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Varese | 22 marzo 2023, 07:13

Al posto della pellicola c'è WhatsApp, così il sogno del decano dei fotografi varesini sbarca in piazza XX Settembre e guarda al futuro

Vittorio De Lorenzi, ex titolare dello storico Photo Center di via Rossini, rilancia la sua attività aprendo il suo nuovo negozio "Pic Phone". Non senza coraggio: «È un momento difficile, ma grazie al motto "ricordati di ricordare" vorrei far tornare l’abitudine di stampare le fotografie che i clienti possono inviarmi con WhatsApp»

Al posto della pellicola c'è WhatsApp, così il sogno del decano dei fotografi varesini sbarca in piazza XX Settembre e guarda al futuro

Si chiama Pic Phone ed è il nuovo riferimento cittadino per chi fotografa, non importa se con lo smartphone, una macchina digitale o ancora con la pellicola, perché Vittorio De Lorenzi, il titolare, garantisce sviluppi e stampe per tutti, grazie a velocità, competenza e innovazione, ingredienti che non lo abbandonano da quasi 47 anni. 

È una sfida, quella dell’ex titolare dello storico Photo Center di via Rossini, dove noi sessantenni andavamo ventenni ad acquistare la prima reflex di seconda mano e a raccogliere preziosi consigli su obiettivi, pellicole e carte fotografiche. In tempi grami per il commercio, con il post pandemia, la guerra in Ucraina e l’aumento di ogni cosa possibile, aprire un nuovo grande negozio sembrerebbe un azzardo, soprattutto oggi, quando le fotografie si scattano soprattutto con il telefono e si cancellano quasi subito senza stamparle. 

Ma Vittorio è sicuro che Pic Phone, nella piazzetta interna adiacente piazza XX Settembre, possa diventare una sorta di “laboratorio creativo” anche per giovani di buona volontà che apportino idee e abbiano voglia di sperimentare nuove tecnologie. De Lorenzi, milanese di origine, arrivò a Varese nel 1976, dopo 12 anni passati nel celebre negozio di fotografia Giovenzana in largo Augusto a Milano, rilevando Foto Nebuloni in viale dei Mille. 

«Nel 1977 ho aperto Photo Center in via Rossini e trascorso là ben 41 anni della mia vita, finché l’isola pedonale ha ucciso ogni attività. All’inizio ero uno dei concessionari di tutte le grandi case, Nikon, Canon, Leica, Olympus, Pentax e Fuji, un leader nel campo analogico. Nel 1982 sono stato il primo in Italia a garantire lo sviluppo e stampa in un’ora, grazie a macchinari giapponesi, un Minilab che costava 200 milioni di lire. Per due anni in Italia lo abbiamo avuto forse in sei o sette, poi Kodak creò Kodak Express, aprendo diecimila punti vendita», racconta De Lorenzi, che a Milano è stato titolare di tre negozi di fotografia e uno di ottica, compreso lo storico Artioli, in piazza XXV Aprile.

«Chiuso Photo Center, ho aperto un piccolo spazio in via Mazzini, dove sono stato sei anni, e adesso ho deciso di investire nel nuovo negozio, il nome Pic Phone l’ha trovato mio figlio. La caratteristica è, infatti, quella di stampare, sempre a tempo di record, le immagini che ci vengono spedite direttamente da cellulare su Whatsapp, al numero 328 1149142. È un momento molto difficile, la gente viaggia meno e ha meno ricordi da conservare, ma vorrei contribuire a far ritornare l’abitudine di stampare le proprie fotografie, con il motto “ricordati di ricordare”».

Vittorio De Lorenzi è sempre stato all’avanguardia, fu il primo a vendere la prima macchina digitale Casio, il primo cellulare Motorola 8800 a Milano, diventato poi oggetto di culto, nel periodo del lockdown si è “gemellato” con quattro edicole, unico luogo frequentabile allora, dove raccogliere le stampe delle fotografie che gli arrivavano via Whatsapp, poi si è inventato le mascherine con stampate le immagini di automobili fuoriserie e squadre di calcio.

«In questo negozio, aperto da martedì a sabato, della 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18, oltre ai cristalli in cui si può incidere al laser la fotografia più amata, perfezionerò il laboratorio e varierò i supporti su cui stampare anche gigantografie e poster, dalla tela al metallo e al legno, fino al forex per montare le fotografie su pannello. L’avvento del digitale ha fatto morire la fotografia amatoriale e la conseguente accessoristica, dai cavalletti ai materiali per la camera oscura, ai filtri, a carte e pellicole. In negozio ho un grandissimo assortimento di cornici, di ogni dimensione e materiale, alcune in legno di fattura quasi artigianale. Nel piano inferiore c’è un ampio spazio, che può funzionare come sala pose o sede di piccole mostre o eventi. Mi piacerebbe anche che questa piazzetta diventasse più viva, tra non molto aprirà il nuovo bar che potrà portare più gente e movimento», aggiunge Vittorio, che a Pic Phone si avvale dell’aiuto di Paola Moranzoni per il lavoro di Photoshop, mentre lui si occupa della stampa fotografica.

Oggi sono sempre meno i fotografi con le reflex anche digitali, ma uno zoccolo duro resiste: «Ho cinque o sei clienti Canon e Nikon, uno che acquista Leica, mentre è aumentata la vendita della Kodak usa e getta. Qualcuno prende ancora le pellicole, bianco e nero e colore, mente le diapositive sono tramontate. Arriva qualche giovane che vuole provare a fotografare e chiede una reflex di primo prezzo, ma ormai la gran parte delle immagini arriva via smartphone. Mi piace sempre essere all’avanguardia, e frequento le fiere aggiornandomi sui laboratori di stampa e sulle nuove attrezzature e mi piacerebbe che Pic Photo diventasse un luogo di incontro per chi ha ancora della fotografia un’idea di passione e di alto artigianato».

Mario Chiodetti

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