Nel decreto riaperture che sarà approvato questa sera sono putroppo ancora escluse tutte le attività legate all'organizzazione di eventi. Quelle che erano scese in piazza il 22 ottobre anche a Varese e che attendono ancora delle risposte.
«Il 22 ottobre scorso eravamo scesi in Piazza, nel cuore della nostra città, a chiedere risposte. Mai arrivate - spiega Sonia Milani di 23&20, promotrice dell'iniziativa - Mai una mail, una telefonata, una lettera, un piccione viaggiatore, che ci dicesse che fine dovevamo fare. Oggi, nel nuovo decreto "riaperture" eventi e wedding sono ancora fantasmi».
Nel progressivo ritorno alla normalità, alcuni settori resteranno ancora fermi «ma noi viviamo di questo, di Eventi. Ci siamo reinventati, adeguati, plasmati. Ma non è bastato. Volete davvero vederci morire?!? Non possiamo più sopravvivere all'incertezza, alla preoccupazione, all'insicurezza».
Gli operatori del settore chiedono una data certa: «Abbiamo cercato di mantenere vive le nostre attività, nonostante tutto, abbiamo pagato affitti ed utenze, siamo rimasti operativi con piccoli servizi a domicilio, ma non sufficienti nemmeno per fare la spesa. Avevamo chiesto un data, legittimamente, come tutti gli imprenditori, c'è stata per i ristoranti, per le palestre, per i parrucchieri, le estetiste, i negozi di abbigliamento. Siamo mancati noi all'appello. Nuovamente invisibili. Ma chiamati a breve a pagare nuovamente tasse ed INPS».
E rivendicano il loro diritto al lavoro: «La Costituzione riconosce pari dignità sociale e diritto al lavoro. Rivendichiamo solo questo, certi di essere in grado, a 15 mesi dall'inizio di questo incubo, di avere tutti i mezzi per farlo in sicurezza. Ma va fatto in fretta, partendo dalle amministrazioni comunali ed arrivando al Governo. Non trattateci come imprenditori astratti, non ce lo meritiamo».