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Hockey | 24 febbraio 2023, 10:30

Carica su Perla: sospeso l'arbitro Cassol. L'hockey è diverso e stavolta lo dimostra

Dopo la carica scorretta sul portiere del Varese, rimasto a terra ad Appiano a causa di una botta alla testa, un segnale è arrivato e non era scontato: le regole ci sono e vanno rispettate

Perla a terra dietro la gabbia dopo la carica di Erlacher ad Appiano

Perla a terra dietro la gabbia dopo la carica di Erlacher ad Appiano

L'hockey è diverso e stavolta lo dimostra mandando un segnale a giocatori, tifosi e dirigenti: le regole ci sono e vanno rispettate.

Il segnale è arrivato, e non era scontato: la carica scorretta su Rocco Perla dietro la gabbia che ha lasciato sul ghiaccio di Appiano il portiere del Varese, poi uscito a braccio per un colpo alla testa, non è rimasta senza conseguenze.

Se in partita l'autore di un chiaro intervento da penalità partita, il capitano degli altoatesini Daniel Erlacher, aveva subito appena due minuti di penalità, la GAHG, cioè l'organo che "governa" gli arbitri della Federghiaccio, ha deciso di non passarci sopra, bloccando fino al termine della stagione il capo arbitro Luca Cassol, autore di quella decisione.

Quello del portiere è il ruolo più delicato e, da sempre, occupa una posizione in pista di per sé fragile ed esposta a conseguenze più rischiose, rispetto ai compagni, nel caso di cariche o colpi subiti: non esporlo a questi rischi è una regola non scritta che solitamente è rispettata da tutti ma, quando non lo è, devono essere gli arbitri a evitare che ciò accada e a proteggerne l'incolumità. 

Cosa che ad Appiano non è accaduta, come evidenziato dalle immagini che hanno immediatamente fatto il giro del mondo dell'hockey (clicca QUI per il video): dall'alto, però, sono intervenuti dando un segnale forte e importante. E distinguendo il mondo dell'hockey da quanto accade in altri sport.

Un arbitro può sbagliare ma, se lo fa in maniera così evidente, può anche fermarsi a riflettere sul suo errore. Di più: quello del portiere, nel Varese e in ogni squadra, è un meccanismo delicato di uno sport vero e spesso duro, ma non violento, e va salvaguardato. Dai compagni ma anche da avversari e arbitri. Così è sempre stato e così dev'essere, come ricordato da questa decisione.

Per chiudere la vicenda servirebbe ora un'ultima parola di Erlacher, che non poteva essere squalificato se non in base al referto arbitrale. Una parola rivolta a Rocco Perla. Una parola che a volte rende migliori e, perfino, vincenti: «Scusa». Non abbiamo dubbi sul fatto che arriverà. E che Varese-Appiano, quando si ritroveranno, penseranno solo a giocare. E i tifosi solo a tifare. Perché l'hockey è diverso.

Andrea Confalonieri


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