La Lombardia è una delle regioni più virtuose del nostro Paese per ciò che concerne la raccolta differenziata, con un dato che tocca il 73%; ciò rende il territorio un punto di riferimento a livello nazionale per ciò che riguarda l’economia circolare.
La produzione dei rifiuti è in calo, dunque, mentre migliora la raccolta differenziata: per esempio tra il 2019 e il 2020 il dato della differenziata è cresciuto dal 72% al 73.3%, per un totale di 3.428.177 tonnellate riciclate. Un dato ancora più significativo se si pensa al fatto che nel 2020, dato dell’esplosione della pandemia da coronavirus, per le persone contagiate l’indicazione era quella di privilegiare la raccolta indifferenziata. Tra il 2010 e il 2020, invece, la raccolta differenziata è cresciuta di quasi 24 punti percentuali.
Produzione e riciclo della plastica
Se si dà uno sguardo alle singole frazioni, si scopre un incremento della plastica: da 170.979,04 tonnellate del 2019 a 216.289,5 tonnellate del 2020. Un dato che si spiega con l’aumento degli acquisti online, degli imballaggi per i consumi domestici e del ricorso all’asporto. Ad ogni modo la Lombardia vanta una dotazione impiantistica che le consente di smaltire la plastica in maniera autosufficiente, e anzi di sopperire in molti casi alle carenze delle altre regioni.
Il riciclo della plastica e il suo smaltimento
Ma come avviene di preciso la raccolta differenziata della plastica? Come noto, stiamo parlando di uno dei componenti principali dei rifiuti solidi: per questo motivo il riciclo della plastica e il suo smaltimento costituiscono una sfida impegnativa e quotidiana per la nostra società nella prospettiva di un’ottimizzazione delle risorse. La plastica non è biodegradabile, e in alcuni casi può persino diventare tossica nel momento in cui viene bruciata: questo è il motivo per il quale deve essere riciclata il più possibile. È soprattutto per gli imballaggi che risulta importante la raccolta differenziata, visto che essi da soli riguardano oltre la metà della plastica presente nei rifiuti urbani. Circa i tre quarti dei rifiuti di plastica sono riciclati, e quindi trasformati, in una materia prima seconda, che si potrà poi impiegare per la realizzazione di un altro manufatto.
Che cosa si può riciclare
L’evoluzione della tecnologia ha fatto sì che il numero e la tipologia di manufatti in plastica che possono essere riciclati siano in costante aumento. Se una volta erano solo i contenitori dei detersivi e le bottiglie di plastica a poter essere riciclati, oggi ciò avviene anche per i sacchi in PE che vengono usati per la raccolta differenziata e per gli imballaggi adoperati per gli alimenti, dalle pellicole alle vaschette.
Il processo di smaltimento e riciclo
Prima del riciclo, ovviamente, è opportuno procedere alla raccolta differenziata. La plastica che può essere riciclata è diretta a un centro di raccolta differenziata. Va detto, comunque, che le modalità con le quali la raccolta differenziata viene effettuata cambiano, in Europa, da un Paese all’altro. Nel corso del processo di riciclo, una fase decisiva è rappresentata dallo smistamento, che è indispensabile per eliminare i materiali che non possono essere riciclati. Infatti ci sono varie tipologie di plastiche, le quali – per mezzo di macchinari ad hoc – vengono separate e distinte in base al materiale o al colore.
Una ulteriore selezione viene effettuata da addetti umani, che agiscono per eseguire uno smistamento manuale. Altrettanto importante è il processo del lavaggio, che serve a eliminare quel che non è plastica: le etichette e gli adesivi, per esempio, ma anche i liquidi e i residui di cibo. Si tratta di elementi estranei che è necessario eliminare; in caso contrario finirebbero per danneggiare la struttura della plastica e potrebbero compromettere la sua corretta trasformazione.
Il ridimensionamento della plastica
Anche pezzi di plastica di grandi dimensioni possono essere riciclati, ma per procedere in maniera più efficace in tal caso è indispensabile provvedere al loro ridimensionamento. Si tratta in sostanza di sminuzzare la plastica al fine di ottenere dei pezzi di dimensioni inferiori. Con l’aiuto di rilevatori e di magneti ad hoc, eventuali metalli ancora presenti possono essere identificati, separati ed eliminati.
La fase di selezione della plastica è fondamentale, perché le caratteristiche e le proprietà delle varie tipologie di plastica variano: il punto di fusione, lo spessore e la densità.
Il riciclo chimico e quello meccanico
Si può effettuare un riciclo meccanico o un riciclo chimico. Il primo è il più diffuso: lo scopo è quello di ottenere granuli e scaglie in PET che poi saranno impiegati per produrre nuovi oggetti, come per esempio contenitori e bottiglie, ma anche vasi per fiori, borse per la spesa, guaine bituminose e tubi. Nel caso del riciclo chimico, che è più comune a livello industriale, si rompono i polimeri – vale a dire le molecole della plastica – per ottenere i monomeri, cioè le materie prime di partenza.














