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Storie | 25 novembre 2019, 00:09

«A Bake Off ho trovato amici veri. I bimbi di fronte ai dolci, emozione pura. E Nonna Papera... arriverà»

La varesina Sara Gandini si racconta dopo l'esperienza nel cooking show dedicato alla pasticceria: la passione per la cucina, la famiglia, la vita privata, l'avventura in tv. E con lei scopriamo il suo segreto

Sara e Andrea

Sara e Andrea

Ci ha tenuto compagnia per undici venerdì, bucando lo schermo con il suo sorriso e la sua leggerezza, con la capacità di prendere ogni sfida e ogni critica come un momento costruttivo, con il piacere di aiutare, ascoltare e sostenere gli altri. 

Sara Gandini, la “nostra” Nonna Papera, 32enne concorrente varesina di Bake Off Italia 7, ha fatto davvero un figurone nel cooking show di Real Time: puntata dopo puntata, abbiamo scoperto non solo una talentuosa pasticciera, ma soprattutto una persona di cuore. Così ci è sembrato naturale chiederle di raccontarci qualcosa in più di lei: la sua vita privata, la famiglia, gli obiettivi presenti e i progetti futuri. 

La principale soddisfazione è quella di potervi svelare un (o, forse, il…) segreto di Sara, che per esigenze televisive non è emerso durante l’avventura a Bake Off. Non è qualcosa, bensì qualcuno: si chiama Andrea e da 14 anni è l’altra metà di Sara. Durante questa splendida chiacchierata è rimasto al suo fianco, intervenendo con discrezione e simpatia, dimostrando quanto forte sia il loro legame e quanto grande sia stato l’orgoglio di vederla realizzare questo piccolo sogno. 

LA PASSIONE PER LA CUCINA

Sara, partiamo dal principio. Quando hai cominciato a preparare dolci?
Cucino da sempre, perché mamma Manuela mi ha cresciuto dicendomi: «Sara, non si sa mai cosa capita nella vita: più cose sai fare, meglio è!». Così già da piccola mi sono ritrovata una pentola in mano, anche se non arrivavo al tavolo e quindi dovevo stare in ginocchio sulla sedia. Mi ha trasferito subito le basi: prima lezione, preparare la pasta e il sugo. Mi faceva annusare le spezie, mi ha insegnato a riconoscere i sapori. 

Le torte, invece?
In casa eravamo in tanti: mamma, papà Maurizio, io e i miei tre fratelli. Marco e Alessandra (39 e 38 anni) sono i più grandi; poi ci sono io; il più piccolo è invece Stefano (29) che… avete già conosciuto (vive a New York e allena giovani calciatori, sul campo e con la realtà virtuale: vi abbiamo raccontato la sua storia QUI). Per questo motivo, alle feste, le torte le preparava la mamma, perché comprarle ogni volta per tutti sarebbe stato piuttosto impegnativo. Io le davo una mano. 

Immaginiamo i primi regali siano stati a tema…
Ho sempre, e quasi solo, fatto giochi di cucina: prendevo i pentolini, facevo intrugli vari, usavo la farina, il cacao… Poi mi hanno regalato il dolce forno e preparavo di continuo crêpes e tortini al cioccolato. E il pomeriggio, quando andavo alle elementari, in tv c’era Solletico: l’ultima cosa che facevano era la ricetta, io aspettavo solo quella. La mia grande passione è nata così. 

Solo dolci o anche salato?
Principalmente dolci. Ma amo anche preparare la pasta fatta in casa. La facevo già a 16/17 anni per tutta la famiglia: ogni volta un casino, svegliavo tutti, la tiravo e la impastavo a mano. 

Andrea interviene: Lo fa ancora adesso… E una volta ha sradicato il tavolo dal muro!

Prego?
Andrea (mentre Sara ride di gusto): il tavolo di casa nostra è attaccato al cartongesso. Quel giorno ha cominciato a pigiare, pigiare, pigiare, finché non ho sentito un rumore sordo: «Sara…?». Aveva pigiato un po’ troppo…

Ok, meglio proseguire… Sara, quando è nato il “soprannome” Nonna Papera?
Ho trovato un Topolino a casa della nonna e in una storia c’era Nonna Papera che preparava le uova di Pasqua fatte a mano in casa. Ogni volta che mi capitava tra le mani quel fumetto ci pensavo, così un anno ho provato a farle. 

