Il Varese ha le palle, già lo sapevamo conoscendo il suo allenatore e il suo gruppo, ma è sempre bello scriverlo magari nei confronti di chi non ci credeva. Ma ha anche un giocatore che saracinesca è (Pippo Matonti, mvp della gente perché quando la gente vede in porta lui, si butta un po' più nel fuoco: se lo toccano, è come se ci toccassero un figlio, un fratello, un amico), ha un killer come Tilaro, autore del gol magnifico dell'1-1 che gira la partita nel momento più difficile, ha un altro giocatore come Bertin che sta disputando forse la miglior stagione della sua vita per continuità, essenzialità, insuperabilità, e anche un giocatore come Andrea Schina. Ecco, cosa possiamo scrivere di un difensore che impedisce con il pattino, a Matonti battuto, il gol del 2-2 che avrebbe spedito tutti all'overtime dopo aver fatto la stessa cosa sette giorni prima a Feltre (anche in quel caso sarebbe stato il 2-2)? Possiamo solo dire che non esiste qualcun altro così silenzioso, letale e decisivo (segna anche la rete del 2-1 da fuori).
Alla fine Bastille sigilla il 3-1 a porta vuota sul Caldaro - a cui mancava, tra gli altri, il capocannoniere Alanne (30 punti fin qui) e che ha perso la terza gara su 18 - e una cosa sull'attaccante canadese dobbiamo dirla: è vero, arriva quattro volte davanti al portiere e non segna, ma quelle occasioni spesso se le costruisce da solo, sposta il baricentro davanti alla porta avversaria quando c'è da respirare, crea e a volte disfa (così come capita anche ai Mastini, che beccano penalità costruite con le proprie mani, non certo per fermare avversari a un passo da gol) ma l'importante è che lo faccia, che ci provi e ci riprovi. Se pensiamo a Kuronen, pur diverso come caratteristiche, c'è da leccarsi i baffi e anche i controbaffi.
Aggiungiamo solo che in un terzo tempo in surplace, come il primo, il Varese rischia poco e arriva in fondo ancora con molte energie perché Da Rin utilizza parecchio sia la terza linea e, all'inizio, anche la quarta. È la vittoria di tutti, anche di un Perino in forma fisica strabordante e di una squadra capace di chiudersi e ripartire "alla Caldaro", oltreché del solito pubblico da categorie superiori.
Resta una dedica ed è quella per Ginevra Negrello, ventunenne padrona del pattinaggio varesino, stellina della Varese Ghiaccio, bronzo tricolore agli italiani di Bergamo (terza medaglia agli assoluti). Varese culla di ghiaccio, oggi più che mai.
Secondo tempo ed ecco il vero Varese-Caldaro, una giostra
Ecco Varese-Caldaro, una giostra impazzita giocata sui nervi e sull'adrenalina. Passano gli ospiti in 5 contro 3 (fuori Marcello Borghi e Terzago) con Oberrauch squalo sul disco messo lì da Wieser (1-0), ma qui la giostra inizia a girare. Marcello Borghi, sul prosieguo della penalità (ospiti in 5 contro 4) manda Tilaro in orbita davanti a Rohregger e il "killer" colpisce nella sua specialità, cioè il colpo secco (1-1). Nella trance giallonera, prima Bastille butta via un contropiede non servendo a Perino, solissimo, il disco del raddoppio ma poi fa la cosa giusta, anzi giustissima: sulla "sentenza" di Schina da fuori, il canadese copre il portiere ospite spostandosi per fare passare il tiro del 2-1. La giostra gira, ormai. Penalità a Marco Matonti con il Varese che resiste in 4 e, dopo la sirena, subbuglio per un intervento pesante di Maximiliam Soelva, che raggiunge a stento lo spogliatoio, su Perino.
Primo tempo in surplace e lo striscione per il Ciolo
Venti minuti iniziali stranissimi, in surplace come nel ciclismo su pista. Varese e Caldaro giocano "sul posto", rimanendo fermi in equilibrio sul ghiaccio in attesa del momento migliore per attaccare e sorprendere l'avversario. Ci sono un palo ospite di Wieser bilanciato da due occasionissime di Marcello Borghi che, soprattutto sulla sirena finale, è a tu per tu
con Rohregger senza trovare la zampata vincente. In un altro paio di situazioni i Mastini potrebbero graffiare (una con Fornasetti, uno contro zero contro Rohregger, un'altra con Michael Mazzacane), così come gli ospiti con Saha: la sensazione è che lo 0-0 sia un po' stretto per i gialloneri ma non del tutto bugiardo. Da segnalare uno striscione di vicinanza della curva nord al Ciolo, grande cuore di Mastino che ha perso il suo splendido papà.
Varese-Caldaro 3-1 (0-0, 2-1, 1-0)
Reti: 27’25” Oberrauch (Wieser, Saha) in doppia sup. 0-1, 28’23” Tilaro (Marcello Borghi, Makinen) in inf. 1-1, 32’04” Schina (Terzago) 2-1; 59’16” Bastille (Terzago, Schina) a porta vuota 3-1.
Varese: Filippo Matonti (Pisarenko); Schina, Re, Marcello Borghi, Michael Mazzacane, Tilaro; Makinen, Filippo Crivellari, Bastille, Terzago, Perino; Bertin, Marco Matonti, Xamin, Pietro Borghi, Venturi; Erik Mazzacane, Fornasetti, Peterson, Alessandro Crivellari. Coach: Massimo Da Rin
Caldaro: Rohregger (Pallabazzer); Reffo, Bianco, Saha, Wieser, Oberrauch; Clericuzio, Schoepfer, Galassiti, Vinatzer, De Donà; Massar, Valentini, Oberhuber, Soelva, Todesco. Coach: Teemu Virtala
Arbitri: Luca Boverio, Fabio Lottaroli (Aris Biaggi, Giorgio Brenna)
Note - Tiri Va 34, Cal 26. Penalità Va 10', Cal 8'. Spettatori: 990.
SETTIMA DI RITORNO
Bressanone-Aosta 2-4, Varese-Caldaro 3-1, Alleghe-Pergine 4-3 (834 spettatori), Fiemme-Appiano 3-7, Fassa-Feltre 2-3 (580 spettatori), Valpellice-Dobbiaco 2-4 (1.123 spettatori).
CLASSIFICA IN AGGIORNAMENTO
Caldaro 44. Alleghe 39. Varese 36. Appiano 34. Valpellice 30. Aosta 27. Fassa 25. Pergine 22. Bressanone 20. Fiemme 19. Feltre 16. Dobbiaco 12.
OTTAVA DI RITORNO
Martedì 23: Pergine-Fiemme (19.30), Appiano-Varese (20), Aosta-Valpellice (20), Dobbiaco-Bressanone (20), Feltre-Alleghe (20.30), Caldaro-Fassa (20.30).
NONA DI RITORNO
Sabato 27: Bressanone-Feltre (18), Varese-Dobbiaco (19), Fiemme-Caldaro (20.30), Valpellice-Pergine (20.30), Alleghe-Aosta (20.30), Fassa-Appiano (domenica 28, 20.45)









































