«Bullismo, in tanti ancora non denunciano. Anche in provincia di Varese». L’allarme è lanciato dal criminologo varesino Franco Posa che al tema del bullismo ha dedicato un libro fresco di uscita (“Bullismo, cyberbullismo e neuroscienze forensi”, edito da EBS Print e già in libreria o scaricabile come ebook) e un secondo volume, dedicato agli addetti ai lavori - educatori, sociologi, avvocati, magistrati – in uscita a settembre dal titolo "Neuroscienze Forensi".
Con “Bullismo, cyberbullismo e neuroscienze forensi” Posa traccia un quadro a 360° del fenomeno, e lo fa in un libro aperto a tutti coloro che vogliano sapere di più sul preoccupante fenomeno del bullismo e del cyberbullismo (quello perpetrato attraverso internet, i social in particolare) come docenti e genitori, ma anche ragazzi stessi.
Un’attività, quella di Posa, che parte dalla sua vasta esperienza come criminologo, ma che negli ultimi anni si è concentrata anche sullo studio, il contrasto e la prevenzione di bullismo e cyberbullismo tenendo conferenze in tutta Italia e girando per oltre sessanta scuole della Lombardia per coinvolgere dirigenti, docenti e genitori. E ragazzi, soprattutto. Loro, potenziali vittime e carnefici di questo fenomeno che può avere conseguenze devastanti nell’immediato o nello sviluppo psichico degli adolescenti.
«Questo libro – spiega Posa – nasce proprio per capire come riconoscere in tempo bullismo e cyberbullismo e fornisce gli elementi necessari per prevenirlo e per affrontarlo. Io sono un criminologo, ma proprio l’approccio datomi dalla mia professione mi ha portato a interessarmi a questo fenomeno. Ho voluto legare la neuroscienza forense al tema del bullismo: mi concentro, diciamo così, sul cervello del bullo. Perché il cervello del “grosso” bullo ha qualcosa in comune con il cervello del “grosso” criminale».
Parole forti, ma che devono suonare come un monito. Perché la prevenzione in questo campo è tutto. «Nel corso delle mie conferenze o quando incontro i ragazzi – continua Posa – cerco di dare loro spunti. E la cosa funziona, tanto che a fine conferenza capita che molti adolescenti arrivino da me per parlami. Si aprono. In alcune scuole, ad esempio, abbiamo messo degli scatoloni in cui ognuno può lasciare una segnalazione, una denuncia o una richiesta di aiuto. E i riscontri sono molto positivi. Per aiutare i ragazzi ad aprirsi bisogna buttare giù quel muro che spesso percepiscono tra loro e le istituzioni scolastiche».
Perché gli inconsapevoli alleati di bullismo e cyberbullismo spesso siamo noi, gli adulti. E la vergogna di denunciare, più che la paura di farlo: «Ho notato che nelle aree fortemente industrializzate – prosegue Posa – il bullismo esiste in maniera evidente. Ma ne esiste altrettanto in maniera sommersa. Si tende ancora a mascherare l’accaduto, essenzialmente per vergogna, sia da parte della vittima stessa che della famiglia. E gli episodi di questo tipo, credetemi, sono tanti anche in provincia di Varese».
I libri di Posa hanno una duplice finalità: quella di sensibilizzare sul tema, ma anche approfondire l’aspetto scientifico del fenomeno, con particolare riferimento alla neuroscienza, di cui il criminologo varesino è esperto. Con teorie interessanti: «I difetti e i meccanismi anomali nel “grosso” criminale probabilmente si ritrovano nel cervello del “grosso” bullo: ci sono studi in corso che puntano a dimostrarlo, ma le premesse perché sia così sembrano esserci tutte. In entrambi i casi scatta qualcosa nel cervello che porta a eliminare il libero arbitrio» spiega Posa.
Spesso le meccaniche dei bulli sono prevedibili: «Bullismo e cyberbullismo si fondano – continua – sette volte su dieci su due pilastri, quello economico e quello sessuale. Ma attenzione: la base del bullismo è che il reato sia continuato e ripetuto perché su questo si fa confusione». E proprio la confusione, come la vergogna, non aiuta a riconoscere a affrontare il problema. Per questo è importante fare chiarezza. Con attività di sensibilizzazione e di prevenzione. E con i libri.