Com’è andata?
Premetto che è difficilissimo, comunque… Ho fuso tre stampi perché non volevo comprare il termometro!

Forse avremmo dovuto scrivere un capitolo “i disastri di Sara”. Comunque vogliamo sapere anche questa…
Per fare le uova di cioccolato bisogna fare il temperaggio ed è necessario il termometro. Io però pensai: «Massì, figurati se posso farle senza!». Per non spendere troppo mi ero comprata gli stampi preformati di plastica e non quelli in policarbonato, che non si sciolgono ma sono cari. Purtroppo il cioccolato era troppo caldo… Alla fine ho dovuto sostituire gli stampi e mi sa che ho speso di più! Alla fine ci sono riuscita e ne ho preparate talmente tante che non sono riuscita a chiuderle tutte: così quelle che mi sono rimaste aperte le ho regalate con dentro un tiramisù.

LA VITA… LONTANA DAI FORNELLI

Tra poco ti chiederemo tutto della tua avventura a Bake Off. Prima, però, siamo curiosi di scoprire - come tanti tuoi “fan” sui social - qualcosa in più sul tuo lavoro: in tv hai raccontato di essere una User Experience Designer e di guidare una squadra di 10 persone. Come ci sei arrivata?
Dopo la laurea triennale in Scienze della Comunicazione all’Insubria, ho fatto la specialistica in Bicocca in Tecnologia della Comunicazione. Quando mi sono laureata, c’era una ricerca per 25 laureati per un percorso in digital marketing organizzato da Accenture con Regione Lombardia. La selezione era durissima ma ce l’ho fatta grazie… a un video di cake design!

I dolci tornano sempre…
Forse è destino! È stata una soddisfazione enorme, superata solo dall’essere stata chiamata come docente in quello stesso master quest’anno! Tornando a noi: siccome non credevo di riuscire a entrare, nel frattempo mi ero iscritta con i miei risparmi ad un altro master a Roma. Risultato: mi hanno presa in tutti e due. Così, per due mesi, dal lunedì al venerdì frequentavo il master di Milano e il sabato e la domenica andavo a Roma, prenotando di notte i treni più economici: ci mettevo un sacco di tempo…

Poi?
Mi hanno assunta: era novembre 2012 e a gennaio 2013 io e Andrea siamo andati a convivere. Peccato che, dopo 15 giorni, mi hanno mandato a lavorare a Torino. Una bella esperienza, perché Torino è bellissima e i suoi dolci sono favolosi. Dopo un anno e mezzo ho cambiato: volevo tornare a casa… Così sono entrata in Banca Widiba, dove mi sono occupata di trasformazione digitale, rifacendo l’home banking, l’app, la piattaforma finanziaria per i promotori, il sito… Sono stati anni pieni, in cui ho costruito rapporti bellissimi.

Ora invece dove lavori? 
In Sisal. Sono la responsabile del team di design dell’area pagamenti: quando sono entrata eravamo in 2, oggi siamo in 10. Lavoro a Milano, parto alle 8 del mattino in treno e rientro verso le 21. 

E i dolci quando li fai?
Ce lo svela Andrea: Di notte! Fino alle 2, alle 3… Se capita, anche alle 4!

Sara sorride: Forse un po’ “mi odia”, perché lo tengo sveglio. E poi la cucina sembra un campo di battaglia, anche perché viviamo… nella casa dei puffi: è piccina piccina, dobbiamo organizzare tutto “a castello”. Quasi non ci stiamo più!

IL CAMMINO VERSO BAKE OFF

Tuffiamoci nell’avventura di Bake Off. Come hai deciso di partecipare?
Colpa delle mie amiche! Vanessa, Nicole e Cecilia mi ripetevano da anni: «Sara, devi provare ad andare a Bake Off! Se non ti iscrivi, lo facciamo noi!». Ma io non volevo andare in tv, non volevo apparire. Erano anni che me lo ripetevano e stavolta temevo proprio passassero all’azione, così le ho prese in contropiede: «Va bene, lo faccio!».

