"Gente di mare che se ne va" in serie B.
"Gente di mare che se ne va. Dove gli pare, dove non sa" cantato da ventimila persone, là dove il profumo dell'Adriatico s'incontra con una città che vive di calcio tra profondità, nostalgia, rive, derive e orizzonti è qualcosa che riconcilia con la passione e la purezza selvaggia del calcio, soprattutto se la promozione in serie B del Pescara è accompagnata da un allenatore come Silvio Baldini, impossibile da non amare quando un secondo dopo il trionfo tocca davvero le corde della libertà. Lo fa ammettendo che gli avversari della Ternana erano più forti e meritavano ma che una voce interiore chiamata destino - una voce con cui ha parlato durante tutta la partita - gli aveva fatto dire al suo portiere Alessandri Plizzari che questa "voce" gli aveva fatto il suo nome, e così è stato visto che è diventato l'eroe della serata e di Pescara con 4 parate fenomenali nei 120 minuti della finale di ritorno, parecchi dei quali trascorsi in 10 uomini e, poi, di 3 rigori respinti pur infortunato su una gamba sola in una sfida arbitrata con polso e bravura da Andrea Calzavara di Varese.
Quelle profondità dell'amore per il calcio custodite nell'animo di Baldini esplodevano definitivamente insieme ai fuochi d'artificio che hanno illuminato il lungomare e le pinete abruzzesi quando l'allenatore sessantaseienne di Massa, invece di pensare a sé e alla sua gioia, a una cavalcata arrivata in porto contro tutti e tutto da incendiario sfavorito, al microfono di Rai 2 ha parlato di «un calcio di persone perbene come questo che si fidano di un allenatore come me e di un direttore sportivo come Foggia che ha sofferto crescendo senza il papà e che grazie a questa sofferenza è arrivato qui», un calcio che emerge ancora in mezzo a certi procuratori e a chi paga per giocare già nei settori giovanili come emerso dal servizio de Le Iene, un calcio che dovrebbe riconsegnarci una nazionale frequentata da uomini «come quelli dell'82» che l'amavano e la mettevano davanti a qualunque cosa e che erano disposti a soffrire e fare fatica per la maglia azzurra. Come hanno fatto fatica i giocatori del Delfino allenandosi tre volte al giorno quando «gli altri ci deridevano», tra «sapientoni che invitavano il presidente a disfarsi di me perché sono una testa di c. e non so gestire il gruppo».
Ecco, la storia di questo Pescara e di Baldini - a noi che siamo gente di pianura/navigatori esperti di città, a noi che il mare ci fa sempre un po' paura/per quell'idea di troppa libertà - ci fa sentire davvero il sale nei capelli di gente corsara che non c'è più/gente lontana che porta nel cuore/questo grande fratello blu. Noi prigionieri di queste città/viviamo sempre di oggi e di ieri/inchiodati dalla realtà/e la gente di mare va.
Gente di mare cantata da ventimila persone all'Adriatico prima della finale di ritorno con la Ternana dal canale YouTube "Pescara Cummann" (Michele Tiberi)
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Calcio | 08 giugno 2025, 08:59
Gente di mare che se ne va... in serie B: la storia del Pescara e di Baldini, essenza dell'amore puro e selvaggio per il calcio
L'incredibile promozione in serie B degli abruzzesi davanti ai 20 mila tifosi dello stadio Adriatico dopo una sfida drammatica con la Ternana in cui il portiere Plizzari da infortunato ha parato anche 3 dei rigori finali spinto dalla «voce del destino» e dell'allenatore Silvio Baldini, un personaggio d'altri tempi. «Ce l'abbiamo fatta contro i sapientoni e certi procuratori che ci deridevano perché ci allenavamo tre volte al giorno. È la vittoria del calcio perbene. La nazionale ha bisogno di uomini che la amano, fanno fatica e soffrono come accadeva nell'82»

La festa del Pescara davanti ai 20 mila dell'Adriatico e, sopra, mister Baldini commosso insieme al portiere Alessandro Plizzari, eroe della finale di ritorno per la B vinta sulla Ternana ai rigori
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