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Varese | 29 giugno 2019, 19:05

Il Golden Egg si sposta... di 20 metri: «Il locale sarà più grande e più bello. Noi resteremo quelli di sempre»

Il Golden Egg si sposta... di 20 metri: «Il locale sarà più grande e più bello. Noi resteremo quelli di sempre»

Dopo 44 anni, il Golden Egg si trasferisce in uno spazio nuovo, più grande, moderno, fresco, confortevole. No, non c’è da preoccuparsi: trovarlo sarà facile, naturale, perché il nuovo locale si trova a 20 metri di distanza, misura calcolata – come fosse una barriera su un campo di calcio – da uno storico e affezionato cliente.
Da via Avegno 15 a… via Avegno 15 (sì, il civico è lo stesso!) un piccolo passo per i varesini ma un grande passo per la famiglia Salina-Solari, che da 34 anni porta avanti la paninoteca più amata della città.

Ieri pomeriggio siamo passati a trovarli per farci raccontare un po’ di curiosità di questa autentica storia di famiglia. Ci siamo intrattenuti soprattutto con lo Zio Enrico e la Zia Terry – come affettuosamente sono chiamati da tutti -, che insieme alla figlia Barbara ci hanno raccontato di quella che da 34 anni è la loro paninoteca. Nel frattempo il Fulvione, con i figli Federico e Lorenzo e insieme a Ricky (che fa parte della famiglia, pur senza legami di sangue, da gennaio 2016), stavano seguendo e portando avanti i lavori – a cura della ForBardi Gazzada Schianno – nel futuro locale, di cui però possiamo svelarvi poco: il momento giusto arriverà tra qualche settimana.

Partiamo dalla notizia. Il Golden Egg si sposta: come mai?
Barbara
: «Per dare un tocco di novità e migliorare l’offerta. Questo per noi sarà un ulteriore stimolo lavorativo».

Cosa ci potete svelare del nuovo locale?
Barbara: «Lo spazio sarà più grande, quasi il doppio, e il locale sarà più nuovo, fresco, accogliente, moderno. Altro non possiamo dire: vogliamo lasciarvi la sorpresa!».

La proposta e il servizio invece non cambieranno: sarà ancora un “fast slow food”.
Barbara: «Certo, la filosofia sarà la stessa: il bancone a vista, pochi posti a sedere, si mangerà come tradizione in piedi con qualche isola qua e là dove appoggiare bicchieri e boccali. Stesso discorso per i prodotti: il pane che da 20 anni ci prepara Luca Famlonga a Belforte, i nostri salumi affettati al momento, la salsa preparata in casa». 

La novità coincide, anche, con un cambio generazionale.
Barbara: «Sì, vero: da qualche mese, infatti, Federico (il primogenito di Barbara e Fulvione) è qui con noi».
Enrico e Teresa: «Diciamo che stiamo cominciando a ritirarci un po’. Il locale ha 44 anni e noi lo gestiamo da 34. Lo aprì un certo Roberto Gasparini nel 1975; nel 1980 passò a due soci di Dumenza; noi lo acquistammo nel 1985 e venimmo a lavorarci tutti e tre insieme».

Cosa facevate prima?
Enrico: «Noi siamo di Sesto Calende: Teresa aveva un negozio di generi alimentari, io facevo il meccanico».

Com’è nata questa avventura?
Enrico e Teresa: «Cercavamo un’esperienza diversa, avevamo voglia di cambiare, e così ci siamo buttati. Ed andata bene, benissimo. Il destino ci ha fatto un bel regalo».

Il destino?
Enrico e Teresa: «Volevamo cambiare vita e cercavamo un locale come questo, così ci rivolgemmo ad un’agenzia. Come detto siamo di Sesto Calende e ci venne trovato un posto vicino a noi, a Varano Borghi: stavamo andando in quella direzione quando sono emersi dei problemi, dei debiti di gestione. Così l’agenzia ci ha proposto di fare un giro a Varese per vedere un altro locale: il Golden Egg».

E…
Enrico: «Fu un colpo di fulmine. C’era tanta gente, aveva un arredamento particolare, un’atmosfera speciale. Sono tornato a casa e ho detto: quello diventerà il nostro locale. Che ci ha cambiato la vita».

Subito al lavoro, con vostra figlia Barbara, allora 15enne, a darvi una mano.
Teresa: «No, no: non a darci una mano. Proprio a lavorare! Faceva i panini insieme a Enrico…».

Poi è arrivato il Fulvione…
Barbara: «Nel 1993, come mio moroso. E di lì a poco si è unito anche lavorativamente».

Conoscevi già il locale, Fulvione?
Fulvio: «Sì, io sono della Rasa e ci venivo con gli amici. Poi ho conosciuto la Barbara, ci siamo fidanzati e sono 25 anni che lavoro qui!».

Avete cambiato qualcosa quando avete rilevato il Golden Egg?
Enrico, Teresa, Barbara: «Abbiamo tenuto molto, a partire dal nome. Abbiamo aggiunto alcuni panini: il Vigezzo, il Boscaiolo, il Monaco, il Bismark; e abbiamo recuperato la Cipollata, che non si faceva più. Qualche anno fa abbiamo inserito anche il Brutale. E per il nuovo locale vorremmo crearne due o tre nuovi…».

