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Varese | 23 aprile 2021, 17:45

Decreto riaperture: «Eventi e wedding sono ancora fantasmi»

Sonia Milani: «Avevamo chiesto un data, legittimamente, come tutti gli imprenditori, c'è stata per i ristoranti, per le palestre, per i parrucchieri, le estetiste, i negozi di abbigliamento. Siamo mancati noi all'appello. Nuovamente invisibili»

Decreto riaperture: «Eventi e wedding sono ancora fantasmi»

Nel decreto riaperture che sarà approvato questa sera sono putroppo ancora escluse tutte le attività legate all'organizzazione di eventi. Quelle che erano scese in piazza il 22 ottobre anche a Varese e che attendono ancora delle risposte.

«Il 22 ottobre scorso eravamo scesi in Piazza, nel cuore della nostra città, a chiedere risposte. Mai arrivate  - spiega Sonia Milani di 23&20, promotrice dell'iniziativaMai una mail, una telefonata, una lettera, un piccione viaggiatore, che ci dicesse che fine dovevamo fare. Oggi, nel nuovo decreto "riaperture" eventi e wedding sono ancora fantasmi».

Nel progressivo ritorno alla normalità, alcuni settori resteranno ancora fermi «ma noi viviamo di questo, di Eventi. Ci siamo reinventati, adeguati, plasmati. Ma non è bastato. Volete davvero vederci morire?!? Non possiamo più sopravvivere all'incertezza, alla preoccupazione, all'insicurezza».

Gli operatori del settore chiedono una data certa: «Abbiamo cercato di mantenere vive le nostre attività, nonostante tutto, abbiamo pagato affitti ed utenze, siamo rimasti operativi con piccoli servizi a domicilio, ma non sufficienti nemmeno per fare la spesa. Avevamo chiesto un data, legittimamente, come tutti gli imprenditori, c'è stata per i ristoranti, per le palestre, per i parrucchieri, le estetiste, i negozi di abbigliamento. Siamo mancati noi all'appello. Nuovamente invisibili. Ma chiamati a breve a pagare nuovamente tasse ed INPS».

E rivendicano il loro diritto al lavoro: «La Costituzione riconosce pari dignità sociale e diritto al lavoro. Rivendichiamo solo questo, certi di essere in grado, a 15 mesi dall'inizio di questo incubo, di avere tutti i mezzi per farlo in sicurezza. Ma va fatto in fretta, partendo dalle amministrazioni comunali ed arrivando al Governo. Non trattateci come imprenditori astratti, non ce lo meritiamo». 

 

Redazione

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