Per fortuna, gli addetti all'utilizzo del Dae si stanno moltiplicando. Soprattutto per le normative che in più ambiti, principalmente in quello sportivo, e all'interno di diversi enti od associazioni richiedono la presenza di soggetti formati e certificati. Così, l'utilizzo dello strumento salvavita – il defibrillatore semiautomatico – non è più un “segreto” per molti.
Non sappiamo se il rianimatore di ieri pomeriggio a Gallarate, in viale Milano, fosse un soggetto formato oppure una persona in grado di gestire benissimo le emozioni e di mantenere la calma e la lucidità per seguire alla lettera le istruzioni dell'operatore 112 al telefono. Sta di fatto, che il Dae a portata di mano ha evitato la tragedia all'interno di un'officina di Gallarate quando un 68enne ha avuto un malore, mentre stava attendendo le operazioni di check-in della propria vettura. L'uomo ha perso improvvisamente conoscenza e il suo cuore si è fermato. Immediata la chiamata al Numero Unico di Emergenza e, mentre l'operatore della centrale inviava sul posto l'automedica e l'ambulanza della Croce Rossa, al rianimatore sul posto venivano date le istruzioni per eseguire il massaggio cardiaco e farsi portare il defibrillatore dal vicino istituto scolastico “Falcone”.
All'arrivo dei mezzi di soccorso, il Dae aveva già rilasciato la prima scarica e l'équipe sanitaria poteva così proseguire nelle manovre di rianimazione avanzata, stabilizzando le condizioni del paziente e trasportandolo al vicino ospedale. Qui è stato sottoposto ad angioplastica e ora si trova ricoverato, dopo l'operazione, in terapia intensiva.
La perfetta sinergia tra il sistema 118 e la rete di primo soccorso formata dai cittadini ha dimostrato, ancora una volta, la capacità di salvare vite. Un intervento tempestivo del defibrillatore è in grado di intercettare le residue possibilità di sopravvivenza del soggetto colpito da arresto cardiaco in almeno il 50% dei casi.