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Busto Arsizio | 01 novembre 2024, 14:32

FOTO - Al cimitero in maglietta. E a Sacconago si rimpiange la presenza di un rapace

Clima anomalo e atmosfera trasformata rispetto alla tradizione nei giorni delle visite ai defunti. Condizioni dei cimiteri giudicate positivamente, l’attenzione dei visitatori è attirata dai piccioni. Al punto che qualcuno rimpiange un predatore avvistato in passato

Temperature anomale, visite ai cimiteri in abiti quasi estivi (nella foto, Borsano)

Temperature anomale, visite ai cimiteri in abiti quasi estivi (nella foto, Borsano)

Ognissanti e Giorno dei morti con il sole: non una novità ma le temperature che si stanno registrando in un autunno decisamente tiepido disorientano, almeno un po’ (foto in fondo). Basta un giro nei cimiteri cittadini per vedere outfit fuori stagione e carpire discorsi a tema meteo. «Mi sono messa roba troppo pesante» sbuffa, nella tarda mattinata di oggi, 1 novembre, una visitatrice che ha appena terminato piccole manutenzioni alla tomba di un parente, a Borsano. A Sacconago e al cimitero centrale non è raro scorgere persone in maniche di camicia, qualcuno in t-shirt. I pantaloni corti degli scout, impegnati agli ingressi nella vendita di calendari per l’autofinanziamento dei vari gruppi, sono osservati dai più giovani con un pizzico d’invidia.

Il termometro dell’auto lasciata al sole a metà giornata indica 25 gradi, anche spostandosi non scende sotto i 19. Un segno dei tempi, manifestazione eclatante di un cambiamento climatico che può regalare giornate da gita fuori porta inaspettate, trasformare radicalmente l’atmosfera di una festa o provocare disastri, a seconda dei casi.

Colpo d’occhio e caldo impressionano soprattutto in fondo a viale Rimembranze. Non occorre essere anziani, basta trovarsi, anche da poco, nell’età degli “anta” per ricordare cappotti, sciarpe, la nebbia che spesso calava verso sera, intorno alle bancarelle della festa. «Alla fine della giornata, dopo il giro dei defunti – ricorda qualcuno – cercavo di ripararmi stringendomi alla pelliccia di mia mamma. Ma era inutile, il freddo entrava nelle ossa». «Io – altro aneddoto – volevo a tutti i costi le caldarroste. Per fame ma soprattutto perché il sacchetto mi scaldava le mani. Oggi sono in felpa e ho caldo».

Sole protagonista, dunque, insieme agli immancabili saluti tra parenti che si incrociano per caso: nei cimiteri si prega per i morti e si scambiano due chiacchiere con i vivi. Assenti o quasi le lamentele per le condizioni degli spazi, tirati a lucido, mentre nel resto dell’anno qualche voce di scontento si leva. «Questi – afferma una signora, a Borsano – sono giorni buoni anche per quanto riguarda i piccoli furti di fiori e piante. Ne avvengono, ma meno del solito. Sarà che ci sono più persone in giro, più occhi». Conferme da una coppia, a Sacconago: «È anche capitato che qualcuno venisse beccato in flagrante. Un imbarazzo… Ma non in questo periodo».

Le preoccupazioni, al massimo, riguardano minacce che arrivano dal cielo. Non riconducibili alla pioggia. Come noto, i piccioni apprezzano riparo e quiete dei porticati che ombreggiano i loculi. E sporcano, nei luoghi in cui passano le notti come in quelli vicini. Tra i visitatori, c’è chi non ci fa caso, chi si rassegna, chi arriva armato di straccio e detersivo. C’è perfino chi ha deciso di proteggere una lapide con una sorta di pellicola removibile, così da eliminare con un gesto anche i ricordi lasciati dai volatili. «Non c’era – chiede una signora a un custode, a Sacconago – un piccolo rapace che teneva lontani i piccioni?». «Sì – la risposta – ma era selvatico, non so se sia ancora in giro». Nel cielo terso e tiepido di questo inizio novembre, il predatore si sarebbe mosso con un certo agio.

Stefano Tosi

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