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Eventi | 01 settembre 2025, 09:02

I volontari del Laveno End of Summer Festival più forti di fango e maltempo: dopo pale e stivali il grande successo della manifestazione

La mattina del 30 agosto il prato del Gaggetto era di fatto impraticabile dopo le piogge torrenziali del giorno prima ma lo spirito di squadra ha prevalso su tutto e l'evento si è potuto svolgere con grande partecipazione di pubblico, tra sport, musica, laboratori e divertimento

Dallo spalare il fango ai momenti di divertimento, alcune immagini del Laveno End of Summer Festival (foto di Sara Dhana e Federico Riva)

Dallo spalare il fango ai momenti di divertimento, alcune immagini del Laveno End of Summer Festival (foto di Sara Dhana e Federico Riva)

Dopo le piogge torrenziali di venerdì 29 agosto, che avevano costretto ad annullare la prima serata del Laveno End of Summer Festival, la mattina del 30 il Parco Gaggetto sembrava ancora impraticabile. Fango e disagi non hanno però fermato i volontari, che fin dalla notte avevano presidiato gli allestimenti e alle prime ore del mattino hanno iniziato a spalare e sistemare. 

Ragazzi con pale e stivali, sotto il sole, hanno ridato vita al festival con entusiasmo e spirito di squadra. Anche il sindaco Luca Santagostino ha preso parte ai lavori e in serata ha voluto essere presente all’evento.

La giornata come racconta Arianna Bonazzi, si è aperta con un ricco ventaglio di pop up: Refresh con le magliette ufficiali del festival “Born in the lake”, CRCL di Tommaso Barbesino e N2V di Tesfaye Valente con progetti sartoriali sostenibili, illustrazioni di NYM creative, tatuaggi di Melissa Martin e Matteo Guida, mostre digitali di Gattabuia, laboratori creativi per bambini. Accanto, messaggi sociali con lo stand “Con-senso”, alcol e drug test gratuiti, la start-up Drinkello, AVIS Verbano e Legambiente.

Il legame con il Festival della Meraviglia ha trovato espressione nel “Muro delle Meraviglie”, dove ciascuno ha lasciato la propria definizione di bellezza: “La gioventù”, “Emozionarsi quando si fa ciò che ci piace”.

La sera è stata dedicata alla musica, in un susseguirsi di generi e impegno: ad aprire Elam con la sua energia, e poi Flako Calavera con testi di denuncia e una grossa bandiera palestinese, Rosen con il set sperimentale tra dj e tromba jazz, Affari Grossi con il pubblico in coro, Gaza con nuove sonorità, Vimaki Lymb che ha vissuto l’emozione di «suonare a casa», Chicoria da Roma con testi politici e i problemi della dispersione scolastica, Camufly che ha fatto ballare e cantare tutti, e Palazzi D’Oriente che ha portato la sua elettronica partecipata.

Non sono mancati convivialità e sport, con la cucina del Panzerock e i tornei di beach volley. Glitter e sorrisi hanno riempito la serata. «Non ero mai venuta e invece ci sono tantissime attività da fare», ha detto una ragazza da Varese. Un riassunto perfetto di un festival che, nonostante la pioggia, ha saputo ridare luce al lago.

La domenica del Laveno End of Summer Festival ha chiuso l’edizione 2025 con un messaggio chiaro: la comunità si costruisce insieme. Dopo i giorni di pioggia e le fatiche dei volontari, il Parco Gaggetto è tornato a riempirsi di vita, stand e musica.

Tra i pop up, spiccavano Art.Howrora, con magliette personalizzabili e sticker creativi, Emaxfotografia, capace di stampare foto e gadget sul momento, e Marna, con le sue t-shirt uniche realizzate a stencil. Accanto all’arte, spazio alla sensibilizzazione con l’AISM, che ha proposto il laboratorio “Senti come mi sento” per far vivere al pubblico, anche solo per un attimo, la realtà della sclerosi multipla. Un’esperienza di empatia in un’epoca che guarda sempre meno “in faccia” le persone. Federico Rosselli ha poi portato un po’ di colore con la sua street art.

La comunità si è espressa anche in forme più spirituali: le cartomanti Dilvia e Didi hanno parlato di cristalli, animali guida e filosofia dei nativi, trovando curiosità tra i più giovani.

La musica ha fatto il resto: dalla giovanissima Eva, che ha commosso raccontando che “l’imperfezione è una cosa regale”, a Teoz e il suo complesso musicale: sei ragazzi che hanno riportato la musica viva sul palco con strumenti veri e l’energia incontenibile del batterista quattordicenne Emanuele Turini. Poi Amanda Roberts, 24 anni, con il suo pop naïve condiviso con la sorella Arianna; gli Ipnago, che rivendicano la musica come ricerca sonora e non come “strumento da influencer”; Seltsam, che con i suoi musicisti, tutti arrivati in mattinata da Roma, hanno fatto cantare tutto il pubblicao; Luca Re, che ha trasformato la timidezza in emozione collettiva.

A chiudere la serata, Generic Animal, Deiv e Fight Pausa hanno regalato un mix di elettronica e sperimentazione, dimostrando che la gioventù non cerca mode, ma spazi di libertà.

C.S.

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