La nostra rubrica "INGIUSTIZIA" è nata con lo scopo di affrontare, settimanalmente, questioni giuridiche concrete di interesse dei lettori.
Tuttavia, questa settimana, non posso sottrarmi dal parlare di una vicenda statunitense che potrebbe rivoluzionare il modo legale e della giustizia.
La start up DoNotPay porterà, nei prossimi giorni, in un'aula di giustizia il primo "avvocato robot" per affrontare alcuni casi di multe per eccesso di velocità al fini di dimostrare l'efficacia e la validità dell'intelligenza artificiale.
L'idea nasce per risolvere un problema concreto; nella traffic court, tribunale specializzato nella gestione delle infrazioni stradali, l'imputato deve presentarsi con l'assistenza di un Avvocato. Il rischio è che, all'esito del giudizio, le spese legali siano maggiori dei costi della sanzione pecuniaria poi concretamente comminata dal Giudice.
Farsi assistere dall'intelligenza artificiale eliminerebbe, dunque, i costi legali posto che la start up statunitense fornisce una applicazione di consulenza legale al costo d soli 36 USD ogni tre mesi.
Il CEO di DoNotPay è convinto che il robot avvocato contribuirà a sconfiggere non meno di 375.000 casi di parking tichets in un periodo di due anni.
Tale tecnologia, allo stato attuale, non è ritenuta legale nella maggior parte dei tribunali americani; tuttavia verrà utilizzata grazie ad un auricolare, indossato dall'imputato, collegato col proprio cellulare; l'applicazione, in tempo reale, suggerirà quale risposte fornire e quali precedenti citare al Giudice.
Ma davvero sarà capace l'intelligenza artificiale di sostituire l'uomo avvocato?
Senza alcuna preclusione nei confronti della tecnologia che avanza, ritengo impossibile una simile soluzione.
Un robot può sicuramente immagazzinare un numero maggiore di norme e di precedenti giurisprudenziali ed elaborarli con una velocità maggiore di quanto possa fare un avvocato ancorhè munito di una mente rapida ed allenata.
Tuttavia quello che mancherà alla macchina sarà la capacità creativa ed interpretativa della norma giuridica applicata al caso concreto.
La giurisprudenza è, infatti, l'adattamento della norma all'evoluzione sociale, culturale ed economica del tempo.
Il ricorso a precedenti giurisprudenziali - elaborati nel passato - non porterà ad innovativi e sostanziali sviluppi.
La norma giuridica, pertanto, sarà legata a vecchi schemi oramai superati dalla prassi operativa.
Chi fa impresa nel mercato estero già è consapevole che le norme internazionali - ancorchè aggiornate da principi commerciali universali - in un mercato sempre più dinamico ed in evoluzione, sono sovente inutilizzabili poichè vetuste.
Non a caso nella contrattualistica internazionale si conviene sempre più spesso che le future dispute tra i contraenti verranno decise dalla c.d. giustizia privata (l'Arbitrato).
Insomma, solo la creatività dell'uomo consente innovazione e sviluppo del diritto vivente.
Sicuramente l'intelligenza artificiale sarà un buon ausiliario dell'avvocato, ma non potrà mai sostituirlo.
Del resto esistono già precedenti significativi..il pane fatto dai robot non sarà mai buono come quello fatto dai panettieri.
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