E l’hai fatto…
No! A loro ho detto di sì, ma non l’avevo fatto davvero. Quando mi è toccato confessarlo, hanno preso in mano la situazione. C’era un form sul sito da compilare con i dati, che davo loro sbagliati, per esempio il codice fiscale. Niente da fare, sono tenaci: se lo sono calcolate da sole su internet. Ho provato allora a dare risposte telegrafiche alle varie domande. All’ultima, cosa vuoi fare in futuro, ho risposto così: il mio sogno è diventare Nonna Papera. Hanno inviato il modulo e le foto, mie e dei miei dolci. Ho pensato: «Dai, non mi prenderanno mai». 

Invece…
Invece mi hanno chiamata. La selezione è stata lunga, finché siamo arrivati alla fatidica domanda: «Sara, è il momento di decidere. Vuoi partecipare?». La scelta non era facile: significava staccare dal lavoro e da casa per tre mesi. 

Cosa ti ha fatto dire di sì?
Ho pensato fosse un treno che non sarebbe ripassato. Un’occasione per imparare e mettermi alla prova. 

Cosa ti hanno detto Andrea e i tuoi familiari?
Andrea ce lo racconta di persona: Benissimo! Ho pensato: «Tre mesi di ferie a casa da solo!». A parte gli scherzi, ero contentissimo per lei. Ed ero d’accordo con le sue amiche: un’esperienza da tentare. Già qualche anno prima, insieme a Rebecca, la nipotina di Sara, volevo iscriverla. Ma pensavo che alla fine non ci sarebbe andata: abbiamo sempre seguito Bake Off, ogni tanto ci scherzavamo su, ma Sara mi diceva di non avere la faccia tosta per andare in tv e mettersi di fronte alla telecamera. E invece ci ha stupito…

E il lavoro?
Sara: Ho chiesto in azienda, ricevendo massimo supporto. Monica, il mio capo, mi ha detto: «Vivila come un’opportunità per prenderti uno spazio per te. Nel lavoro serve anche questo». Un po’ in realtà ho lavorato anche da lì: la mia squadra sapeva di potermi chiamare la mattina presto, prima che ci venissero requisiti i cellulari; oppure la sera, quando ci venivano riconsegnati. Un altro motivo per cui è stata una bella esperienza è che si sta davvero fuori dal mondo.

Sappiamo che hai dovuto anche fare un sacrificio per partecipare. 
Sì. Ho dovuto rinunciare al viaggio a New York per andare a trovare mio fratello, ci è potuto andare solo Andrea. Ecco perché in una delle prime prove ho ricreato l’Empire State Building: era il mio pensiero per Stefano. 

 

L’AVVENTURA A BAKE OFF

Ci siamo allora, entriamo con te nel tendone di Bake Off. Anzitutto: vergogna a stare davanti alla telecamera?
Prima di cominciare temevo di averne. Ma alla fine quando sei lì e devi cucinare, cucini. Non te ne rendi neanche conto. Anche perché alla fine parli con delle persone: giudici, autori, cameraman; non con la telecamera.

Qual è la cosa più difficile?
Presentarsi al giudizio di persone di un livello incredibile con la consapevolezza di non essere nessuno. Ogni volta sembrava un esame dell’università. Insomma, diciamocela tutta: un po’ te la fai sotto!

Altro?
Non essere nella mia cucina e non conoscere, per esempio, le piastre. Mi mancava molto la mia “marisa”, il leccapentole: quella che ho a casa è grande, lì invece ne avevo una piccolina. E poi dover fare tutti i calcoli a memoria, visto che le calcolatrici sono vietate. Un giorno dovevo preparare la “Charlotte” e ho sbagliato i conti della gelatina: e infatti… la torta è crollata! 

Però te la sei cavata alla grande e non sei mai sembrata in difficoltà. 
Devo dire che Bake Off mi ha trasmesso un po’ di quella tranquillità che avevo perso o che forse non ho mai avuto. Ma sotto il tendone mi sono proprio rilassata, e mi sono divertita: non l’ho vissuta come una competizione, ma come un gioco. Me la sono proprio goduta. Ora porto con me quest’esperienza: corro sempre, però con più serenità. 

