«Falcone diceva che prima o poi la mafia si riuscirà a sconfiggere: questa giornata impegna tutti noi in questo obiettivo».
Le parole del presidente del Tribunale di Varese Cesare Tacconi sono solo alcune delle tante usate questo pomeriggio. Che non è e non sarà mai un pomeriggio qualunque, a Varese come in tutta Italia.
A fianco del palazzo di giustizia, vicino all’ulivo già piantato nella giornata contro tutte le mafie e alla targa scoperta lo scorso anno, le istituzioni della Città Giardino hanno ricordato come ogni 23 maggio l’anniversario della morte del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia a Capaci il 23 maggio 1992.
Alle 17.57, l’orario preciso in cui 21 anni fa esplose la bomba che fece saltare in aria la macchina su cui viaggiava il magistrato, così come quelle della scorta e di altri civili, provocando 5 morti e 23 feriti, ecco un minuto di silenzio carico di significato. Prima e dopo, gli interventi delle personalità presenti: «Abbiamo un debito di riconoscenza verso i magistrati, le forze dell’ordine e i giornalisti che sono morti per mano della mafia, così come verso le loro famiglie - ha detto il questore Michele Morelli - Con questo spirito ognuno di noi sa che deve fare qualcosa di più. Con il nostro esempio quotidiano possiamo contribuire a riscattare queste morti che ci feriscono ogni giorno».
«Ricordo ancora cosa stessi facendo il giorno della strage e l’emozione di un intero Paese stretto intorno alla magistratura, alla polizia e ai siciliani - ha detto il sindaco Davide Galimberti - Ci fu anche paura per la tenuta democratica dello Stato, una paura che dopo alcune settimane si diffuse ancora di più. Ma ci fu anche la decisiva ribellione della parte buona dell’Italia: una corsa ad iscriversi alle facoltà di Legge, una corsa all’arruolamento. È così questo sentimento è proseguito e in questi anni lo Stato ha messo a segno diversi colpi contro la mafia. Segno di una vittoria, nel rispetto delle radici che Falcone e Borsellino ci hanno trasmesso. Abbiamo ora il compito di trasferire il ricordo a chi non era presente o non era nato, affinché la lotta alla criminalità prosegua come fatto in questi anni e anche grazie ai comportamenti di ogni cittadino».
A quelli citati si sono aggiunti anche gli interventi dell’assessore alla Cultura Enzo Laforgia, della Procura e del comandante della Guardia di Finanza Crescenzo Sciaraffa. La consigliera comunale Francesca Ciappina, la vicesindaco Ivana Perusin e l’assessora al Bilancio Cristina Buzzetti hanno infine letto i primi tre articoli della Costituzione Italiana.