Sport, calcio, psicomotricità, Antoniana: torna la proposta della società, dedicata a bambine e bambini dai quattro anni, compiuti, in su. Obiettivo pallone? Sì, ma non per forza (locandina con i contatti in fondo). «Riprendiamo la psicomotricità ogni anno – spiega Giuseppe Abenante, direttore generale Antoniana – lavorando, con personale preparato, sulla coordinazione motoria. Che è propedeutica a… tutto! I partecipanti prendono confidenza nel contatto con il terreno, reagiscono ai comandi degli istruttori, giocano. Sempre sul nostro campo principale, magari con pettorine e palloni, anche morbidi: non tutti vogliono usare quelli classici».
Questione di numeri e attenzione: «Lavoriamo con gruppi non troppo grandi. Anche se, ammettiamolo, ci piacerebbe avere sempre più bambini e bambine con noi. In generale, bisogna essere in grado di stare attenti e mantenere alta la qualità. Siamo al servizio delle famiglie, ci è capitato di segnalare situazioni motorie, o di postura, che meritavano approfondimenti».
Pazienza innanzitutto: «Nel complesso, abbiamo circa 300 iscritti, dai cinque anni alla prima squadra. Ma non è una questione di numeri – insiste Abenante – è una questione di qualità. Quelli che vanno a 200 all’ora li vediamo e, non a caso, abbiamo rapporti con Pro Patria, Como, Accademia Milan e Inter. Per il sesto anno consecutivo siamo ufficialmente "scuola calcio". Ma per noi sono tutti e tutte importanti, gli stiamo dietro».
Quindi tutto ok? «In realtà avremmo bisogno di strutture più performanti. Di recente siamo stati a Seravezza, squadra in serie D. Lì hanno semplicemente messo a posto quello che esisteva, fra campo, strutture e servizi. Si percepisce che non ci sono delle novità dispensiose, ma tutto è stato rinfrescato e funziona. Sappiamo di essere seguiti dal Comune, l’assessore allo Sport, Maurizio Artusa, ci conosce molto bene, è presente. Anche i nostri spogliatoi sono, diciamo, “in divenire”. Ma abbiamo il passo per potere andare oltre».