È sempre stato diretto come un Freccia Rossa e ha sempre corso a più non posso Fabrizio Grillo, al Varese dal 2011 al 2013 e tornato nel 2014 dopo l'esperienza al Siena. Anche oggi, a distanza di oltre un decennio dalla finale persa con la Sampdoria che avrebbe potuto riportare in serie A una squadra fantastica, il difensore laterale romano non usa mezzi termini e va dritto al punto: «L’occasione mancata di Plasmati sullo 0-0 quasi al 90' grida ancora vendetta. Maran negli spogliatoi ci aveva caricato con un discorso che non potrò mai dimenticare. I tifosi del Varese? Attaccati alla squadra e presenti, ma mai invadenti. I biancorossi prima o poi torneranno in alto, adesso bisogna stare vicino alla squadra e metterci tanto cuore».
Lo stesso cuore sempre mostrato da Grillo, nato a Roma 2 febbraio 1987 e cresciuto da difensore nei settori giovanili della Roma e della Lazio. A vent’anni è alla Sambenedettese, l’anno successivo all’Arezzo quindi, dopo due stagioni, al Crotone. Nel 2019 viene acquistato dal Cska di Sofia dove giocato anche in Europa League esordendo contro il Porto. Terminata la stagione in Bulgaria, nel 2011 firma un contratto triennale con il Varese: nel 2013 viene mandato in compartecipazione al Siena, dove fa il suo esordio in serie A contro il Napoli segnando la sua prima rete nella massima serie. L'anno successivo torna in prestito ai biancorossi, quindi rientra a Siena ma rimane svincolato a causa del fallimento della società e viene trasferito definitivamente a Pescara dove rimane per due anni. Pavia, Livorno, il ritorno alla Sambenedettese dopo undici anni e Triestina sono le ultime tappe della sua carriera sul campo, prima di diventare dirigente ed allenatore.
Come è arrivato a Varese dalla Bulgaria?
Grazie a Mauro Milanese che, tra l’altro, conosceva bene mio fratello Simone. Ho trovato subito un ambiente ideale e posso dire di aver fatto un'esperienza gratificante sotto tutti i punti di vista. Ho vissuto momenti indimenticabili sotto l’aspetto professionale ed umano. La città è splendida, ci sono luoghi suggestivi come il Sacro Monte e non dimenticherò le gite con la famiglia sul lago Maggiore o nella zona attorno Varese. Panorami veramente straordinari.
Rapporto con la tifoseria?
Molto bello. Ricordo l’attaccamento alla squadra e la presenza importante allo stadio ma i tifosi biancorossi hanno anche un'altra qualità: non sono invadenti, danno le giuste attenzioni con il massimo rispetto.
E quello con Maran?
Rolando è un tecnico molto preparato, un motivatore, una persona vera, sincera e leale. Vorrei anche citare il suo vice Christian Maraner, un collaboratore attento ai minimi particolari. Approfitto per fare un grosso in bocca al lupo al mister per la sua nuova avventura da allenatore del Brescia. Vedrete che le Rondinelle con lui inizieranno di nuovo a volare: domenica, infatti, hanno battuto la Samp 3-1. Voglio anche ricordare e ringraziare Mauro Milanese, un grande dirigente, molto preparato, che ha creduto in me e mi fa fatto passare momenti indimenticabili con la maglia biancorossa.
Rimpianti?
Sicuramente la sfida finale allo stadio Franco Ossola contro la Sampdoria. In quella partita stregata abbiamo dato tutto: l’occasione mancata di Plasmati sullo 0-0 quasi al 90' per me grida ancora vendetta. Spesso ne parlo ancora oggi con Terlizzi, con tanta amarezza… Il calcio è fatto anche di questi episodi.
Raccontaci qualche aneddoto del pre partita di quel Varese-Samp che avrebbe potuto ridare ai biancorossi la serie A dopo 37 anni?
Ricordo che con Maran e il suo team avevamo studiato in maniera meticolosa la tattica e la preparazione psicologica e mentale per entrare sul terreno di gioco. Il mister ci aveva fatto un discorso negli spogliatoi, cercando di caricarci al massimo: ancora oggi risento le sue ultime parole. "Ragazzi voglio il massimo - ci disse - è l'occasione della vostra vita calcistica. Ricordatevi che al Tour de France il corridore che arrivato secondo l'anno dopo non se lo ricorda nessuno". Plasmati, a quel punto, rispose proprio con il nome del ciclista arrivato secondo al Tour nel 2011, che nemmeno io ricordavo e non ricordo neppure ora (Andy Schleck, ndr). Ho impressa ancora oggi nella mente l’espressione del mister, difficile da descrivere ma facile da immaginare per i tifosi che lo hanno conosciuto...
Segue ancora il Varese?
Guardo i risultati e la classifica, sinceramente però non leggo i commenti.. Voglio augurare ai tifosi di vedere la loro squadra al più presto in serie B e riprovare di nuovo le emozioni di quel periodo. In questo momento devono stare vicino ai calciatori e sostenerli. Mettendoci tanto cuore.
Cosa fa oggi Fabrizio Grillo?
Alleno i ragazzini con tanta soddisfazione presso la "Fg Academy Best of you" di Velletri con Matteo Politano. Un'esperienza straordinaria che mi regala tante soddisfazioni.