Viale Lombardia è al centro dell’attenzione assieme ad altre situazioni che verranno delineate nel Piano urbano di mobilità sostenibile, in questi giorni a una svolta, ma bisogna prendere la decisione giusta. Perché «la velocità è la concausa, la prima causa è la conformazione della strada, con la scarsa visibilità per chi esce dalle vie laterali», afferma l’assessore Salvatore Loschiavo a Busto Arsizio.
Il che non ha a che fare soltanto con le auto parcheggiate, osserva: è arduo comunque uscire e svoltare se non a destra, proseguendo diritto o curvando a sinistra. Dopo l’incidente di domenica, per fortuna senza gravi conseguenze, i residenti hanno riproposto una lettera inviata al Comando dei vigili in cui chiedevano i dissuasori di velocità. Un’altra opzione, preannunciata con una petizione dall’avvocato Manuela Brazzelli Lualdi, poteva essere proprio l’obbligo di svolta a destra spostando, non riducendo, alcuni posteggi per consentire la manovra in sicurezza.
Che cosa dice l’assessore competente? «Il problema va affrontato in maniera organica – spiega Loschiavo – Proprio in questi giorni si chiude la procedura per l’affidamento del Pums, il termine era il primo dicembre, a metà del mese si fa la scelta e si stipulerà il contratto». Ci sarà poi tutto il 2023 per lavorare alle diverse soluzioni, ma ciò non significa che bisognerà tenersi i pericoli per un altro anno ovviamente: «Nel frattempo si può intervenire su alcune problematiche urgenti. Un esempio è la rotonda Ferrario-Marzoli che è stata anticipata e sarà in versione provvisoria a gennaio». Anche viale Lombardia può vedere adottate delle misure, intanto ma sempre con quella visione organica di rallentare la velocità e non solo.
I dossi? «Gli attraversamenti pedonali rialzati – precisa l’assessore – vanno a intervenire ma non a risolvere. Senza contare i costi, ne servirebbero almeno tre, il che significa investire 30mila euro». Non è la cifra in sé, bensì l’effettiva efficacia del provvedimento che fa riflettere: «Ci possono essere anche altri interventi, come altre rotonde tipo quella verso via Costa, ma con caratteristiche diverse». Su quella rotatoria, realizzata con un basso spessore e senza dissuasori, le auto passano placidamente: in questo senso non sarebbero uguali.
«Le rotonde – continua Loschiavo – agevolerebbero l’uscita dalle vie laterali e non comporterebbero effetti collaterali per i mezzi di soccorso». Vorrebbe dire un taglio ai posteggi? Qui Loschiavo fa un’altra ipotesi, l’ispirazione potrebbe essere la pista ciclabile di via Marco Polo: «Addirittura una rivisitazione complessiva con una fila di posteggi sacrificata, una carreggiata ristretta, con pista ciclabile». La ciclovia, appunto.
Sono appunto ipotesi al vaglio e che potranno essere valutate nel Pums in un’ottica di sicurezza stradale complessiva da rafforzare. Ciò non toglie, ribadisce, che si possa intervenire anche prima con questa filosofia. E l'assessore si conferma pronto al confronto per prendere la decisione efficace.