Da oggi, lunedì 15 giugno, i ticinesi possono tornare a varcare il confine anche per fare acquisti nei negozi e supermercati del Varesotto, un'abitudine consolidata per i nostri vicini di oltre frontiera. La decisione del consiglio federale, che riapre anche tutti i valichi di frontiera (anche quelli minori), è arrivata nei giorni scorsi ed era molto attesa.
Da oggi quindi è in vigore la libera circolazione con tutti gli stati dell'Unione Europea dello spazio Schengen, quindi anche tra Italia e Svizzera. Tradotto: i ticinesi potranno tornare a fare la spesa da noi, mentre per noi italiani sarà possibile tornare in Svizzera non solo per lavoro (come consentito anche nelle scorse settimane ai frontalieri) ma per una semplice passeggiata o per turismo.
Se per i commercianti dei comuni di confine si tratta di una preziosa boccata d'ossigeno e molti clienti elvetici esultano, non tutti si trovano d'accordo. Lo rivela un sondaggio lanciato questa mattina dal Corriere del Ticino tra i lettori dell'edizione online.
Il quesito è semplice e diretto, in perfetto stile elvetico: "Da oggi si può di nuovo fare la spesa in Italia. La farai?". Le opzioni per rispondere sono quattro: "Sì, non vedevo l’ora", "No, la situazione dei contagi in Lombardia non mi rende tranquillo", "No, è il momento di sostenere i commercianti locali", "Sì, ma mi limiterò ad acquistare solo determinati prodotti".
Quali sono le risposte al momento fornite dai nostri vicini ticinesi? La maggior parte, come presumibile, si dice soddisfatta: il 34,2% dei partecipanti ha optato (dato aggiornato alle ore 10.15, ndr) per "Sì, non vedevo l'ora". Sono pochi di meno - il 29% - tuttavia i lettori del Corriere del Ticino che si schierano dalla parte del commercio locale, dichiarando: "No, è il momento di sostenere i commercianti locali". Contrario il 15,4% dei lettori perché "la situazione dei contagi in Lombardia non mi rende tranquillo". Il 21,4% infine si dice pronto a fare la spesa in Italia "ma mi limiterò ad acquistare solo determinati prodotti". Basteranno i prezzi competitivi a far cambiare idea agli scettici?