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Varese | 28 marzo 2022, 11:08

I segreti di Villa Aletti Spartivento e tesori da riscoprire: i varesini rispondono in massa al Fai

Oltre mille persone per la storica dimora di Biumo. Tra arte, storia e aneddoti la cultura attira visitatori anche da fuori provincia. Presente anche il nuovo prefetto. Gli organizzatori: «Il nostro è un territorio ricchissimo non valorizzato adeguatamente. Ci va riportato un turismo di classe»

I segreti di Villa Aletti Spartivento e tesori da riscoprire: i varesini rispondono in massa al Fai

All’entrata di villa Aletti Spartivento, costruita a fine ‘800 da due ricche signore dell’alta borghesia milanese alla sommità del colle di Biumo, c’è una singolare natura morta con frutta, all’apparenza appesa a lato del portone d’ingresso a scomparsa. La villa, venduta dai proprietari lo scorso anno a una società milanese che ne ricaverà uffici, è completamente spoglia di ogni arredamento, ma il quadro è rimasto e c’è un perché: non è un olio su tela ma una vetrofania, e serviva ai proprietari, nascosti nel locale retrostante, per spiare gli ospiti senza farsi scorgere e magari malignare un po’.

È uno dei “segreti” dell’antica dimora, aperta dal Fai per le Giornate di Primavera, assieme alla stanzetta che appare dietro la porta di un armadio e conserva chissà quali ricordi d’alcova.

Villa Aletti Spartivento -il nome deriva da Capo Spartivento, luogo caro agli affari di famiglia legati alle ferrovie, o anche dal fatto che la posizione in cima al colle di Biumo “spartisse” l’arietta “remondina” che scende dal Campo dei Fiori- è uno dei luoghi che il Fai di Varese ha permesso di visitare per le Giornate di Primavera, assieme alla Chiesa di Sant’Anna a Biumo, il Castello e le cave di granito di Cuasso e la Chiesa di San Pietro in Silvis a Induno Olona.

Al cancello della villa, pochi metri oltre l’Asilo Ponti, una lunga coda di visitatori attende il turno di visita, con i volontari del Fai, circa una sessantina a Varese, cortesi e disponibili e pronti a raccontarne la storia. Alla vicina Chiesa di Sant’Anna, i ragazzi del Fai Giovani, Sara Marcolli, Giulio Ferrari e Simona Rossi, registrano i visitatori guidati poi dalla restauratrice Rossella Bernasconi. Si scopre così il legame della chiesetta seicentesca con la villa, perché qui si sposarono Amelie Belloni, proprietaria della dimora sul colle, e Arturo Aletti, della dinastia imprenditoriale varesina e presidente della Banca Valori di Milano. All’interno della chiesa ci sono affreschi attribuibili al Magatti e alla sua scuola. 

«Quando apriamo le ville abbiamo moltissime richieste di visita e ancor più quest’anno, dopo i due di chiusura per la pandemia. Sabato c’erano 11 gruppi, oggi almeno il doppio, e ogni gruppo conta 25 persone, più 15 aggiunte per la visita al parco di villa Aletti Spartivento. La gente arriva da Varese e dintorni, ma anche da Milano e Novara», spiega Giulia Pozzi capogruppo del Fai Giovani. 

Tra i visitatori c’è anche il nuovo prefetto di Varese, Salvatore Rosario Pasquariello, che sta scoprendo le bellezze del nostro paesaggio, accompagnato dalla moglie.

«Con il prefetto ho parlato della collaborazione che il Fai Varese vuole intensificare con le istituzioni, il comune e la Camera di Commercio. Il nostro è un territorio ricchissimo non valorizzato adeguatamente, e ci va riportato un turismo di classe. Stiamo cercando di ottenere un finanziamento, in partnership con Fondazione Cariplo e Camera di Commercio, che spinga il comune a redigere un progetto di recupero per la Stazione della Funicolare di Campo dei Fiori, diventata “Luogo del cuore” Fai, motivo per il quale stiamo lavorando per sistemare almeno una targa che lo certifichi», dice l’austriaco Peter Haag, da due anni capo delegazione del Fai Varese.

Giulia Pozzi intanto racconta l’epopea delle ville di delizia di Varese, costruite prima dalla nobiltà e quindi dalla ricca borghesia, che “copiò” in qualche modo Francesco III d’Este in visita in città, ospite nel 1765 dei Menafoglio in quella che oggi è Villa Panza. Il duca, folgorato dalla bellezza di Varese vista ai suoi piedi, decise di costruire in centro il suo palazzo. Il colle di Biumo contava diversi conventi, in parte chiusi da Napoleone, i maggiori dei quali, erano quelli dei padri Carmelitani Scalzi, ubicato nell’area di ville Ponti, e di San Francesco, oggi villa Veratti, inaugurato, pare, addirittura da Sant’Antonio da Padova. 

Villa Spartivento, costruita a fine ‘800 con stilemi settecenteschi e non Art Nouveau come avrebbe voluto il periodo storico, ha contato diversi proprietari, gli ultimi, Arturo e Willy Aletti, l’hanno abitata fino al 2021, naturalmente soltanto in estate. 

«Tra gli aneddoti raccontati da loro, c’è quello della partenza per la villeggiatura da Milano, con tanto di servitù che portava a Biumo tutto il pentolame e perfino i materassi, riportati diligentemente in città a fine vacanza. La villa possiede un’enorme cucina sotterranea, con tanto di ghiacciaia privata -un tempo non c’erano frigoriferi- che veniva riempita con la neve raccolta a carriolate nel parco», prosegue Giulia Pozzi durante la visita guidata.

Il parco, disegnato dall’architetto Emilio Alemagna, lo stesso del Parco Sempione a Milano, e delle ville Nonaro a Masnago e Castelbarco a Casciago, conta su specie arboree di pregio, come il faggio pendulo e gli ippocastani potati a candelabro, coevi alla villa, l’abete Douglas e quelli del Caucaso, lecci, roveri e platani, oltre a un gruppo di aceri giapponesi secolari. Camelie e rododendri sono già in fiore, e il prato, di circa 10mila metri quadrati, arriva fino all’ippodromo. Lì, un tempo, c’era un campo da tennis in terra rossa, e gli ospiti della villa, accomodati in confortevoli chaises longue, si godevano le partite dalla sommità del parco, tra chiacchiere e sorbetti. 

Alla fine, a villa Aletti Spartivento, nei due giorni di visita sono arrivate 1.100 persone divise in ben 33 turni. Un successo che testimonia la bontà delle scelte del Fai di Varese e la qualità delle proposte, in un territorio con una estrema varietà di soluzioni e ancora tutto da scoprire.

Mario Chiodetti

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