Fino a quest’anno di (dis)grazia 2021, i temi sanitari rimanevano avulsi da qualsiasi campagna elettorale per le amministrative. E non poteva essere altrimenti, vista la quasi totalità delle competenze in materia di pertinenza di Stato e Regioni.
Oggi il tema è invece diventato centrale anche là dove si deve scegliere un nuovo sindaco. Le nuove priorità le ha dettate la pandemia, capace di mettere in luce in maniera lampante e potente taluni cortocircuiti - bisognosi di nuove idee e soluzioni per essere risolti - tra cittadini e sistema sanitario.
Lavoriamo per Varese, lista che sosterrà Davide Galimberti il 3 e 4 ottobre, questa sera ha voluto trattare in maniera concreta l’argomento, con un convegno a Villa Cagnola. «La politica deve tornare a incidere nella vita delle persone, nei bisogni. E la salute è il primo di questi bisogni - ha detto la parlamentare di Italia Viva Maria Chiara Gadda - Ora avremo le risorse del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza, che andranno sul territorio ove ci saranno sindaci in grado di attrarle e di essere quei registi che sono mancati nella pandemia».
209 miliardi dal PNRR, come spenderli? Le proposte sono state discusse nella serata cui sono intervenuti anche il sindaco Galimberti e i candidati di Lavoriamo per Varese con competenze in ambito sanitario: i medici Guido Bonoldi (organizzatore dell’evento), Franco Caravati e Matteo Casali e gli infermieri Hicham El Moutaokil e Antonella Monachello.
«La pandemia - sostengono i candidati di Lavoriamo per Varese - ha mostrato come la risposta a situazioni complesse possa realizzarsi solo attraverso una collaborazione tra i diversi soggetti che operano all’interno della rete socio-sanitaria ed ha evidenziato anche l’importanza del ruolo dell’Amministrazione Comunale in tale contesto. E, al contempo, la necessità di potenziare cure intermedie e medicina territoriale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del governo Draghi prevede l’attivazione in Italia di 1.288 Case della Comunità e di 602 Centrali Operative Territoriali ed il potenziamento delle cure intermedie attraverso l’attivazione degli Ospedali di Comunità. Varese ha tutte le potenzialità per diventare un modello positivo. Per questo è fondamentale che Comune, ATS e ASST, insieme a Università, Terzo Settore, e mondo sanitario pensino insieme come affrontare questa sfida ripartendo dai bisogni quotidiani dei cittadini. Non c’è solo l’emergenza, vogliamo che si mettano al centro prevenzione, gestione delle cronicità e servizi territoriali socio-assistenziali».
Ci sono poi idee concrete adattate sulla realtà varesina: un Osservatorio sui Servizi Sanitari, uno Sportello orientativo sui Servizi Sanitari per i cittadini in difficoltà, un Ospedale di Comunità presso la Fondazione Molina, progetti di educazione sanitaria nei quartieri, favorire l’arrivo di medici e infermieri a Varese per risolvere il problema della carenza di personale sanitario, ottimizzare il trasporto pubblico locale collegato alle strutture sanitarie cittadine e promuovere l’organizzazione di eventi internazionali sui temi della sanità.