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Busto Arsizio | 28 gennaio 2022, 16:58

Il ricordo di Gildo Colombo: «Un faro su via Milano, un generale d’altri tempi»

Commercianti, dipendenti e amici piangono la scomparsa del patron della pizza al trancio di Busto. I suoi "ragazzi" hanno creato una croce di pane che sarà collocata sulla bara

La croce di pane realizzata dai dipendenti

La croce di pane realizzata dai dipendenti

È unanime il coro che si alza per le vie del centro cittadino, tra commercianti, dipendenti, amici. Gildo Colombo era un faro su via Milano, un generale d’altri tempi, un punto di riferimento, uno "sceriffo" che aveva il controllo su tutto, sul centro della sua Busto. Non solo: un grandissimo imprenditore con un cuore generosissimo, un’incredibile determinazione, che ha insegnato tanto.

Oggi in tanti piangono la scomparsa del “patron della pizza”. A cominciare dai suoi dipendenti, i suoi ragazzi e le sue donne come li chiamava lui. Lo ricordano «quando al mattino, puntuale alle 6 arrivava in negozio a controllare che le brioche con la marmellata avessero lo zucchero messo bene – afferma un dipendente che preferisce mantenere l’anonimato –. Se lo strato di velo era spalmato in modo adeguato, voleva dire che le brioche erano cotte correttamente. È sempre stato un generale d’altri tempi. Vedeva quello che un dipendente non vedeva, osservava con l’occhio critico giusto». A questo si aggiunge «il trucco del mestiere – come osserva Silvia, un’altra dipendente del panificio di via Milano – Ci insegnava un sacco di cose. Aveva sempre il trucchetto giusto per sistemare ogni problema. Insomma un vero artigiano». Così i suoi ragazzi e ragazze hanno deciso di realizzare una croce Tau di pane con semi integrali, di girasole e di sesamo da collocare sulla bara.

Eloquente anche il pensiero di Cinzia Semplici, sua collaboratrice, responsabile della rete vendite: «Un imprenditore che ha costruito la sua azienda con sacrificio, tenacia e passione, da solo. Si è poi intelligentemente attorniato di persone giovani che ha saputo far crescere, distribuendo il lavoro e arrivando ad aprire persino quattordici negozi con ben centouno persone. Per noi è stato un punto di riferimento. Con un carattere determinato, ci ha insegnato davvero tanto. Sempre deciso, pretendeva che le cose venissero eseguite in un certo modo. Con noi ha saputo costruire e portare avanti un bagaglio culturale e umano: basti pensare che ha sempre condiviso gioie e dolori. Si congratulava se un nostro caro aveva realizzato qualcosa di bello e ci era vicino nei momenti di dolore e tristezza. Una persona che va ricordata per il suo cuore generosissimo, una guida, un punto di riferimento. Insomma, un padre».

Commoventi anche le parole di Francesca Boragno, della libreria di via Milano: «Ha permesso ai figli di sviluppare le proprie individualità, trasmettendo il suo spirito imprenditoriale  – afferma – Era un faro su via Milano. Uno sceriffo che controllava tutto. Sempre animato da quello spirito del lavoro bustocco, aveva ben presente la cultura del fare: questa è sempre stata fattiva. Era un uomo di poche parole, ma di grandi fatti. Ecco, parlavano i fatti. È stato capace di irradiare con il suo modello una rete di negozi che lo hanno portato ad essere il re della pizza. Aveva inventato la pizza più famosa di Busto».

Parole toccanti le esprime anche un altro artigiano, che del mestiere del pane la sa davvero lunga, Roberto Luraschi: «Gildo è stato una persona che ha avuto un’intuizione notevole: quella di allargare le proprie attività quando iniziavano a crescere i grandi centri commerciali – è il pensiero del collega – Ha sapientemente capito che per reggere la concorrenza occorreva diversificare. E lui lo ha saputo fare: aveva sempre idee innovative, un grande imprenditore. È stato lungimirante e ha compreso inoltre che per reggere bene, come in passato, era necessario aprire altri punti vendita. Ha contato anche sull’apporto dei figli che sono stati capaci di implementare la catena di negozi. Ho sempre trovato molto prezioso il fatto di confrontarmi con lui: scambiare idee, pareri sul mestiere. Quando anch’io ho voluto apportare qualche modifica, lui mi ha sempre saputo consigliare saggiamente».

Laura Vignati

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