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In Breve

| 26 aprile 2020, 22:48

REAZIONI AL PREMIER. Fontana: «Chi si prende cura dei figli dei lavoratori?». Gori: «Tre mesi e mezzo senza incassi chi li regge?»

Reazioni trasversali e non certo positive alle parole di Conte. Il sindaco di Bergamo: «Riaprono le sale da gioco ma bar, ristoranti e parrucchieri restano chiusi fino all'1 giugno. Come fanno a reggere?». Calenda (Azione): «Non si circola come a inizio emergenza...»

REAZIONI AL PREMIER. Fontana: «Chi si prende cura dei figli dei lavoratori?». Gori: «Tre mesi e mezzo senza incassi chi li regge?»

Le prime reazioni alla conferenza stampa con cui il premier Conte riapre qualcosa, ma in tono molto minore rispetto alla lunga attesa (leggi QUI), sono di Attilio Fontana, del sindaco Gori di Bergamo e di Carlo Calenda (Azione). Tutte più o meno critiche.

Fontana è poco convinto su alcune cose annunciate da Conte, «a partire dall’ennesima autocertificazione», ma «rimaniamo attenti e collaborativi». 

Il presidente della Regione, inoltre, parla di "nodi da sciogliere" e li elenca: «Chi si prenderà cura dei figli dei lavoratori? Quando e come arriveranno i sostegni economici? Il governo come pensa di tutelare le famiglie? Sono domande ancora aperte che esigono risposte certe perché riaprire è urgente.
Dobbiamo farlo bene, presto e in sicurezza!».

«Ripartenza? - aggiunge Fontana - La Lombardia è pronta. Quando c'è da tirarsi su le maniche non diciamo mai di no».

Ma anche da tutt'altra parte politica, in questo caso, si leva una voce critica, o comunque molto preoccupata dopo ciò che ha detto il premier. Il sindaco di centrosinistra Giorgio Gori che governa Bergamo infatti ha twittato queste parole: «Riaprono le sale da gioco ma bar, ristoranti e parrucchieri restano chiusi fino all’1 giugno. Tre mesi e mezzo senza incassi: ma chi li regge? Si fissino criteri, distanze, capienze massime, ma si dia a questi operatori la possibilità di tornare al lavoro».

Carlo Calenda (Azione) è duro: «Avrei parlato dei tamponi, del tracciamento, di come far ripartire la scuola etc. Perché ancora una volta il peso è tutto sugli italiani. Non c’è una singola cosa messa in atto dallo Stato per consentire alle persone di circolare. Come dall’inizio dell’emergenza».

Redazione


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