Ah! Abbiamo lo scoop!
Barbara: «Appena finiamo i lavori e il trasferimento, liberiamo un po’ la mente e ci mettiamo al lavoro!».

Come mai questo locale così semplice, molto diverso dalla classica ristorazione, è diventato così frequentato e famoso?
Barbara: «Penso per la qualità e la cura del prodotto: tutto fresco, tutto fatto al momento. Le persone sanno che qui mangiano un panino buono e in poco tempo. In generale crediamo che il rapporto qualità-prezzo sia giusto, proporzionato rispetto all’offerta: questo almeno è ciò che ci viene riconosciuto dai nostri clienti, che ci scelgono da tanto tempo».
Enrico: «Da sempre puntiamo su questi due fattori: per noi è un locale rivolto a chi vuole mangiare velocemente una cosa buona, per poi godersi la sua serata. Oppure per farsi uno spuntino, anche a tarda notte».

Frequentatissimo di giorno, assoluta icona per il popolo della notte…
Enrico e Teresa: «Per tanto tempo è stato così, un punto di riferimento per la gioventù: certe volte, alle 3 di notte, facevamo quasi fatica a chiudere… Da qualche tempo questo è un po’ cambiato: Varese sembra avere nuove abitudini e, forse, non è più “viva” come un tempo». 

Ci sono stati momenti difficili?
Enrico e Teresa: «In termini di lavoro, in termini economici, no. Certo è un’attività molto impegnativa, stancante, per gli orari e per il grande flusso di persone, da servire velocemente». 

Vi è capitato di ricevere critiche?
Enrico, Teresa e Barbara: «È capitato. Quando gestisci un locale con queste caratteristiche può succedere: bisogna tenere anche un po’ d’ordine. Poi ai varesini non bisognerebbe mai cambiare il prezzo: quando li abbiamo adeguati, magari di 50 centesimi, ce l’hanno fatto notare per settimane! (ridono)». 

Qui si respira un rapporto speciale tra voi e i clienti: sembra di essere in un grande gruppo di amici, se non in una famiglia…
Enrico: «Abbiamo clienti che sono arrivati con il passeggino e adesso tornano con il passeggino: prima erano dentro, oggi lo spingono…».
Barbara: «Questa cosa che ha appena raccontato papà mi emoziona. Abbiamo tante famiglie che vengono qui da anni, decenni. È speciale».

Da un po’ di tempo avete inserito il servizio a domicilio con Mipiaace. Come mai? Come va?
Barbara: «Volevamo provare una cosa nuova, abbiamo conosciuto i ragazzi di MiPiaace, giovani e volenterosi, ci sono piaciuti. Abbiamo provato e direi che funziona: noi siamo contenti, loro si trovano bene con noi e i nostri clienti che hanno provato il servizio sono rimasti soddisfatti».

Spazio alle curiosità. Chi cucina a casa, la zia Terry o lo zio Enrico?
La risposta iniziale non è verbale: la zia Terry sorride sorniona, poi lo Zio Enrico svia il discorso: «Capita raramente, ma ogni tanto ci portiamo qualcosa di alternativo. Altrimenti, mangiamo qui».

Ci svelate i vostri panini preferiti?
Barbara inizia l’elenco, poi intervengono Lorenzo e Federico: «La zia Terry mangia l’Allegria. Io e papà (lo zio Enrico) siamo da Golden Egg. Il Fulvione adora il Golden Egg, mangia volentieri il Brutale e… più o meno anche tutti gli altri. Il Ricky parte dal Primavera ma pure lui svaria».
Lorenzo: «Il mio non c’è in lista: crudo, maionese, uovo sodo».
Federico: «Io quello… dello chef: lo creo al momento! Diciamo che un po’ tutti sperimentiamo, partendo da una base e facendo qualche modifica secondo quello che abbiamo voglia di mangiare».

Andiamo a concludere. Barbara, come credi sarà questo passaggio generazionale? 
Irrompe lo zio Enrico: «Bene per lei: diventa il capo!».
Barbara ride, poi risponde: «Diciamo che è impegnativo: lavoro con mio papà, con mio marito e mio figlio… Ci vuole calma!».

Barbara, cosa ti lasciano mamma e papà?
Barbara: «Ho imparato il lavoro da loro e con loro: da quando abbiamo aperto, come vi abbiamo raccontato, abbiamo sempre lavorato insieme. Spero di riuscire ad andare avanti come hanno fatto loro, tenendo tutto in equilibrio, sia con la clientela che nel “retro”. Spero che i nostri clienti apprezzino il nostro investimento nel nuovo locale: noi siamo contenti, speriamo e pensiamo di aver fatto la scelta giusta. Siamo comunque abbastanza tranquilli, perché in sostanza non cambierà nulla…  neanche il numero civico!».

Dopo tanti anni, vi dispiace lasciare questo locale?
Fulvio: «Ci ho passato 25 anni, ma il nuovo locale è bello, grande, fresco: ci troveremo bene noi e anche i nostri clienti. Ci sta andare avanti».
Barbara: «Vero. Però a me un pochino dispiace lo stesso…».

Gabriele Gigi Galassi

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