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Politica | 12 maggio 2021, 16:35

Fusione tra i Comuni di Bardello, Bregano e Malgesso, a ottobre il referendum

I tre piccoli paesi che già oggi formano l'Unione Ovest Lago di Varese, propongono ai cittadini di diventare un unico Comune: la consultazione referendaria si dovrebbe tenere in autunno in concomitanza con il turno di elezioni amministrative

I sindaci di Bregano Alessandro Granella, di Malgesso Giuseppe Iocca e di Bardello Luciano Puggioni

I sindaci di Bregano Alessandro Granella, di Malgesso Giuseppe Iocca e di Bardello Luciano Puggioni

Si svolgerà con ogni probabilità nel prossimo mese di ottobre e in concomitanza con il turno di elezioni amministrative, il referendum che dovrà sancire o bocciare la scelta di creare un unico Comune tra Bardello, Bregano e Malgesso che già da qualche anno fanno parte dell'Unione Ovest Lago di Varese, della quale sono i fondatori.

La fusione andrebbe a completare questo processo di Unione, ma saranno i cittadini residenti nei tre paesi a deciderlo; il nome del nuovo "super Comune" da circa 3800 abitanti dovrebbe chiamarsi Bardello con Bregano e Malgesso. «L'iter con la Regione è iniziato - spiega Luciano Puggioni, sindaco di Bardello che ha appena terminato il suo mandato, a rotazione, della presidenza dell'Unione dei Comuni che da qualche giorno è stata assunta dal primo cittadino di Bregano Alessandro Granella, con vice il sindaco di Malgesso Giuseppe Iocca - se l'Unione era stata deliberata dalle amministrazioni comunali è giusto che sulla fusione siano i cittadini a decidere».

Votando in autunno e se dovessero vincere i Sì, il commissariamento susseguente allo scioglimento dei tre Comuni sarebbe breve, considerando che la convalida dovrebbe arrivare a inizio 2022 e si potrebbe votare per l'elezione del sindaco del nuovo super Comune nella primavera del prossimo anno. «L'Unione sta dimostrando di funzionare bene - prosegue Puggioni - con la fusione ci sarebbero ulteriori miglioramenti dei servizi per i cittadini grazie agli ingenti finanziamenti previsti dallo Stato e ci sarebbero risparmi visto che dagli attuali tre sindaci, tre giunte e tre consigli comunali si arriverebbe a uno solo».

La condivisione e la collaborazione tra i tre sindaci è consolidata da anni e, almeno al momento, non si sono appalesati ufficialmente dei comitati del no alla fusione. «C'è il rammarico, causa emergenza sanitaria, di non poter organizzare incontri pubblici con i cittadini per spiegare tutti i benefici che porterebbe la fusione, lasciando perdere campanilismi che non hanno senso - conclude Puggioni - se la situazione migliorerà, proveremo a organizzare almeno un incontro pubblico per ciascun Comune»

Matteo Fontana


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