Non solo: nelle prove hai sempre “volato alto”, cercando le cose difficili, provando quel qualcosa in più. 
Sì. E a volte mi sono detta: «Sara, potevi stare un po’ più tranquilla…». Ma avevo voglia di sperimentare, di mettermi alla prova fino in fondo.

Hai anche dimostrato grande forza di volontà.
Sono fatta così. Ho sempre voglia di fare. E temo di avere un “vizio”: fare due cose contemporaneamente. Alle superiori studiavo e insegnavo nuoto. All’università facevo l’impiegata, poi la babysitter e davo una mano nel bar della famiglia di Andrea e ai miei. Poi il doppio master di cui vi ho raccontato. Forse un po’ me le cerco…

Come ti sei vista in televisione?
Sono molto contenta, direi addirittura orgogliosa, di come sono “uscita”. Temevo un pochino che il montaggio mi potesse rappresentare un po’ diversa, ma chi mi conosce mi ha visto esattamente per quella che sono. Una mia ex collega mi ha scritto un post che mi ha fatto davvero molto piacere: «Ti ho conosciuta al lavoro e ti ho riconosciuta in tv. E quando sei uscita ho visto la stessa identica scena vista qui, con colleghi e amici che piangevano quando te ne sei andata». Quando ripenso a quelle parole, sono felice.

Andrea, tu come l’hai vista?
All’inizio un po’ fredda, rigida. Le dicevo: «Sara, ma tu ridi sempre, sei solare, quella non mi sembri tu: perché sei così seria?». Poi però si è sciolta ed è uscita la vera Sara. Ha anche fatto vedere quello che vale, gestendo bene la pressione. Abbiamo sempre seguito Bake Off e ci chiedevamo: «Ma come fanno a lavorare così, con soli 90 minuti e il tempo che ti corre dietro?». E invece è andata alla grande. 

Sara, ci ha colpito in particolare una cosa: hai sempre aiutato tutti. 
Sono così, anche sul lavoro: gli altri vengono prima di me, sono sempre a disposizione di tutti. E anche a casa: mi faccio in quattro per gli altri e poi magari non ho tempo per me stessa. 

Andrea: ecco, in quello è uscita subito proprio come è. 

Quando sei stata eliminata ci sei rimasta male?
Ma no dai, ci stava. Il montaggio ha tagliato il ragionamento fatto dai giudici sul grembiule blu: io ero l’unica dei sei che non l’aveva mai conquistato. La realtà è che non ho mai cercato di vincerlo, io ero lì per giocare. Cercavo una bella esperienza, un’avventura. E l’ho avuta. 

GLI AMICI TROVATI A BAKE OFF

Si sono creati dei rapporti di amicizia che proseguiranno nel tempo?
Sì. Hasnaa per esempio è già stata a casa nostra, perché il mio primo pensiero è stato farla conoscere alla mia famiglia: erano tre mesi che parlavo di lei a tutti… Con lei si è nata un’amicizia solida e speciale, che durerà nel tempo. Con Tony (Antonio) ci telefoniamo e rimaniamo al telefono tantissimo. Sento spesso anche Marty e Cecilia. E Rong, carinissimo, un giorno è venuto a trovarmi al lavoro. Alla fine c’è un bel rapporto con tutti, anche grazie al nostro gruppo WhatsApp dove ogni giorno ci inviamo centinaia di messaggi. Questo è un gruppo davvero speciale. In residence ci facevamo delle grandi mangiate in compagnia: ci sedevamo per terra, con i tavolini bassi, tutti insieme; ognuno portava qualcosa. Sembrava una gita delle superiori!

Chi ti ha colpito ai fornelli?
Se devo dirne uno solo, Riccardo. Durante il programma è stato come un fratellino, a cui dare qualche consiglio e un po’ di forza per stare tranquillo ed esprimersi al meglio. Ha un talento enorme: può arrivare molto lontano. 

