcello Crespan, presidente Afpd, affiancato dal consigliere comunale Ivano Favero, da Linda Canavesi (per l’associazione porta in piscina, a prendere confidenza con l’acqua, sei ragazzi) e Maria Rosa Barbieri (coordinatrice del gruppo teatro).
Crespan: «I ragazzi non vedono l’ora di andare in scena. E di mettersi in barca: saliranno su sei scafi. Saremo in 24, accompagnatori inclusi, alla presenza degli armatori».
Quanto “cuba” Afpd? «Abbiamo 73 volontari e 230 soci. Fra gli impegni principali ci sono il trasporto dai domicili ai centri diurni, e ritorno. Nella nostra sede portiamo avanti laboratori: gli spettatori de “Il mago di Oz” vedranno sul palco le creazioni dei nostri artisti».
La sede di Afpd è in via Foscolo. Ampia, ariosa. Invidiabile. Conquistata grazie a impegno e generosità. Ma c’è un sogno: uno spazio per il “dopo di noi”, la creazione di un luogo in cui i ragazzi e le ragazze di Afpd possano vivere serenamente anche una volta detto addio ai genitori. Le basi per una comunità sono gettate: «Basta guardare il progetto teatro, i partecipanti hanno imparato a conoscersi, si è creato un gruppo, le persone si sono affezionate le une alle altre».