(da LuinNotizie.it) Otto anni di reclusione, per aver preso a mazzate un uomo e averlo rapinato mentre si stava allontanando da una zona residenziale di Varese dopo aver fatto visita ad un amico.
Con questa richiesta di condanna, fatta dal pubblico ministero, è giunto alle battute conclusive il processo che vede imputato uno dei due fratelli di nazionalità albanese accusati di essere i responsabili dell’atto, che risale al 2019. L’altro fratello, non ancora maggiorenne all’epoca dei fatti, è a giudizio davanti al tribunale dei minori.
La genesi della vicenda, ricostruita solo in parte, avrebbe a che fare con lo spaccio di droga, e forse anche con un presunto debito che l’uomo oggi a processo in tribunale a Varese, e che all’epoca era residente dell’alto Varesotto, avrebbe preteso di riscuotere dal connazionale poi aggredito, un 53enne.
Ma c’è dell’altro. Imputato e vittima si conoscevano, ha affermato l’avvocato della difesa, e si accusavano a vicenda dei rispettivi guai con la giustizia, dovuti alla droga. E forse quel giorno, di ormai cinque anni fa, i due si erano incontrati per affrontarsi una volta per tutte.
Di certo, secondo il legale, c’è solo il fatto che si presero a botte. I dubbi del difensore riguardano invece l’accusa di rapina (per la quale il pm ha chiesto la condanna, chiesta anche per i reati di minacce e lesioni). Il 53enne fu colpito alla spalla e ad un braccio e si fece portare in ospedale dalla compagna. Gli fu sottratto uno zaino contenente due cellulari e dei documenti. Tutto sparito nel nulla.