«Quale è stato il mio primo pensiero? No, non per me. Il mio primo pensiero è stato per Carlo (Bino), per Matteo (Malfatti) e per tutta la squadra. Questo successo lo dedico a loro».
Lo aveva detto, coach Claude Devèze, nella sua intervista appena tornato a Varese: «Sono tornato per finire l'opera, sono tornato per vincere».
Detto. Fatto.
Emozioni giallonere dall'Acinque Ice Arena. Servitevene a piene mani...
Claudio Pucci, imprenditore e sostenitore da sempre dei Mastini: «Abbiamo assistito a due partite eccezionali. Ma questa lo è stata di più».
Mauro Temperelli, segretario generale della Camera di Commercio, tifoso dei Mastini (c'era anche a Merano tre anni fa) e anche lui contento in mezzo al ghiaccio con la nipotina Emma in braccio: «È contenta anche lei... I Mastini sono stati fantastici».
Edoardo Raimondi in lacrime vicino a papà Norberto: «È qualcosa di indescrivibile, passi una vita intera a giocare sul ghiaccio per arrivare a un momento del genere. E farlo in casa è qualcosa di indescrivibile. Questa coppa è frutto del lavoro di tutti noi, della società, della città, di chi c'è stato e di chi ci sarà: la lasciamo alle future generazioni come simbolo dell'amore per questa maglia».
Riccardo Privitera: «Dedico questo trofeo a mia madre, che mi ha portato avanti e indietro una vita agli allenamenti e alle partite. Abbiamo sofferto per 60 minuti oggi, ma è stato più bello così».
Matteo Malfatti, gli occhi lucidi che dicono tutto: «Questa coppa è di tutti noi, di tutti voi: ragazzi, pubblico, stampa. Abbiamo, avete fatto qualcosa di fantastico».
Marco Franchini: «È per i miei genitori... Perché? Perché mi hanno sopportato trentadue anni... E poi per i tifosi».
Alessio Piroso, con sigaro in bocca e la birra in mano: «A chi la dedico? A noi, ci siamo fatti un "culo" in questi tre anni... E poi ai tifosi: siamo una famiglia».
Andrea Schina: «Abbiamo fatto l'impossibile negli ultimi anni, avanti e indietro da Milano o da Como, senza una casa. Questa coppa è nostra. La mia dedica personale è per la mia ragazza».