Cosa ci racconti dei giudici?
Damiano non parla molto, è timido e riservato, un po’ tenebroso. Ed è un bravissimo giudice: obiettivo, dice chiaramente ciò che pensa. Clelia è dolcissima: chiacchierava e passava tanto tempo con noi. Knam invece… è “matto”: fa un sacco di scherzi, si diverte e fa divertire. Ed è gentilissimo: appena arrivava al tendone per prima cosa doveva salutare e dare la mano a tutti i presenti. Benedetta, sempre elegante, molto raffinata, come Damiano è piuttosto timida. Mi ha colpito l’ultimo giorno, quando sono uscita: mi ha detto di non fermarmi e mi ha fatto i complimenti per la mia educazione. Le sue parole mi hanno fatto grande piacere. 

Una domanda per le lettrici di VareseNoi (suggerita dalla mia fidanzata…): ma Damiano è così bello come si vede in tv?
Sicuramente è un bel ragazzo, non c’è dubbio. Però non è il mio genere: è piccolino e come vedi (Andrea è vicino al metro e 90, ndr) ho altri gusti. 

Chi è stato invece il tuo giudice-ospite preferito?
Andrea… entra a gamba tesa: Ecco, sì, sì: sentiamo! Chi abbiamo come preferito? 

Sara ride e confessa: Roberto Valbuzzi… Ma perché è varesino come noi!

Mi sa che non ce la racconti giusta… Poi?
Adoro Bonci, lo seguo dai tempi de “La prova del cuoco”: la pizza la faccio da sempre con la ricetta del suo impasto. Quando l’ho visto stavo per svenire. Mi hanno poi colpito a livello personale Benedetta Rossi e Csaba: ci hanno detto cose bellissime. Benedetta è tenerissima, ha fatto un successo enorme ma è semplice, alla mano. Csaba invece ci ha fatto un discorso motivazionale davvero toccante, che purtroppo non è andato in onda. 

LE NIPOTINE E… LA NONNA SUPERSTAR!

Nel video di lancio del programma hai parlato delle tue nipotine: cucini per loro?
Sì, sono le mie gioie: Rebecca, Giulia e Federica. E poi c’è Giacomino, che però è ancora un po’ troppo piccolo per i dolci. Giulia e Federica sono gemelle, ma molto diverse tra loro: quando preparo loro delle torte non posso farle uguali, anzi, devono essere proprio all’opposto: una volta, ad esempio, una ha voluto Elsa di Frozen e l’altra Spiderman.Ho poi una serie di nipotine acquisite di amici e amiche. Ecco, forse più che Nonna Papera… sono Zia Papera!

Ti piace preparare dolci per i bambini?
Tantissimo, è la cosa più bella che c’è. Perché quando prepari una torta non c’è nulla di più bello del vedere la reazione delle persone. Un adulto si stupisce, ti fa i complimenti. Ma le reazioni dei bimbi sono un’altra cosa: gli occhi brillano quando la vedono e poi la divorano, felicissimi. Una volta ho preparato un Minions per le mie nipotine: è stata l’apoteosi. Una si è talmente emozionata nel vederlo che ha cominciato a cantare davanti a tutti: «Brava, Sara! Brava, Sara!». Quando si è resa conto che tutti la guardavano, si è imbarazzata e… si è nascosta sotto il tavolo. Aveva le lacrime per l’emozione. Mi sono sciolta, mi ha proprio riempito il cuore. 

Stai già insegnando loro a cucinare?
Sì. Tutte e tre hanno sempre fatto i dolci insieme a me. Rebecca che è la più grande, ha 14 anni, mi aiuta da sempre: già da piccolissima teneva la sac a poche perfettamente! E da tre anni mi prepara le torte di compleanno con la pasta di zucchero. Io in genere i dolci li faccio, ma non li ricevo: mi fa enormemente felice. Le piccoline invece fanno i biscotti e Giacomino… è entrato in una mia storia su Instagram con le sue manine mentre gli facevo fare il macaronage!

