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Politica | 01 ottobre 2021, 18:22

Caterina Cazzato chiude la campagna elettorale da San Fermo: «Partecipate, votate e abbiate il coraggio di puntare su una proposta nuova»

"Noi civici per Varese" ha scelto di festeggiare nei quartieri per simboleggiare attenzione e vicinanza alle periferie. L'appello della candidata sindaco: «Non votare vuol dire cadere nella trappola dei partiti tradizionali che, con un'esigua minoranza di consensi, continuano a governare»

Caterina Cazzato chiude la campagna elettorale da San Fermo: «Partecipate, votate e abbiate il coraggio di puntare su una proposta nuova»

La candidata sindaco di Varese, Caterina Cazzato, ha scelto San Fermo per la festa di chiusura della campagna elettorale. Insieme ai candidati di "Noi civici per Varese" si è ritrovata al parco di via Pergine e da lì ha lanciato il suo appello al voto. 

«Dal 1948, la Costituzione costituisce il punto di riferimento dell'ordinamento democratico italiano anche  quando, col passare del tempo,  gli orientamenti politici sembrano non collocarsi più all'interno dei principi e dei valori tradizionali.

L' art. 48 della Costituzione riconosce il diritto di voto quale diritto civile, proprio del cittadino. Il diritto di voto è il principale diritto politico, nel senso che consente ai cittadini di partecipare attivamente  alla vita politica e alla formazione delle decisioni pubbliche e di esprimere in tal modo la sovranità popolare ossia l'autogoverno del popolo. Il voto è il baluardo della democrazia».

«L' esercizio del voto va inteso anche come un dovere civico, ai sensi dell'art. 48 citato, sebbene l'astensione dal voto politico non sia  più sanzionata  dal 1993. Vale la pena ricordare che per coloro che non si recavano a votare alle elezioni politiche, senza giustificato motivo, l'ordinamento prevedeva due tipi di sanzione: l'iscrizione in apposito elenco che veniva esposto per trenta giorni all'albo  comunale e la menzione "non ha votato" per un periodo di cinque anni sui certificati di buona condotta rilasciati per gli usi di legge (art. 115 T.U. della legge elettorale - D.P.R. 30/03/1957 n.361 del 1957). L' esistenza di tali sanzioni ha contribuito a diffondere fra i cittadini il senso di obbligatorietà del voto come tratto fondamentale della cultura politica post-repubblicana e l'interiorizzazione del senso del dovere civico».

«La progressiva disapplicazione della norma si è conclusa nel 1993, con l'approvazione della nuova legge elettorale (Dlgs 20/12/1993 n.302), attraverso la sostituzione dell' espressione " obbligo al quale nessun cittadino può sottrarsi" con la dizione "il voto è un diritto per tutti i cittadini" e con l'abrogazione dell'art.115 predetto. L'art. 48 della Costituzione, tuttavia, continua a definire l'esercizio del voto un dovere civico. In concreto, il dovere di votare e il diritto di voto possono essere intese come le facce di una stessa medaglia, in quanto non è possibile esercitare il diritto di voto senza percepire il voto stesso come  dovere etico del buon cittadino, che nutre con le proprie azioni legittime i valori tutelati dalla Costituzione, partecipando attraverso l' esercizio del voto alle scelte politiche, fondamentali, per la Comunità».

«Il mio appello è: partecipate, votate, per essere protagonisti del presente e del futuro nella società e abbiate il coraggio di puntare su una proposta nuova, come quella di Noi civici per Varese se non siete soddisfatti della situazione attuale. Non votare vuol dire cadere nella trappola dei partiti tradizionali che, con un'esigua minoranza di consensi, continuano a governare.».

Valentina Fumagalli


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