Per raccontare l’iniziativa che ieri sera ha riunito in maniera spontanea, indipendente e straordinaria i bar, le pasticcerie e i ristoranti di Varese, abbiamo scelto simbolicamente via Cavallotti, il cuore della Piccola Brera, la zona del centro con la maggior concentrazione di locali, deserta da quasi due mesi. Ma sono tantissimi altri quelli che in tutta la provincia, grazie all'iniziativa coordinata in Lombardia dallo chef Maurizio Altamura e dal Movimento Impresa Ospitalità, hanno acceso contemporaneamente le luci, apparecchiato un tavolo e servito un cocktail per dei clienti immaginari che non vedono l’ora di riaccogliere. E per chiedere aiuto concreto al governo visto che i mesi di chiusura saranno tre, senza incassi, ma i conti continuano ad arrivare, «altrimenti l'1 giugno non ci sarà più nulla da riaprire».
Nella nostra diretta che vi riproponiamo in fondo all'articolo siamo stati accolti dai ragazzi di Ultimo, Epicuro, BellaVita Cafè, al Baltha dove ad attenderci c'era Skizzo, al Cavallotti, da Maison Joujou, Il Cavedio e Premiata Gnoccheria Risotteria.
Ma anche Break Bar, Varesinho, Twiggy, gli OstiNati, Zoopark, la Bella Napoli, Pirola, i mitici Gennaro e Maria del ristorante Orchidea, il bar Lucchini di via Sanvito, Al Buco, Manu Bistrot, la Piada di Strona, Wursteria 11, Regondell Bistrot, Silvano del Cuor di Sasso erano aperti così come l'Osteria Irma, lassù sulla montagna che protegge Varese.
Grazie alle vostre segnalazioni ci avete poi fatto sapere o mandato le fotografie dei tavolini apparecchiati e distanziati e delle luci accese al Tourlé di Gazzada, Che Spettacolo di Sapori di Morazzone, Il Portichetto di Brenno Useria ad Arcisate, il Ristorante Pizzeria Dal Feroce a Olgiate Olona, il ristorante Les Lumières di Busto, ai Gelsi di Gallarate… e molti altri ancora: invitiamo i titolari a segnalarci la loro partecipazione all'evento con un commento o una foto sulla nostra pagina Facebook sotto questo articolo in modo che nessuno venga dimenticato. E che tutti possano mandare un simbolico saluto ai loro clienti.
Perché questa iniziativa merita di essere ricordata e che se ne parli finché il messaggio di esercenti, ristoratori e pasticcerie non arriverà a tutti quelli che contano, a partire da Roma. Non c'è un solo esercente che voglia lavorare mettendo in pericolo sé stesso, i propri dipendenti o i clienti. Vogliono però che, oltre a negare e vietare, si dica loro anche come poter riprendere il lavoro. Come mettere in sicurezza l'attività frutto dei sacrifici e della passione di una vita. Come proteggersi e come proteggere. Finora, salvo timidi segnali, sono stati abbandonati. Ma da ieri sera sono ancora più vicini al cuore della gente, che non dimentica. E' bastato accendere una luce.

















