Dopo aver presentato 26 emendamenti al bilancio di previsione su vari temi, tra cui i servizi sociali e dell’infanzia, lo sport, l’ambiente e la mobilità, il consigliere di centrodestra Luca Boldetti ha depositato anche un ordine del giorno, ossia un atto di indirizzo, con il quale vuole aprire il dibattito in merito al futuro dello Stadio “Franco Ossola”. «La situazione in cui versa lo stadio comunale, e le esigue entrate che il Comune di Varese ottiene dall’utilizzo dell’impianto, impongono una riflessione: ha ancora senso mantenere lo stadio come bene pubblico, considerando che il Comune non ha soldi per sistemarlo, oppure è meglio venderlo e reinvestire quelle risorse su altri settori, come le manutenzioni delle scuole, delle strade, oppure per interventi contro i rischi idrogeologici?»
Boldetti porta alcuni esempi per accompagnare la sua riflessione: laddove i Comuni proprietari di stadi abbiano ceduto gli impianti (o i diritti di superficie), le società di calcio hanno realizzato in tempi brevi strutture all’avanguardia, moderne e funzionali, come ad esempio Juventus, Atalanta e Udinese, mentre laddove l’ente pubblico si sia occupato in prima persona della ristrutturazione dell’impianto, si sono registrate difficoltà e ritardi, come dimostra il recente caso dello Stadio comunale di Firenze.
«È indubbio - prosegue Boldetti - che i club, o comunque i privati, siano più efficienti ed efficaci del Comune in questo tipo di interventi. La mia intenzione, con questo ordine del giorno, è quella di aprire un confronto sul tema. È interesse del Comune mantenere un bene sul quale non riesce a fare neanche ordinaria manutenzione, come accaduto alcuni anni fa quando con l’erba del campo da calcio fecero addirittura delle balle di fieno? Oppure è meglio vendere lo stadio, incassare dei soldi, e lasciare maggiore libertà a chi ha voglia di investire su quella struttura?».














