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Varese | 08 marzo 2023, 12:23

FOTO E VIDEO Sport e parità di genere: Claudia Giordani e Piera Macchi incantano i ragazzi della Scuola Europea

Vicepresidentessa del CONI e argento olimpico nello slalom l’una; ex sciatrice e parte della "valanga rosa" degli anni Settanta l’altra. Nel giorno della festa della donna, le due ex sportive hanno incontrato un folto gruppo di studenti, rivelatisi interessatissimi alle parole delle due. Tema centrale la disparità di genere, accostata anche al mondo dello sport

Da sinistra: Claudia Giordani, Marco Dal Fior e Piera Macchi

Da sinistra: Claudia Giordani, Marco Dal Fior e Piera Macchi

Sport e parità di genere. Questi i due temi che si sono continuamente intrecciati e sovrapposti nell’interessantissimo incontro avvenuto oggi tra i ragazzi della Scuola Europea e due donne di spicco del mondo dello sport passato e presente: Claudia Giordani e Piera Macchi. Assieme a loro il giornalista varesino Marco Dal Fior.

Vicecampionessa olimpica nello slalom ai Giochi di Innsbruck del 1976 e attuale vicepresidente del CONI la prima, slalomista varesina e componente della squadra che tra fine anni Settanta e inizio anni Ottanta si guadagno il soprannome di "valanga rosa" la seconda, le due hanno portato la propria testimonianza di sportive a circa trecento studenti rimasti affascinati dalle loro parole e dai loro racconti.

«La rappresentanza delle donne nei luoghi dove si decide lo sport è ancora scarsa - ha affermato Claudia Giordani in qualità di vicepresidentessa del CONI - Ma al di là dello sport è necessario partire dal concetto generale. La parità di genere è l’obiettivo che l’Unione Europea si è posto da diversi anni: l’obiettivo è raggiungerla nel 2030 in tutti i campi. Raggiungere il pareggio in questo caso sarebbe una vittoria».

Qual è la situazione reale? Una delle associazioni che più si muove in questo senso è l’Istituto Europeo per Uguaglianze di Genere, che pubblica un report annuale sulla classifica per nazioni sulla parità di genere. «La discriminazione è parecchio marcata tra noi e l’estero: l’Italia è solo al quattordicesimo posto in questa classifica». Ai primi tre posti Svezia, Danimarca e Francia.

Tutto questo si riflette nello sport: un altro report, pubblicato da Unione Europea e CIO, sottolinea come nei ruoli di tecnici e di direttori di gara, il gap occupazionale tra uomini e donne sia ancora molto ampio.

Agli ultimi Giochi Olimpici erano solo il 13% le allenatrici donne. All’interno degli occupati nel CIO la percentuale ha raggiunto ormai il 38%. È invece meno del 30% la percentuale delle tesserate femmine in Italia.

«Da piccolina giocavo sempre a calcio, ma mi volevano togliere del campo - la testimonianza della varesina Piera Macchi - Ricordo ancora i miei primi scarponi da sci, grandissimi perché esistevano solo per gli uomini».

«Non avevamo diritto di parlare - continua poi Claudia Giordani - La sensazione era di essere trasparenti, ininfluenti, non capaci, era messa in dubbio in partenza la nostra capacità».

Oltre trecento i ragazzi che hanno attentamente seguito l’incontro, e che non hanno mancato di porre domande alle due ex sciatrici su quelle che sono stati gli ostacoli incontrati nel loro cammino e nella loro carriera.

«Una cosa di cui ho sentito la mancanza - racconta ancora Piera Macchi - è stata la presenza di una figura femminile nella squadra, che sia allenatrice o psicologa. Ero molto sensibile, avrei apprezzato molto una figura che mi avesse capito, avrei potuto fare di più anche a livello di risultati».

«Quando poi le ragazze sono messe in condizioni si rivelano capaci e molto brave» conclude la vicepresidentessa del CONI.

Lorenzo D'Angelo

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