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Economia | 20 gennaio 2023, 17:00

«La previdenza complementare: un pilastro da integrare alla pensione pubblica». Parola a due esperti

VIDEO - Il consulente finanziario Marco Compiani e l'esperto previdenziale Raffaele Banfi hanno risposto a diverse domande sulla previdenza complementare come integrazione alla pensione pubblica per mantenere, anche al termine della propria carriera, lo stesso tenore di vita

«La previdenza complementare: un pilastro da integrare alla pensione pubblica». Parola a due esperti

Perché è importante la previdenza complementare?

Da questa domanda, importante per tutti i lavoratori, dipendenti e non, è iniziata la live di mercoledì 18 gennaio, durante la quale il varesino Marco Compiani, consulente finanziario di Allianz Bank, e Raffaele Banfi, esperto previdenziale, hanno condiviso riflessioni e risposto a dubbi che ogni giorno i clienti sottopongono loro.

«La previdenza complementare è un pilastro che dovrebbe affiancare la pensione pubblica - ha affermato subito Banfi, con i suoi 25 anni di esperienza nel settore - Le prestazioni pensionistiche sono sempre in riduzione e così da qualche anno è emersa la necessità di integrare la pensione pubblica per mantenere, in pensione, lo stesso tenore di vita di quando lavoravamo».

È una storia che parte dal 1992, quella della previdenza complementare, che sta dimostrando di comportare diversi vantaggi: «Avere un capitale finale su cui fare le proprie valutazioni alla fine dell’attività lavorativa oltre a sfruttare una tassazione favorevole. Nel montante della previdenza, troviamo il TFR per i lavoratori dipendenti, i versamenti volontari che abbattono l’imponibile fiscale, senza contare che la tassazione sul capitale maturato e sugli interessi dei fondi pensione è più favorevole rispetto al trattamento di fine rapporto e ad altre forme di risparmio», sono state le parole dell’esperto previdenziale.

Una questione che viene posta di frequente riguarda il modo con cui si implementa la previdenza complementare. «I fondi pensione possono essere fondi aperti, venduti da banche e assicurazioni, o chiusi, relativi a categorie specifiche, come il fondo del settore metalmeccanico o chimico. Nel primo caso possono essere alimentati con il versamento del TFR o con contributo volontario. Nel caso di fondo chiuso di categoria, si aggiunge anche il contributo aziendale, ovvero è l’azienda stessa che versa un contributo aggiuntivo a quanto versa il lavoratore».

Si può ritirare un fondo pensione? «Sono previste delle anticipazioni a seconda delle esigenze come accade per il TFR; normalmente al momento della prestazione si può ritirare fino al 50% del capitale maturato, il resto va in rendita integrativa. Si può ritirare il 100% solo se il montante al momento di andare in pensione non supera una certa soglia». 

Ultima domanda: cosa accade quando un dipendente lascia l’azienda?

«Questa situazione non rappresenta un problema: nel caso di un fondo aperto, il lavoratore può continuare a fare versamenti volontari o trasferire il montante ad altro fondo; se il fondo è chiuso, il lavoratore può prelevarlo del tutto o parzialmente o trasferirlo nella nuova azienda», ha risposto Raffaele Banfi.

Quindi, per concludere, i due esperti hanno concordato sull’importanza della previdenza complementare, in quanto «dà ottimi vantaggi, da non dimenticare quello fiscale. Per questo, è fondamentale iniziare a pensarci da subito, prima si comincia e meno risorse dovremo impiegare per colmare il gap previdenziale».

In attesa della prossima live, potete rivedere "Previdenza complementare: un’occasione da non perdere" nel video qui sotto

Giulia Nicora

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