Nella puntata dedicata alle famiglie è venuta nonna Teresina… e avete spaccato!
Mi viene ancora da ridere a pensarci. Mi aspettavo che la scelta degli autori cadesse su Andrea o Rebecca. Invece, mentre ero bendata, ho sentito un profumo diverso. Mi sono chiesta: «Ma chi è?». Poi ho capito: era la mia nonna! Mi ha preso un colpo… E ho pensato: «Eliminatemi subito: i dolci non li sa proprio fare!». 

Invece è andata bene. E vi siete divertite parecchio…
Anche se fossi uscita in quella prova, non mi sarebbe pesato: ci siamo divertite troppo. Alla fine, inaspettatamente, mi ha anche dato una bella mano e ce la siamo cavata bene. Comunque lei è diventata subito una star: di recente ho tenuto un corso di user experience e i ragazzi in aula mi hanno riconosciuta. Una di loro, sorridendo, mi ha detto: «So che sei nipote di una persona famosa!». Ma pensa te: una sola puntata ed è già famosa!

UN PO’ DI CURIOSITÀ…

Sara, grazie mille per questa bellissima intervista. Chiudiamo con qualche curiosità. Chi è il tuo idolo nel mondo della pasticceria?
Iginio Massari. Ho i suoi libri, provo le sue ricette, è sempre stato il mio preferito. Frequentare la sua scuola sarebbe un sogno, ma non ho mai avuto il coraggio di buttarmi. Magari un giorno cambierò idea!

Qual è il vostro dolce preferito?
Sara: il mio è il tiramisù. Anzi, il non-tiramisù: non ditelo a nessuno, ma ci metto i pavesini e un po’ di panna!

Andrea: Io sono un po’ difficile sui dolci, non li amo particolarmente. Così sono un po’ severo, ma direi perfetto per dare un parere utile. Comunque mi piacciono il non-tiramisù e la panna cotta, un’aggiunta recente al “menù”. Il mio preferito in assoluto però è il semifreddo alla pesca. 

Chi cucina a casa?
Sara, con un sorriso sornione: io…

Andrea: Beh, calma, calma. Se volete una pasta in bianco con la passata di pomodoro ci posso pensare io!

Avresti voluto qualcosa di diverso a Bake Off?
L’unica cosa che mi è dispiaciuta è che Andrea non sia mai “uscito”. Ne ho parlato tante volte, ma non è mai stato messo nel montaggio…

Andrea la prende in giro: Eh sì, sì, dicono tutti così!

Le persone per strada ti riconoscono?
Qualcuno sì, sul treno per esempio. Di recente sono stata al concerto di Marco Mengoni e tanta gente mi ha salutato! A Sweetie of Milano mi è stato chiesto persino l’autografo: è stato stranissimo!

E nel frattempo hai qualche evento in programma…
Vero. Il 7 dicembre, per esempio, inizierò un’esperienza di cui sono contentissima: con l’Asfarm di Induno Olona terrò qualche serata al centro anziani. Non vedo l’ora! Inoltre la Irca di Gallarate, dopo essere venuta a conoscenza della mia partecipazione al programma, mi ha invitato a partecipare ai loro corsi. Lì ci sono pasticceri… veri oltreché bravissimi: ho molto da imparare e ho piacere di farlo. Per me è un’occasione immensa. 

Dopo Bake Off, i tuoi canali social sono esplosi.
La cosa più bella è che per le persone sono stato un “personaggio” positivo. Questo mi fa grande piacere.

Ultima. Ti butteresti in un’avventura lavorativa nel mondo della pasticceria?
Io e Andrea, che ha alle spalle una lunga esperienza da barista, ce lo siamo sempre detti: magari un giorno apriremo una sala da tè; oppure mi piacerebbe cucinare a domicilio per le persone. In questo momento però, con il mio lavoro che va così bene, sarebbe stupido lasciare: sto crescendo, faccio una cosa che mi piace, mi sono creata le competenze e sto studiando per migliorare ancora. E ora come ora avrei paura, perché se non sono sicura di avere piena competenza di qualcosa non me la sento di buttarmi: non sono una pasticciera!

Andrea: Non ancora…

Sara: Nel mio domani Nonna Papera la vedo, non adesso però. Ma un giorno, chissà…

Gabriele Gigi Galassi

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