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Varese | 12 marzo 2020, 22:30

ADDIO AL PAPA' DEL CACCIA. «Andava sott'acqua e si buttava con il paracadute: adesso il Rinaldo può tornare a fare tutto ciò che vuole»

Rinaldo Caccianiga, 94 anni vissuti al top, nel ricordo del figlio Marco: a lui e alla famiglia le condoglianze di VareseNoi. «Giravo in bici per le aule del tribunale e lui mi veniva a prendere per andare a fare immersioni. Il vecchio leone ha raggiunto la Ciccina»

La bellissima foto di Marco e Rinaldo Caccianiga, stesso sorriso contagioso, postata dall'amico - del Caccia e anche nostro - Francesco Agostini

La bellissima foto di Marco e Rinaldo Caccianiga, stesso sorriso contagioso, postata dall'amico - del Caccia e anche nostro - Francesco Agostini

Rinaldo Caccianiga ha vissuto 94 anni, che ormai erano quasi 95, al top: così lo ricorda suo figlio Marco. 

«Di mio papà ho ricordi totalmente sportivi: a casa non c'era mai perché ha lavorato 45 anni alla Montedison, faceva il progettatore ed usciva alle 5.15 del mattino per tornare alle 6 di sera. Così al sabato e la domenica mi portava a fare sport con lui, sugli sci, in moto, sott'acqua».

«Avevo 17 anni e mi portò con un gruppo di subacquei a Punta Chiappa, vicino a Camogli. Eravamo in immersione quando mi si bloccò la riserva della bombola, io andai nel panico e mi strappai l'erogatore: lui con una prontezza di riflessi impressionante azionò il giubbotto salvagente che mi portò su».

«Ha sempre avuto un fisico della madonna, è stato subacqueo, andava in moto su una mitica Rumi, era amico di Renzo Pasolini, sciava, ha fatto il paracadutista. Però rompeva un po' le scatole quando giocavo al pallone perché tornavo a casa dopo mezzanotte».

«Questa malattia di insegnare ai bambini l'ho preso da mamma Ciccina, che non c'è più dal 2001: era maestra alla Mazzini e all'educandato Rainoldi. Il piacere del gioco me l'ha regalato lei che da oggi ha potuto riabbracciare il suo Rinaldo».

«Il Rinaldo doveva venirmi a prendere in tribunale se voleva portarmi via con lui. Mio nonno, Ettore Broggi, era il custode in piazza Cacciatori delle Alpi, noi abitavamo lì fuori e così io il sabato e la domenica giravo in bicicletta per le aule vuote o giocavo a pallone a volte nei corridoi o nel cortile. Poi arrivava il Rinaldo...».

«Oggi un amico mi ha scritto: "Non l'ho mai conosciuto ma se tu sei così, da qualcuno avrai preso...". E' la cosa più bella che potessero dirmi».

«Noi siamo sereni: l'ho visto per l'ultima volta 5 giorni fa al Molina, poi c'è stata questa cosa del Coronavirus e giustamente era difficile entrare perché dovevamo salvaguardare la salute delle persone ricoverate. Mi ero un po' arrabbiato con lui perché non voleva più mangiare e gli avevo detto: "Papà piantala, almeno la frutta...". Lui, lucidissimo, mi aveva guardato pronunciando queste parole: "Mi ghe la fo più"».

«Domani vado a fare il commiato nella sala mortuaria del Molina, poi lo cremiamo a Giubiano con Renzo Oldani».

«Camicia aperta. Catenella con dente di squalo e Cristo degli Abissi. Mai fermo. 95 anni non solo vissuti. Consumati, spremuti, assaporati. Sott'acqua, in moto, sugli sci, ovunque. Rinaldo, il vecchio leone, raggiunge la sua Ciccina».

A Marco Caccianiga e alla sorella Susanna, ai nipoti e a tutta la famiglia di Rinaldo vanno le condoglianze di VareseNoi. In particolare al Caccia, diciamo: «Coragem e força».

Andrea Confalonieri

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