La difesa e la tutela dell'ambiente partono dai comportamenti e dalla collaborazione di tutti i cittadini che sono chiamati a partecipare, collaborare e a rispettare le regole della raccolta differenziata dei rifiuti.
Questo il succo della riflessione politica e amministrativa proposta da Gianpietro Ballardin, sindaco di Brenta e assessore all'Ecologia della Comunità Montana Valli del Verbano, che sta incontrato cittadini e amministratori dei 30 Comuni del territorio dove dal 1° dicembre entrerà in vigore il nuovo sistema di raccolta differenziata.
«In questi numerosi incontri - spiega Ballardin - insisto molto sulla necessità di un dialogo tra amministrazioni, Comunità Montana e cittadini perché è necessario mettere in atto azioni che possano rispettare l’ambiente attraverso i piccoli gesti quotidiani. Tutto questo a nostro avviso oggi è attuabile attraverso una partecipata azione individuale e collettiva per rendere realmente concreto il nostro “dire con il fare».
Il sindaco cita un'indagine patrocinata dal Ministero dell'Ambiente dove emerge che sono i più giovani, in particolare quelli della fascia d'età dai 18 ai 34 anni ad essere più intolleranti nel fenomeno dell'abbandono dei rifiuti che tristemente riguarda da vicino anche la provincia di Varese.
Non solo, sono i proprio gli appartenenti a questa fascia d'età a dichiarare di intervenire se vedono qualcuno gettare cartacce per terra, andando dal responsabile per redarguirlo. A ciò si lega un sentimento di prevalente disillusione, almeno tra i più giovani, riguardo la speranza di superare il problema con l’impegno personale: se per una discreta metà di tutto il campione preso in esame (46%) il conferimento del rifiuto è una questione risolvibile con l’impegno del singolo, per i 18-24enni è una cosa impossibile da pensare.
Ciononostante, il 54% di questi confida in una maggiore presa di coscienza a lungo termine, grazie a percorsi di responsabilizzazione e sensibilizzazione, soprattutto legati alle regole di civiltà in generale.
Nella classifica dei rifiuti più intollerabili c’è certamente la plastica, più nello specifico le bottigliette (21%). Al secondo posto, una new entry palesemente legata al momento di emergenza sanitaria che il mondo sta attraversando, ovvero le mascherine di protezione.
«Le nuove modalità di raccolta dei rifiuti che noi produciamo devono trovare la necessità di azioni più partecipative che non tutti riescono a percepire e che alcune volte volutamente sono ignorate, ma a nostro avviso è arrivato il tempo delle scelte di responsabilità che, attraverso le nostre piccole azioni quotidiane, possono invertire la condizione di danno continuo che viene provocato all’ambiente in cui viviamo e dove vorremmo potessero crescere con giusta speranza i nostri figli e i nostri nipoti» conclude Ballardin.













